(Da www.lindipendenza.com) - Da Tangentopoli a oggi la corruzione si è sviluppata e radicata in modo differente, lo spiega bene il libro di Di Caterina e Marinaro che è un vademecum per riconoscerla e combatterla. Il racconto è di Di Caterina, imprenditore nel settore dei trasporti pubblici di Sesto San Giovanni, che per poter lavorare è stato invischiato in un sistema di potere in cui i politici chiedono soldi per tutto, come fosse un bancomat: per finanziare i partiti, eventi elettorali mascherati da pseudo serate culturali e di beneficenza, con richieste che si fanno sempre più esorbitanti. L’imprenditore ad un certo punto rompe il muro di omertà, esce allo scoperto e parla, scoperchia tutto il marcio quando partono le inchieste con i risvolti noti che la stampa inizia a pubblicare.

Emergono i meccanismi che regolano i rapporti di potere fra politici e imprenditori. Chi non vuole essere schiacciato deve trovare i suoi protettori proprio come fosse un atto di vassallaggio al potente di turno, che applica le sue condizioni, una specie di mano morta su tutto. Gli strumenti sono quelli della pubblica amministrazione, gli atti del Comune o della Provincia sono indirizzati e controllati, sovente finalizzati a piegare la volontà dell’imprenditore. Le indagini stanno mettendo in mostra come con l’abuso d’ufficio, negando ciò che è legittimamente dovuto, i politici hanno stabilito le regole, le cifre, quella che l’ex- magistrato Di Pietro chiamava la dazione ambientale nel 1993. La bustarella pura e semplice è un sistema superato. I soldi vengono incanalati in situazioni apparentemente legali. L’imprenditore è sempre sotto schiaffo, se smette di pagare il sistema lo isola. Se decide di denunciare, non scatta alcuna tutela. Anzi, il cittadino che paga per ottenere un atto che gli è dovuto e gli viene negato, corre il rischio di essere incriminato.

La magistratura ha tempi lunghissimi e i magistrati difficilmente sono disposti a far seguire alla notizia di tentato reato di corruzione delle indagini approfondite. Appalti e pubbliche forniture sono in mano ai politici. Si taroccano delibere e documenti, si cambiano le date a piacimento, si omettono le intestazioni. Punto per punto Di Caterina ne “Il sistema corruzione” svela i meccanismi dell’illegalità. L’edilizia è il bancomat dei corrotti. Di Caterina racconta la tragica storia dell‘imprenditore brianzolo Ambrogio Mauri, gli avvenimenti di luglio 2011, seconda Tangentopoli che vede al centro dell’inchiesta Filippo Penati ex capo della segreteria di Pierluigi Bersani.

La democrazia spesso è finta o perlomeno zoppa, afferma Di Caterina, in quanto non si ha idea delle dimensioni del malaffare:“È ora di smettere di essere un popolo di sudditi e diventare finalmente un popolo di cittadini”.

Il nome di Piero Di Caterina balza all’attenzione della cronaca alla fine del 2009 quando viene scoperchiato il Sistema Sesto, ossia si comincia a fare luce su anni di mala politica e corruzione nel comune dell’hinterland milanese. L’inchiesta, tuttora in corso, chiama in causa i massimi vertici della politica locale e apre scenari sconcertanti sull’uso del denaro pubblico.

La città di Sesto San Giovanni però ha reagito bene, cerca di sciogliere le catene, infatti è nato un Comitato spontaneo sestese per la legalità che stasera, alle 20,30 presso la Sala Valadier del Grand Hotel Barone di Sassj (via Vittorio Padovani 38, ingresso libero) presenterà l’iniziativa “Tutto ebbe inizio qui – Il sistema corruzione, come rubano i nostri soldi e perché dobbiamo dire basta”.

Intervengono:

- il giornalista Rai, inviato di Report, Paolo Mondani,

- l’imprenditore Piero Di Caterina

- la giornalista Laura Marinaro.

“Il Sistema Corruzione” – Come rubano i nostri soldi e perché dobbiamo dire basta

(Add Edizioni, 14 euro)  di Laura Marinaro, cronista giudiziaria di “Libero” e di Piero Di Caterina.