Come si può distinguere tra gli islamici ( = islamo-nazisti ) cioè gli islamici “veri”, e quelli che non lo sono = cioè gli islamici “falsi”? 
È possibile distinguere i soggetti delle due categorie, sebbene tanto richieda tempo, pazienza, abilità dialettica, preparazione in vari temi. (E pure una certa “faccia di bronzo”… .)
Questa iniziativa non è agevole, e chi desidera praticarla deve essere informato sulla religione islamica, sulle persone con le quali dialoga, sulle società dalle quali esse provengono.

Le parole dell’interlocutore, il tono, il modo di parlare, le espressioni facciali e il linguaggio del corpo approfondiscono la comprensione. È importante osservare il suo aspetto e atteggiamento: il sorriso, l’espressione torva; il fatto che sia irrequieto e non riesca a star fermo; i tremolii delle palpebre; il contatto visivo che cerca di stabilire o di evitare; la confusione verbale (niente a che fare con la “barriera linguistica”…); gli scatti di collera, le reticenze, il ripetersi; il sudore e comunque in genere la comunicazione non verbale.
Questo tipo di esplorazione è dettagliato e prevede varie domande specifiche rivolte in un lungo lasso di tempo usando diverse formolazioni, per cercare verità e contraddizioni. Ogni domanda può essere posta in modo diverso e prevedere, poi, dei chiarimenti sulle argomentazioni dell’interrogato o sulla profondità e prevalenza dei suoi sentimenti.

Le risposte a domande vaghe del genere “L'islam è una religione di pace?”, "Condanni il terrorismo?”, “Che ne pensi dell’assassinio di innocenti?”, “Sei tollerante?”, dipendono molto dal significato che una persona attribuisce a parole come “pace”, “terrorismo”, “innocenza”, “tolleranza”, si prestano a citare “luoghi comuni” e pertanto tali quesiti andrebbero evitati siccome poco significativi.

Piuttosto = le domande devono essere precise e personali, (tendenti prevalentemente ad ottenere in risposta un “sì” o un “no”) del tipo = “I musulmani possono abiurare l’Islam per abbracciare un’altra fede o per diventare atei?” - “Hai praticato sui tuoi figli le mutilazioni rituali?” - “Consumi tu solo carni macellate secondo rito della tua religione?” - “Bevi tu alcolici?” - “Tua moglie/figlia circola imbacuccata? E, in caso negativo, ciò ti spiace?” -“Tua moglie/figlia lavora fuori casa? E, in caso affermativo, ciò ti spiace?” - “I tuoi familiari praticano il digiuno rituale?” - “Accetteresti che tua figlia sposasse un ebreo o un cristiano o un ateo?” - “Tua moglie/figlia frequenta le palestre, le piscine? E, in caso affermativo, ciò ti spiace?” - “Accetti che tuo figlio -o figlia- maggiorenne non pratichi il digiuno rituale?”…“Mi parleresti della tua religione?” “Mi aiuteresti a diventare anch’io musulmano?” “Mi spieghi cosa vuol dire essere musulmano?”(1)]…“Reciti le prescritte preghiere?” - “Posso parlarti della religione cristiana?” - “In caso di morte, vorresti essere seppellito da noi?” - “Ritieni che lo “Isis” sia un vero stato islamico?” - “Le donne sono pari agli uomini?” - “Hai mai litigato con qualcuno per motivi religiosi?” - “Hai amici di altre religioni?” - “Ammetti che la tua religione possa essere pubblicamente criticata? e / o derisa?” - “Ti consideri anzitutto musulmano oppure anzitutto egiziano/marocchino/nigeriano/tunisino o italiano…etc?” - “Ci staresti a scambiare la nostra società -la nostra civiltà- con la tua?”… .

Nessuna singola domanda può offrire una risposta dalla quale sia possibile stabilire se l’interlocutore si trovi in una disposizione “islamica”, quanto meno tendenziale. Un dialogo esplorativo efficace richiede domande su molti argomenti, che vanno dal cibo all’omosessualità, dalle preghiere al califfato. Le risposte devono essere valutate complessivamente. Se il soggetto interpellato tuttavia manifesta insofferenza, intransigenza, animosità, disprezzo o addirittura collera, allora è legittimo sospettare per lo meno una sua prevalente tendenza all’estremismo “religioso” e alla correlata sedizione.

Poiché le domande che cercano di scoprire la verità tendono a rilevare discrepanze e contraddizioni, e a sollecitare eventuali reazioni, occorre ad esempio porre (in occasioni differenti) la stessa domanda con parole diverse sottolineando poi le varie questioni che ne derivano.

Le stesse domande dovrebbero essere poste più volte -nel giro di settimane, mesi e anche oltre-. È di fondamentale importanza tenere presente che essendo le bugie molto più difficili da ricordare rispetto alla verità, la possibilità che un interlocutore cambi le sue risposte aumenta con la quantità di domande postegli e il lasso di tempo che intercorre tra un dialogo e l’altro. Una volta che insorgano contraddizioni, l’interessato può concentrare l’attenzione su di esse e sondare la loro natura, l’entità, il contenuto e le possibili implicazioni conseguenti. Il confronto tra la comunicazione verbale, gestuale, e gli atteggiamenti del soggetto interpellato, possono tradire se egli stia praticando la dissimulazione prescritta agli islamisti dalla loro perfida dottrina.

(1) Lo stratega cinese Sun Tzu affermò: “il guerriero sagace fa in modo che i nemici vengano a lui, ed evita il contrario.”.