Il mondo era più stabile quando era diviso nei “due blocchi” contrapposti (ma solo al di fuori dei rispettivi territori) che furono e sono tuttavia le due facce della civiltà Occidentale: il capitalismo “privato”, cioè l’Ovest, e il capitalismo “pubblico” cioè l’Est. L’ “impero” Occidentale e l’ “impero” Orientale… i due colossi.

Come “profetizzò” il Visconte A.C. deTocqueville nel lontano 1835: “Russia e Stati Uniti d’America……sembrano prescelti dal volere del cielo a influenzare i destini di mezzo mondo”. 
[ Democracy in America (2 volumi, 1835) ]

Oggi il «dualismo» di colossi pare ritorni. Frantumata la mole sovietica, riemerge la “alma mater” Russia a tentare di riprendere in mano il proprio destino e farsi rispettare come grande potenza globale. Almeno una occasione ora le si presenta.

Come “profetizzò” il Marchese A.L. deCustine nel lontano 1843: “Una ambizione illimitata…si agita nel cuore dei Russi…per purificarsi dell’empio sacrificio di ogni libertà pubblica e personale, lo schiavo in ginocchio sogna il dominio del mondo”. [ La Russie en 1839 (4 volumi, 1843) ]

E ricordiamolo: agli spalti del Cremlino (nonostante il conclamato “internazionalismo socialista”) praticamente mai si affacciarono facce nere o gialle o arabe… solo bianche (e vecchie). Era un bastione di difesa dell’Occidente complessivo, in fondo.
Animato da un grande e spregiudicato talento politico. Un talento che si sprecò per una anomala, paradossale caratteristica che portava probabilmente in sé i germi della propria distruzione: proseguì l’impero tirannico degli aristocratici predecessori, ma anziché sfruttare le proprie colonie (caratteristica degli imperi dell’altra metà), le doveva sorreggere in tutto dopo averle attratte ancor più a sé e indebolite mediante una grande ma velenosa suggestione di tipo religioso, che non le conservò.

E noi, qui, sotto l’ “impero Occidentale” eravamo “quasi liberi, quasi felici” (e più sicuri), senza rendercene conto… .

Grazie ai “due blocchi”, ad eccezione dell’altra metà contro la quale eravamo impegnati nella incruenta “guerra fredda” (la nostra metà oscura… come ho già osservato in altra riflessione) non avevamo più un nemico… . Si era forse ricreata la situazione storica che già fu del tardo Impero Romano con l’Imperatore Marco Aurelio: dopo avere sconfitto definitivamente i minacciosi Parti (una pericolosa popolazione guerriera dell’attuale Iran) scrisse nei suoi Ricordi: “E adesso, cosa farò? Non ho più un nemico.” Il declino incombeva.

Anche questo è paradossale? Il nemico è uno dei segreti di una grande civilizzazione. Quando non si ha più un nemico, si dimentica la attitudine al combattimento, e si rischia di collassare come civiltà.

Ricordo ancora deTocqueville: sosteneva che le democrazie sono renitenti a imbarcarsi in conflitti militari, ma quando ci si impegnano solitamente approdano alla vittoria.
Stavolta però è diverso. Il mondo cambia. L’islam non è un antagonista “cavalleresco” tradizionale. E le moderne democrazie senza nemici si sono rammollite.
Si richiede una visione realistica, un'analisi geopolitica severa, e una capacità di applicare la forza militare che costituiscono un impegno inedito nella storia recente dell’Occidente.

La “simmetria tra terrorismo dei brigatisti rossi anni ‘70 e terrorismo islamico anni 2000” della quale ho sentito parlare recentemente da sedicenti esperti, è a mio parere un grave errore di percezione strategica.
I terroristi comunisti appartenevano al nostro ambiente, miravano bene (a soggetti politici, militari, sindacalisti, magistrati, dirigenti industriali, giornalisti, …), non ne ricordo e non mi risulta che commettessero stragi indiscriminate di civili inermi e innocenti. Bastarono le ordinarie forze di Polizia bene addestrate a contrastarli e sconfiggerli ben presto.

Mentre l’aggressione islamica che ci affronta rappresenta il concetto di “Guerra Totale” e ha profonde radici nel passato. Appartiene da sempre all’islam -che ci è estraneo- pietrificato nella sua barbarie così come, ad esempio, il concetto di “Eguaglianza di Diritto” appartiene da tempo all’Occidente che si evolve.
Mentre forse solo alla coscienza collettiva della Russia appartiene un simile concetto di “Guerra Totale”. Comprendendo già tale concetto si potrà di nuovo combattere in conformità a esso.

Sapranno le democrazie moderne essere all’altezza della sfida che le affronta?
L’occasione della Russia: Putin manifesta dubbi sulle capacità dei suoi colleghi democratici. Potrebbe essere il solo capace di liquidare l'aggressione islamica (dopo che i “rossi” in tutto il mondo se le sono sempre prese dagli islamici…), levando così le castagne dal fuoco a noi.
Dubito tuttavia che lo farà gratis.
Il rischio è che le democrazie rammollite si ritrovino con gli arsenali pressoché intatti ed obsoleti, una nuova generazione ulteriormente rammollita, varie garanzie costituzionali in meno e qualche creditore / padrone (interno, o peggio esterno) in più.