Cari amici, 14 anni dopo l’abbattimento delle Due Torri Gemelle, dobbiamo prendere atto che il terrorismo islamico è molto più forte ed aggressivo, non solo di fronte a casa nostra, ma anche dentro casa nostra. 

Immaginavamo che l'11 settembre del 2001 fosse l'apice della capacità offensiva di Al Qaeda colpendo al cuore la superpotenza mondiale. Oggi dobbiamo ricrederci assistendo alla rapida ascesa e diffusione della più micidiale rete del terrorismo islamico globalizzato in Siria, Iraq, Nigeria, Yemen, Libia, Algeria, Territori palestinesi, Pakistan, Afghanistan, Indonesia, Somalia, Sudan. Parallelamente altre forze radicali islamiche legate ai Fratelli Musulmani o alla galassia dei Salafiti insidiano dall’interno il potere in Egitto, Marocco, Tunisia, Libano. 

Se nel 2001 il terrorismo islamico disponeva soltanto dell'Afghanistan come base sicura in virtù dell'alleanza strategica di Al Qaeda con i Taliban, mentre l'insieme degli attentati perpetrati nei Paesi islamici e all'interno all'Occidente erano affidati a cellule che operavano segretamente, oggi i terroristi islamici controllano direttamente dei territori e li gestiscono alla stregua di autorità governativa nello “Stato islamico”, sorto a cavallo tra la Siria e l’Iraq, in Somalia, Mali, Yemen e Nigeria, così come è in grado di far pesare la sua presenza con l'arma del terrorismo in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia, Siria, Egitto, Algeria e Indonesia.  

Se nel 2001 l’Occidente, nel bene e nel male, sosteneva sulla sponda meridionale e orientale del Mediterraneo dei regimi autocratici sostanzialmente laici, oggi l'Occidente è ovunque schierato al fianco dei Fratelli Musulmani, nemici giurati della laicità e della democrazia sostanziale. Quei popoli, che vivevano in condizioni disagiate per il fallimento di un modello di sviluppo scimmiottato dai Paesi industrializzati, finendo per consolidare il ruolo delle moschee come vera forza di opposizione al potere delle caserme, oggi sono sprofondati in una crisi peggiore e senza speranza. L’obiettivo strategico degli islamici che assumono il potere non è il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, ma l'imposizione della sharia costi quel che costi, demonizzando i laici, sottomettendo le donne, perseguitando i cristiani e le minoranze islamiche “eretiche”, scatenando la guerra contro Israele finalizzata all'annientamento fisico degli ebrei perché prescritto dal Corano e praticato da Maometto. 

Mentre nel 2001 fu l'Occidente a promuovere l'offensiva contro Al Qaeda dopo la tragedia delle Due Torri Gemelle, oggi assistiamo alla sconvolgente alleanza tra l'Occidente e il radicalismo islamico, che ha assunto il volto suadente dei Fratelli Musulmani, finendo per tradursi nella convergenza dell'interesse dei fautori della guerra santa islamica e della guerra finanziaria globalizzata. Questa alleanza la tocchiamo con mano ad esempio in Siria, dove le milizie islamiche dei Fratelli Musulmani, dei Salafiti, di Al Qaeda e persino dello “Stato islamico” dell’Isis sono sostenuti sia da Turchia, Arabia Saudita e Qatar sia da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania; così come constatiamo l'alleanza finanziaria tra le banche d'affari internazionali, gli istituti centrali di credito occidentali e i Fondi sovrani islamici nelle acquisizioni del patrimonio produttivo e immobiliare occidentale, dopo aver ridotto al lastrico gli imprenditori e gli Stati.

Contemporaneamente, dentro casa nostra, ovunque in Occidente, la presenza del radicalismo islamico cresce giorno dopo giorno tramite la fitta rete di moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, tribunali sharaitici. E' questa la realtà dell'iceberg, della struttura sotterranea che alimenta una filiera dove, a partire dalla predicazione dell'odio, della violenza e della morte contro ebrei, cristiani, infedeli ed apostati, si culmina prima o dopo nell'eliminazione fisica del nemico di Allah o nella sua sottomissione all'islam. 

(Queste mie riflessioni sono tratte dal mio nuovo libro “Islam. Siamo in guerra”, che uscirà sabato 19 settembre in edicola allegato al Giornale e in libreria)