Con la legge istitutiva dell’IMU e la sua anticipata introduzione si sono determinate una serie di conseguenze negative:

1. il valore delle proprietà immobiliari si è ridotto e conseguentemente si è ridotta la ricchezza degli italiani e dei beni dello Stato e quindi anche il controvalore che lo Stato avrebbe potuto ottenere dall’alienazione dei beni non aventi carattere strumentale;

2. la tassazione colpisce anche chi risulta intestatario, ma ha dovuto accendere un’ipoteca sull’immobile: se il mutuo è stato contratto per l’acquisto della casa, in pratica l’imposta colpisce chi già è indebitato;

3. l’imposta non tiene conto della possibilità di sopravvivenza del soggetto colpito, il quale per far fronte al balzello può trovarsi costretto ad alienare la nuda proprietà e rimanere con il solo usufrutto: stranamente (!?) i nostri politici non chiamano a partecipare al pagamento di detta imposta i nudi proprietari;

4. l’imposta ha contribuito ad accelerare il processo di riduzione dei consumi degli italiani, di incremento della disoccupazione, di abbandono degli investimenti in Italia, di esportazione all’estero dei capitali, di disaffezione verso la Nazione;

5. l’imposta è chiaramente incostituzionale laddove prevede che i coniugi regolarmente sposati possono essere proprietari di una sola prima casa, mentre quelli che non abbiano contratto matrimonio non subiscono detta limitazione;

6. …

E’ opportuno considerare che:

1. la Costituzione italiana prevede che lo Stato debba facilitare l’acquisizione della proprietà della casa, l’incremento del risparmio e addirittura l’acquisto delle azioni;

2. l’IMU scoraggia l’acquisto della proprietà della casa;

3. l’IMU facilita la speculazione a favore di coloro che acquistano la nuda proprietà;

4. l’IMU colpisce ricchezza che è già stata sottoposta a prelievo fiscale perché costituisce la trasformazione del risparmio accumulato con grandi sacrifici e, per il futuro, colpirà anche il risparmio futuro, cioè le rate di mutuo da pagare gravanti sulla casa;

5. …

E’ vero, però, che il Governo italiano ha preferito facilitare gli speculatori e che pertanto, una volta introdotta questa imposta, lo Stato non può far a meno degli incassi alla stessa correlati.

Tuttavia POSSIAMO AFFRANCARE GLI ITALIANI DALLA STESSA, CON UNA LIBERA SCELTA, senza far venir meno i relativi introiti ANZI LO STATO OTTERRA’ MOLTO DI PIU’.

Come fare?

Bisogna emanare una legge che (in considerazione delle negatività della richiamata imposta, ma soprattutto della negatività di ogni imposta avente natura patrimoniale perché le imposte patrimoniali colpiscono beni che già sono stati soggetti a tassazione in una pluralità di occasioni – ad es. le una tantum, le imposte di successione e donazione, ecc. – e inducono i soggetti facoltosi a preferire altri Stati come centro dei propri affari, lasciando solo agli indigenti il desiderio di restare o di arrivarci), dietro promessa di non sottoporre i beni affrancati ad alcuna imposta patrimoniale, consenta al contribuente interessato di rivolgersi all’intermediario creditizio che ha curato l’incasso dell’ultima rata dell’IMU e presentare domanda di affrancamento.

A differenza del versamento IMU, il contribuente deve presentare una domanda per ciascuno degli immobili di sua proprietà. L’affrancamento è ammesso su tutti gli immobili (n.d.r: personalmente sono comproprietario assieme a una molteplicità di coeredi un solo appartamentino, pertanto da alienare, ma ritengo che un individuo sia veramente libero solo se la società in cui vive gli consente di divenire proprietario di qualcosa e di questo qualcosa lui deve liberamente disporre: qualunque tipo di balzello sul risparmio non rispetta la persona umana: la fa ritornare al medioevo come servo della gleba).

Una copia della domanda di affrancamento sarà consegnata al contribuente, un’altra sarà depositata all’Ufficio competente per la registrazione catastale.

 

Perché la domanda sia valida il contribuente dovrà acquistare “alla pari” titoli di Stato ventennali (di un’apposita emissione fruttanti un interesse annuo dell’1% netto, pagato in due rate semestrali posticipate) per un importo pari all’ammontare dell’IMU complessivamente pagato nel 2012 moltiplicato per il coefficiente 16,667 e arrotondato per eccesso al migliaio.

Qualora il contribuente non abbia la disponibilità di detto importo, l’intermediario creditizio è tenuto ad effettuare un finanziamento in c/c che sarà doppiamente garantito (dal privilegio fiscale sull’immobile e dal pegno sui titoli sottoscritti) e proprio per tale garanzia dovrà essere erogato ad un tasso non superiore al 2 – 3%. Il contribuente verserà a deconto una rata mensile anticipata pari a 1/12 dell’importo complessivamente pagato nel 2012 per IMU. Anche le cedole incassate saranno versate a restituzione del prestito.

In caso di tasso al 2% il prestito sarà restituito in 16 anni e 6 mesi circa, in caso di tasso al 3% la restituzione avverrà in circa 18 anni e 8 mesi.

Alla scadenza del prestito il contribuente avrà la disponibilità incondizionata dei titoli di Stato sottoscritti.

 

I contribuenti in difficoltà finanziarie, che attualmente non risultano tutelati, potranno attuare l’immediata cessione del “mantello” dei titoli di Stato all’intermediario creditizio in modo che il netto ricavo dello sconto sia utilizzato immediatamente per ridurre l’ammontare del finanziamento per l’affrancamento dell’immobile.

 

Al momento in cui la legge sull’affrancamento diverrà esecutiva, tenendo conto che le singole operazioni di affrancamento dovranno essere aumentate per eccesso al migliaio, lo Stato avrà emesso un ammontare di titoli di Stato al tasso netto dell’1% (ventennali, quindi con uno spread rispetto ai Bond tedeschi favorevole all’Italia) nettamente superiore a 350 miliardi di euro (21 miliardi di euro stimati da incassare per IMU moltiplicato il coefficiente 16,667).

Ventuno miliardi saranno destinati a tacitare la speculazione (i c.d. banksters), così come di fatto programmato dall’attuale governo e gli oltre 329 miliardi a deconto dei prestiti più onerosi o di più immediata scadenza.

 

Considerato che l’impatto sui tassi di mercato sarà di proporzioni significative, il provvedimento dovrà essere accompagnato da un contemporaneo provvedimento contro la speculazione e per neutralizzare i significativi benefici indiretti che tale provvedimento di affrancamento provocherà.

 

Sarà perciò opportuno che prima e durante la campagna elettorale organizzassimo dei gruppi di lavoro per preparare delle bozze di disegni di legge da approvare immediatamente dopo le votazioni, sempre che gli italiani riescano ad affrancarsi dalla stupida appartenenza politica che ci ha portato verso questo declino.