Cari amici, la Gran Bretagna che è stata la più antica democrazia parlamentare al mondo, rischia di trasformarsi nella prima teocrazia islamica d’Europa. Dallo scorso 25 maggio è finito in carcere l’attivista anti-islamico e giornalista indipendente Tommy Robinson, fondatore ed ex leader del movimento English Defense League (Edl). È stato arrestato con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Di fatto, all’esterno di un tribunale a Leeds, raccontava in diretta Facebook l’ennesimo processo ai membri di uno dei gruppi di stupratori seriali – perlopiù di origini pachistane - che per decenni hanno molestato e violentato, torturato e talvolta ucciso, decine di migliaia, forse addirittura un milione di minori britannici. Trascinato di fronte a un giudice in assenza del suo avvocato, Tommy Robinson è stato sommariamente condannato a 13 mesi di reclusione per oltraggio alla corte, e prontamente trasferito nel penitenziario di Hull. Il giudice che ha convalidato il suo arresto, reso esecutivo in appena cinque ore, si è premurato poi di censurare la stampa nazionale, intimando con un’ordinanza di non dare copertura alla vicenda. Tommy Robinson, il cui vero nome è Stephen Christopher Yaxley-Lennon, rischia la vita in carcere dove la maggioranza dei detenuti sono musulmani. 

Cari amici, si può legittimamente obiettare sui metodi impiegati da Tommy Robinson, ma la causa che promuove è sacrosanta. Denunciare e combattere gli stupratori seriali islamici, evidenziare l’incompatibilità dall’islam con il rispetto della pari dignità tra uomo e donna e della sacralità della vita di tutti, significa promuovere una missione civile e etica. Ma in una Gran Bretagna che da 37 anni ha legittimato i tribunali islamici, che ha il maggior numero di moschee d’Europa, che ha la propria capitale e diverse città amministrate da sindaci islamici, che ha recentemente nominato un ministro dell’Interno islamico, che ha scuole coraniche come in Pakistan e scuole pubbliche britanniche dove si legittima l’islam come religione di pace, che ha la più consistente presenza di terroristi islamici e che ha registrato i primi attentati suicidi in Europa perpetrati da musulmani con cittadinanza europea il 7 luglio 2005 a Londra, Tommy Robinson non viene considerato un eroe nazionale che si batte contro l’islamizzazione, ma bensì un nemico dello Stato. La verità è che in questa Gran Bretagna che si è già arresa all’islam, Tommy Robinson va eliminato perché contrasta la deriva di uno Stato che ha abdicato alla propria civiltà, al punto che ufficialmente non si considera più uno Stato cristiano. 

Cari amici, mobilitiamoci per la liberazione di Tommy Robinson. Cominciamo con l’aderire alla campagna internazionale diffondendo l’hashtag #FreeTommy. Facciamo conoscere la sua causa. Denunciamo la follia dell’islamofilia che ha contagiato l’Europa e la prospettiva di codificare il reato di islamofobia. Dobbiamo assolutamente prevenire che in carcere possa essere assassinato dai terroristi islamici. Tommy Robinson deve essere liberato subito!