Cari amici, al di là delle urla pubbliche dei parlamentari che dicono che bisogna andare subito alle urne con una nuova legge elettorale da varare al più presto, in realtà se si andasse a votare prima del 15 settembre 2017 ben il 64% dei parlamentari, 608 su 945, perderebbe il diritto alla pensione. Una lauta pensione s'intende.

Secondo il nuovo regolamento approvato dal governo Monti nel 2012, il parlamentare al suo primo mandato deve restare in carica almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno per ottenere la pensione, da incassare comunque dopo i 65 anni. Ebbene questa data corrisponde al 15 settembre 2017.  Ecco perché se il Parlamento venisse sciolto prima, ben il 64% dei parlamentari non avrebbe diritto alla pensione e perderebbe i contributi versati finora. Sono 417 i deputati alla Camera alla prima legislatura, mentre al Senato sono 191 su 315, per un totale di 608 su 945. Della prima legislatura fanno parte 153 eletti con il Movimento 5 stelle (compresi quelli che poi sono usciti dal M5s) e 209 del Partito democratico. 

Inoltre per i più giovani e tutti quelli che hanno comunque meno di 65 anni che non dovessero essere rieletti, si porrà in ogni caso il problema di trovarsi un lavoro vero e proprio con cui guadagnarsi da vivere fino alla pensione. Un problema non di poco conto per chi prima di entrare in Parlamento guadagnava poco o niente e, all'improvviso, si è ritrovato a incassare circa 10 mila euro al mese. 

Credo che sia nel vero il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli quando ha confessato: "Io le sento le chiacchiere in buvette tra i colleghi, soprattutto i più giovani. E nessuno, dico nessuno, ha voglia di lasciare la seggiola prima del 15 settembre 2017. Volete che in nome della coerenza politica la gran parte di questi signori rinunci così facilmente alla pensione?”.