Tra i valori non negoziabili di questa sempre più discutibile Europa dovrebbe esserci l’antinazismo.
La stragrande maggioranza delle persone crede che il nazismo sia solo tedesco. I nazismi sono due tedesco e islamico.
Il partito Baath iracheno, come quello siriano sono partiti ufficialmente nazional-socialisti, il dittatore Assad in Siria è chiamato Fuhrer  sui giornali, proprio la parola tedesca.
A questi indirizzi
http://www.youtube.com/watch?v=d51poygEXYU&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=IBFBvceJvIU
qualche documentario su rapporto tra nazismo e islam.
Lo sostiene finalmente anche lo storico de La Civiltà Cattolica, il gesuita Giovanni Sale, in una ricerca che sarà pubblicata in un volume edito Jaka Book e che Il Giornale di qualche giorno fa ha anticipato.
“I rapporti del nazismo con il mondo arabo sono poco conosciuti, così come è poco conosciuta l’influenza enorme che l’ideologia hitleriana ha tutt’ora: il Mein Kamp è il libro occidentale più venduto nei paesi arabi, reperibile anche nelle edicole. Sale ricorda che inizialmente, la «soluzione» scelta dalla Germania hitleriana per allontanare gli ebrei dal suolo tedesco, fu quella di facilitarne in tutti i modi l’emigrazione. In particolare in Palestina, dove, credevano i tedeschi, essi sarebbero stati «liquidati» dagli arabi. L’atteggiamento tedesco mutò poco dopo, quando a Berlino si resero conto che l’immigrazione ebraica in Palestina avrebbe favorito la nascita di uno Stato ebraico. È in questo momento, spiega lo storico, che il governo di Berlino ordina a tutte le sedi diplomatiche tedesche in Medio Oriente di tenere «un atteggiamento più comprensivo verso le aspirazioni del nazionalismo arabo».
Dopo l’invasione tedesca della Cecoslovacchia nel marzo 1938, l’indirizzo filo-arabo assunto dal governo del Reich per contrastare le ragioni del sionismo internazionale, viene espresso dalla propaganda nazista in modo più diretto. In questo periodo viene anche attivata dal governo tedesco una trasmissione radio di propaganda nazista in lingua araba, che avrà «ascoltatori entusiasti in tutto il Medio Oriente». E gli intellettuali arabi, in quel periodo, scrive padre Sale, «consideravano più vicine alla loro cultura e sensibilità le ragioni ideologiche del nazionalismo tedesco, definito in base alla lingua, alla cultura e alla stirpe di un popolo e di una nazione; insomma tra pangermanismo e panarabismo vi erano a quel tempo diversi punti di contatto».
Ricordiamo il Partito Nazional-socialista Siriano, che esercitò una grande forza di attrazione sulla gioventù siriana e libanese di quegli anni, e il Partito Giovane Egitto, le cosiddette “camicie verdi”, formato da una gerarchia paramilitare sul modello delle SA e delle SS. Esso si distinse per un acceso antisemitismo e per l’adesione all’ideologia nazista».  All’inizio degli anni Quaranta, il Gra Mufti di Gerusalemme al Hasayni, capo supremo della Palestina araba, si alleò a Hitler. In cambio di una fatwa che schierò al suo fiaco Iraq, Egitto Siria e Palestina, e Arabia chiese lo sterminio degli ebrei. L’idea era folle. L’espulsione era infinitamente più “economica” e più funzionale. Gli alleati sarebbero impazziti inciampando nei profughi. E se non avesse dovuto distrarsi a fare altro, l'esercito tedesco sarebbe riuscito a impedire ai russi di arrivare a Berlino.
Il patto scellerato tra Hitler e il Gran Mufti è dell’11 novembre del 41, la soluzione finale è del febbraio del 42.
Il sentimento filo-tedesco e le simpatie verso il nazismo, furono così forti, «in questi Paesi, in particolare in Egitto e Siria – osserva Sale – che esso non svanì neppure dopo la sconfitta e la completa distruzione del Terzo Reich. Le simpatie verso il nazismo e verso Hitler, addirittura, non solo non venivano nascoste, ma venivano pubblicamente manifestate e questo fino agli anni Sessanta del secolo scorso». Lo storico ricordo uno scritto del 1953 di Anwar Sadat, futuro presidente della repubblica egiziana, il quale scrisse in un giornale del Cairo, riferendosi idealmente a un Hitler che si credeva ancora vivo e nascosto da qualche parte: «Mi congratulo con voi con tutto il cuore perché, sebbene sembri che siate stato sconfitto, il vero vincitore siete voi. Siete riuscito a seminare la discordia tra il vecchio Churchill e i suoi alleati da una parte, e il loro alleato il diavolo, dall’altra. La Germania è vittoriosa perché è necessario, per l’equilibrio nel mondo, che essa sia di nuovo creata, qualsiasi cosa possano pensare l’Occidente o l’Oriente. Non ci sarà pace fino a quando la Germania non sarà riportata a quello che è stata».
Così, mentre in Occidente, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il nazismo veniva identificato con il «male assoluto», nel mondo arabo, scrive padre Sale, «esso continuava a raccogliere l’entusiasta simpatia di molti». In larghi settori del mondo arabo, in particolare quelli legati al fondamentalismo islamico, il ricordo di Hitler rimane dunque ancora vivo e le sue opere vengono ancora tradotte e divulgate. Alcuni fatti recenti, inoltre, dimostrano chiaramente, secondo lo storico gesuita, «che una certa mentalità, diremmo filonazista e antisemita, è condivisa anche da alcuni leader politici e religiosi del mondo islamico». Come attestano le dichiarazioni antisemite e riduzioniste sulla Shoah più volte espresse dal presidente iraniano Ahmadinejad, o come, conclude Sale, «le farneticanti dichiarazioni di alcuni capi religiosi islamici, che ritengono che l’Europa, anziché aborrire il nazismo, dovrebbe lodarlo per il fatto di aver allontanato il pericolo ebraico dal vecchio continente». (Il Giornale.it)

Il moderato presidente dell’inesistente Stato di Palestina, il tizio che Bersani e Monti e anche le gerarchie cattoliche e quel bizzarro individuo che è il Patriarca di Gerusalemme stanno omaggiando,  ha dichiarato che il Gran Mufti di Gerusalemme è uno dei suoi eroi in assoluto. Dimmi chi sono i tuoi eroi e ti dirò chi sei.
Il peggio non è ancora questo. Questo gentiluomo ha detto che esiste una vera Trinità.
Avete letto bene. Le tre persone della Trinità?
Gesù Cristo, palestinese secondo Abu Mazen, precursore di Maometto, prima persona della Trinità.
Il Gran Mufti di Gerusalemme, colui che ha spinto Hitler a rinunciare all’espulsione degli ebrei in favore dell’antieconomico sterminio, è la seconda persona.
Arafat, autore di molte cose ma dovendolo descrivere in un’ unica riga, ricordo una sua frase pronunciata nel 1985 ad Algeri: noi li sgozzeremo tutti e sgozzeremo i feti nelle madri.
Questo è Gesù nel mondo arabo palestinese, la prima persona di un trio i cui altri due componenti sono gli artefici di un genocidio riuscito e di un genocidio programmato.
E questo è il motivo per cui è fondamentale non solo per l’economia, ma per la decenza umana, per sei milioni di vittime innocenti, per i cardinali e i vescovi uccisi a Dachau, per i sacerdoti uccisi ad Auschwitz, e per l’Uomo che duemila anni fa ha messo i suoi passi sulla sabbia della Galilea, che Monti e Bersani perdano le elezioni.
Seconda domanda: perché la Chiesa permette questa profanazione senza protestare?
Silvana De Mari