Oggi è il giorno della Giornata Missionaria, istituita da Pio XI.

Il missionario era un signore dotato di grande coraggio e abnegazione che lasciava la sua terra per terre lontane, climi infami, insetti a profusione e uno sterminato numero di nuove malattie.

Oggi tutti noi abbiamo l’infinita fortuna di potere essere missionari senza lasciare le nostre case, le nostre cucine, il frigorifero e il televisore.

Le persone da convertire ci hanno fatto la cortesia di venire fino da noi. Potrebbe essere l’invasione, con definitiva distruzione dell’Europa cristiana, o potrebbe essere l’occasione perché possano conoscere la libertà di parole, la dignità, la ricchezza economica che si è sviluppata nelle terre dove la spiritualità biblico evangelica ha permesso lo sviluppo umano, e quindi per conoscere il cristianesimo.

Molti cristiani credono che l’islam conosca e riconosca Cristo. Questa aberrante idiozia è addirittura scritta su opuscoli stampati da diocesi, o usati per il cosiddetto insegnamento religioso nelle scuole.

Nell’islam c’è un tizio che si chiama Gesù Cristo, figlio di una tizia vergine che si chiama Maria, che non è Gesù, ma la sua negazione. Un individuo duro, aspro, che non muore in croce. Il concetto della dignità, della sacralità del dolore nell’islam non c’è. Il Cristo islamico non muore in croce, lascia una specie di controfigura al proprio posto e assurge in cielo, dove si sollazza con una ventina di vergini al giorno in più rispetto allo standard, come i terroristi delle Torri Gemelle, perché è uno dei profeti.

Questo Cristo crudele e osceno è la negazione del cristianesimo.

La stragrande maggioranza degli islamici crede di conoscere Cristo perché questo nome è già incluso nel canone islamico. La stragrande maggioranza dei sacerdoti e dei cristiani non parla di Cristo perché ha dimenticato che l’evangelizzazione, la diffusione della buona novella, quello che oggi è di spregiativamente chiamato fare proselitismo, è il primo compito.

Giustamente.

Ovviamente.

Se vedo qualcuno fare qualcosa di sbagliato, maneggiare alcol vicino a una fiamma, tenere una ferita sporca, non è mio compito dirgli che c’è una maniera migliore per fare le cose?

Se ci avviciniamo alle persone nate nell’islam e cominciamo a chiedere: parlami della tua religione, io poi ti parlerò della mia, le persone nate nell’islam restano affascinate dalla figura di Cristo, la vera figura di Cristo, che incontrano per la prima volta.

Assioma 1: il cristianesimo è “migliore” dell’islam. Mi limito a questa riassuntiva parola.

Assioma 2: la gente vuole il meglio per sé e per i propri figli.

La conclusione? La conclusione è che se ci togliamo il bavaglio che il politicamente corretto ci ha imposto, la situazione potrebbe essere molto meno difficile di quello che sembra.

La mente delle creature umane è fatta per crescere, per conoscere. Chi ha la verità e non la sparge in giro rientra nella definizione di avido, lo stolidamente ricco, quello che non passerà per la cruna dell’ago. La verità è come la fiamma di una candela, che ne accende altre che ne accende altre. Una diventa mille.