Non c’è limite all’indecenza. Hanno perso il senso del ridicolo. Ascoltare in televisione il ministro Saccomanni che con la sua flemma ripete che la crisi globale è finita, che l’Italia deve agganciarsi al treno della ripresa mediante riforme strutturali, è come fare letteralmente “tre passi nel delirio”. Nella settimana in cui, il rapporto Debito/PIL supera il 133%, i senza lavoro sono superiori ai 6 milioni di persone e nonostante ciò si continuano a far entrare ogni anno 250.000 migranti (per lavorare poi  chissà dove visto che lavoro non c’è), dal Governo partono misure incisive e concrete per il rilancio dell’economia reale. Ma quali esattamente? Non certo i  14 euro mensili in busta paga per i lavoratori, non certo i pagamenti dei debiti che le Amministrazioni Pubbliche hanno nei confronti del settore privato, ….

Il Governo italiano riesce in una cosa soltanto: nel camuffare la realtà ricorrendo a mezzucci  e sotterfugi.

Infatti, se da un lato la tanto decantata “Legge di stabilità per il 2014” ha permesso all’Italia di non sforare “formalmente” il tetto del 3% del deficit di bilancio consentendo al Governo Letta di inviare alla UE un fax pieno di rassicurazioni , dall’altro lato mancano all’appello ancora circa 3 miliardi di euro che il Governo deve trovare entro la fine dell’anno per la questione IMU e ammortizzatori sociali ( scusa Fabio Fazio, ma una domandina sul tema “reperimento risorse 2013” potevi anche farla al Ministro,no?!invece non se ne parla, mah…).

Ora quello che sfugge ai più temo sia l’ordine di grandezza della cifre.

Si fanno manovre da 15 miliardi, si cercano anche sotto il materasso risorse per 2,7/3 miliardi per il 2013, ma si pagano ogni anno circa 80 miliardi di euro d’interessi sul debito!! Cosa si potrebbe fare se lo Stato riducesse gli 80 miliardi a 10-15 ? Se a questa situazione di grave sofferenza aggiungiamo anche la quota interessi a carico del settore privato, si raggiunge l’incredibile  cifra di 200 miliardi di euro pagati ogni anno al sistema bancario sottoforma interessi sul debito totale.(pubblico e privato)

Ogni anno una quota pari al  13% del PIL viene sottratta  all’economia reale sottoforma d’interessi; poi ci si chiede come mai l’economia sia in depressione. Ma va la!

Le soluzioni alla crisi poste in essere dalla “troika” sono state fallimentari, demenziali, malvagie. Si è deciso di salvare il sistema finanziario a danno dell’economia reale, condannando alla miseria e povertà interi popoli e nazioni.

C’è una sola cosa da fare: uscire dall’euro e da tutta quella infinita serie di  inutile sovrastrutture create al fine di limitare la sovranità nazionale. 

Le cause che nel tempo  hanno portato l’Italia all’attuale condizione di profonda crisi sono le seguenti:

1- l’adozione dell’Euro, che di fatto ha sottratto la Sovranità Monetaria al paese non potendo più realizzare una propria politica monetaria;

2- il “divorzio tra il Governo e la Banca d’Italia” del 1981, a seguito del quale non è stata più realizzata la politica di “repressione finanziaria” sui tassi d’interesse del debito pubblico;

3-  l’abolizione della legge della preferenza comunitaria a partire dal 1973  culminata nell’adesione al WTO, che  ha segnato l’avvio di una progressiva deregolamentazione negli scambi internazionali ed i cui effetti  sono stati esattamente l’opposto di quelli che vennero prospettati alla pubblica opinione in sede di realizzazione ed avvio dei Trattati commerciali; infatti sia per i lavoratori, oltre che per le imprese, fintanto che resse il protezionismo, essi vissero in una sorta di paradiso, perché al riparo dalla  concorrenza di manodopera a basso costo ( cinesi, indiani,turchi,messicani,…) e dalle delocalizzazioni produttive.

Come risultato di questa, potremmo definirla, insuperabile,ineguagliata e difficilmente battibile serie di errori di carattere politico,economico e strategico operati nel corso degli ultimi 30 anni, il nostro Paese è oggi sotto il totale controllo  della finanza globale e dei mercati, senza alcuna possibilità di modificare la quantità di  moneta, che come ripetiamo, è al centro del funzionamento del sistema economico.

Il ricatto su cui poggia l’odierno equilibrio finanziario in Italia vede come attori principali il Governo da una parte e la BCE,il FMI e la UE dall’altro.

Infatti, l’economia è in depressione ed il Governo è ostaggio della Troika al punto che per saldare i pagamenti in arretrato della P.A.  deve chiedere il nulla osta alla UE ed aumentare le tasse fino a soffocare l’economia reale.(“Se il deficit supererà il 2,9% del PIL, i pagamenti saranno automaticamente sospesi” impongono dalla UE)

La depressione dell’economia italiana è essenzialmente dovuta ad una improvvisa ed artificiale restrizione della moneta, operata simultaneamente sia dallo Stato che dal sistema bancario.

 

Non credete alle favole!! Nessuna riforma del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione,della previdenza sociale, riduzione degli sprechi o liberalizzazioni potrà risollevare le sorti dell’economia se non dopo aver immesso nuova moneta nel sistema. Ma per tornare ad immettere moneta nel sistema è necessario uscire dall’Euro e riappropriarsi della Sovranità Monetaria e del controllo sulla Banca Centrale.