Abbiamo un debito totale di quasi 4.000 miliardi di euro, distribuito equamente tra settore pubblico e settore privato. Come si è potuti arrivare ad una simile dimensione?  La tabella che segue ci permette di riflettere su alcune  situazioni.

 

Indubbiamente la cosa più sconcertante è verificare l’entità degli interessi pagati dallo Stato italiano sul proprio stock di debito: più di 3.000 miliardi di euro dal 1980 ad oggi!!!direi che i creditori sono stati ben pagati… forse troppo ben pagati!!

Altra considerazione è da fare sull’entità del saldo primario di bilancio,che nel corso di questi ultimi  anni, ha prodotto un valore positivo di 740 miliardi di euro che però, a causa della spesa per interessi sul debito, ha fatto si che i deficit reali divenissero sempre più considerevoli. Insomma nonostante una serie di politiche improntate ai tagli di spesa e risanamento dei conti pubblici, i risultati ottenuti sono  pari a ZERO!! Nulla!! Il debito non si riduce di una virgola!!!Anzi.

Se infatti consideriamo anche la dinamica del debito privato (famiglia, imprese, banche), oggi abbiamo un livello di debito complessivo di circa 4.000 miliardi, sul quale gravano interessi annuali di circa 160 miliardi di euro ( interessi sul debito pubblico => 2000 x 4% = 80 miliardi)+ (interessi sul debito privato =>2000 x4%=80 miliardi) = 160 miliardi di euro l’anno

Sono praticamente oggi  il 10% del PIL!!

Quanto alla spesa pubblica, erroneamente considerata la principale causa della crescita del debito, credo sia utile osservare il seguente grafico:

 

Si osserva che il rapporto Spesa Pubblica / PIL è salito vertiginosamente negli anni 70 per poi stabilizzarsi a partire dagli  anni 80 in un range di variazione compreso tra il 46 ed il 53% del PIL. Ma il debito pubblico invece è passato nello stesso arco temporale dal  56,1 al 130% del PIL!!!! Come si può dire dunque che è la spesa pubblica la principale responsabile del debito pubblico? Perché non dicono la verità, ovvero che sono gli interessi passivi sul debito che lo Stato paga ai creditori (principalmente banche, fondi hedge, istituzioni finanziarie,…) la ragione della nostra rovina finanziaria?

 Possiamo dunque affermare che le cause che han determinato la crescita del debito pubblico, sono sostanzialmente  tre:

1 -  l’abolizione degli accordi di Bretton Woods del 1971,  con cui il Dollaro si sganciò dalla convertibilità in oro e da quel momento ne furono stampati troppi; le valute iniziarono a fluttuare tra loro passando da un sistema a cambi fissi ad uno a cambi flessibili. Questo cambiamento del sistema monetario è quello che ha permesso questa  Globalizzazione basata sul mantenimento di colossali deficit esteri cronici. Ovviamente anche la Lira fu agganciata al Dollaro dal 1949 al 1971, come tutte le altre valute occidentali; i cambi erano fissi rispetto al dollaro che a sua volta era fisso rispetto all'Oro e in questo modo era impossibile avere disavanzi esteri sistematici (come hanno gli USA oggi) e nessuno poteva stampare dollari in eccesso, perchè le riserve di oro erano limitate .

Quando si realizzava un deficit estero,  l'oro usciva dal Paese ed si era  costretti a dare una stretta monetaria alzando i tassi d’interesse, creando una recessione, limitando i consumi, facendo così scendere i salari e i prezzi. In questo modo il valore delle monete rimaneva sempre "allineato" e nessuno era sopravvalutato o sottovalutato. Questo era un meccanismo "duro", automatico, che disciplinava sempre tutti e impediva l'inflazione.

Il seguente grafico mostra come il debito sia cresciuto esponenzialmente da tale data:

 

2 – l’abolizione della legge della preferenza comunitaria nel 1973, secondo la  quale, l'80% degli scambi commerciali ( prodotti agricoli e beni di consumo)dovevano avvenire dentro la Comunità Europea, ha segnato il punto di svolta per l’avvio di una progressiva deregolamentazione negli scambi internazionali. Anche per i lavoratori, oltre che per le imprese, fintanto che resse il protezionismo,   vissero in una sorta di paradiso, perchè non soffrivano la concorrenza di centinaia di milioni di turchi, polacchi, cinesi, indiani, egiziani, messicani, giapponesi, coreani, taiwanesi.

Dal 1973 in poi, le cose cambiarono notevolmente come testimoniano anche i numerosi lavori del più grande economista del secolo scorso,il premio Nobel Maurice Allais che ha scritto invano libri su libri e articoli su articoli  per mostrare che dal 1973 in poi  la disoccupazione in Europa è raddoppiata ; fino ad allora era stata sul 5% per 20 anni, ma una volta aperto il mercato europeo ad importazioni a basso costo l'occupazione e i salari europei ovviamente hanno sofferto.

Il seguente grafico mostra l’andamento dell’occupazione in Francia dai primi anni 50 fino agli anni 90 ed evidenzia gli effetti della globalizzazione sulla forza lavoro:

3 – il divorzio tra la Banca d’Italia ed il Governo del 1981, con il quale si impediva alla Banca Centrale di sottoscrivere i titoli del debito pubblico obbligando lo Stato ad indebitarsi verso il mercato a tassi d’interesse maggiori del tasso d’inflazione. Fin dal 1950 lo Stato si finanziava stampando moneta e tenendo dei controlli ai capitali per cui quando si emettevano titoli di stato questi  rendevano meno dell'inflazione  (repressione finanziaria come la definisce il FMI) e non li voleva quasi nessuno. Se la gente però non li comprava, la Banca d'Italia finanziava lei il governo; se si  esagerava si creava inflazione e pressione sul cambio, le riserve di oro diminuivano, si alzavano i tassi, si riduceva il credito disponibile,l'economia rallentava ecc..ed il sistema si stabilizzava di nuovo.

Quando nel 1971, il dollaro si sganciò dall'oro, la Banca d'Italia era ancora nella condizione di poter finanziare lei il governo, questo era libero di stampare moneta senza il vincolo esterno dell'oro. Cosa successe, il cambio andò a picco ? No, si svalutò contro dollaro, ma non molto.
Questo fino al 1981 quando si "tagliò" il legame tra Bankitalia e Governo vietando alla prima di finanziare il secondo e obbligando lo Stato ad andare ad indebitarsi sul mercato vendendo BTP e remunerando gli investitori con tassi ben superiori all’inflazione.. Questo rese il cambio della lira più stabile ? No,esattamente produsse l’effetto contrario come si vede dal grafico seguente.

In altre parole oggi abbiamo invertito tutti e tre gli elementi del sistema monetario che avevano fatto ricca l'Italia durante il miracolo economico. Attualmente ci troviamo dunque in una situazione in cui:

a – la Moneta elettronica e cartacea viene emessa dalle Banche Centrali e dal sistema bancario senza alcuna riserva di valore;( creata dal nulla)

b – tale emissione di Moneta è volta al finanziamento di crescenti deficit sia di bilancio che esteri, come nel caso degli USA favorendo la formazione di debiti colossali;

c – la Globalizzazione selvaggia ed indiscriminata ha travolto sia le imprese che i lavoratori dei paesi occidentali a vantaggio di quelli asiatici e sudamericani.

Una conclusiva osservazione va fatta a proposito del confronto tra il debito pubblico italiano e quello di paesi come l’Inghilterra; osservando il grafico si nota come i due valori tendano a divergere nel tempo, cioè mentre il debito pubblico italiano sale, quello inglese scende. Perchè?

Il motivo è piuttosto semplice: laddove non è lo Stato ad indebitarsi, a farlo debbono essere i privati come accade in UK e  negli Usa.

Infatti se andiamo ad analizzare il livello d’indebitamento delle famiglie ed imprese (debito privato) osserviamo che questo assume valori di assoluto rilievo in tutti quei paesi che non hanno invece un elevato debito pubblico, come si nota dal seguente grafico :

 Ma a che punto siamo oggi?

Il PIL è praticamente fermo al livello del 2007 , mentre il debito rispetto al 2007, è aumentato di  400 miliardi di euro!!

La spesa per interessi sul PIL è in crescita sia in termini percentuali che assoluti, il che significa maggiori tasse , minori servizi e riduzione della spesa pubblica.

Tutto questo nonostante lo Stato italiano abbia negli ultimi 20 anni realizzato avanzi primari di bilancio per una cifra di 740 miliardi di euro, che non ha eguali in Europa. Ma non è servito a nulla e non serviranno a nulla i sacrifici futuri, i decreti del “Fare”, i provvedimenti tardivi per pagare i debiti della pubblica amministrazione, la caccia all’evasore condotta sui media come se di tutto sto macello l’evasione e l’economia sommersa  fossero  i principali responsabili!!

Ora tornano alla carica per vendere, ops… svendere i gioielli di Stato a qualche Fondo Sovrano, qualche banca cinese,araba,americana impoverendoci ancor di più e privando il Paese di asset strategici. Sono una manica di somarelli che non capiscono il mondo in cui vivono e quel che è peggio è che le nostre esistenze dipendono dal loro operato. Siamo messi male. Molto male.

La chiave di tutto è capire come funziona  l’economia, cosa è la moneta, chi la emette,perché siamo giunti a questo livello di debito globale colossale,come si spiegano i 640.000 miliardi di operazioni in derivati rispetto al PIL mondiale di 70.000 miliardi (addirittura il PIL globale è inferiore alla cifra di  100.000 miliardi che ogni anno si pagano per gli interessi sul  debito mondiale).

La moneta è la chiave di tutto ed  uscire dall’euro non basta. Bisogna avere un piano, semplice,realizzabile e che porti immediati benefici all’economia reale. Quel piano ora c’è. Devono darci la forza per realizzarlo, ora, subito, prima che sia tardi.

L’Unione Europea, la tecnocrazia, il sistema bancario ( banche centrali e banche commerciali), la burocrazia, l’Euro  sono la nostra prigione. Dobbiamo uno ad uno, aprire dei varchi nelle menti delle persone, perché è possibile tornare a crescere,perché è possibile vivere degnamente, perché la speranza possa nuovamente trovar posto in questa nostra splendida, meravigliosa,inestimabile  Italia.