Lo sforzo di capire la realtà che ci circonda è un atto nobile e necessario per giungere alla conoscenza ed alla verità. In una condizione di grave sofferenza come quella attuale, in cui la maggior parte degli economisti,  politici, blogger, giornalisti economici (anche il buon Giannino è tornato in auge) si esprimono sostanzialmente a favore della permanenza nell’euro, del fiscal compact, dell’austerity, sposando la linea di coloro che pensano che “la colpa della situazione attuale sia dello spreco, dell’evasione, della burocrazia, dei politici che hanno male amministrato,..” è molto complicato cercare di produrre un pensiero che non sia quello veicolato dai media.

Ci proveremo lo stesso, nonostante tutto, perché la partita che si sta giocando sul futuro degli italiani, spagnoli, portoghesi, greci è troppo importante e rischia di segnare la qualità della vita delle future generazioni.

La cosa più importante da comprendere è che restando dentro l’euro ed i suoi demenziali meccanismi ed  apparati (leggasi BCE, MES,…) non c’è via di scampo. Siamo finiti.

L’euro e tutto il suo corredo di sovrastrutture sono una truffa; in pochi anni han ridotto l’Italia, sesta economia mondiale, a paese del “terzo mondo”, distruggendo la sua economia industriale, la sua agricoltura, il turismo, sostanzialmente sacrificando intere generazioni al mercato finanziario globale che detta le regole del gioco. E questo in cambio di cosa? … del nulla assoluto.

Osservando il seguente grafico, possiamo farci una idea dell’impatto dell’euro sul reddito degli italiani:

Forse qualcosa non è andato come nei piani originari, qualcosa deve essere sfuggito ai creatori della più grande idiozia della storia monetaria globale.

Con l’avvento dell’euro, i tassi sui mutui scesi al 2% , tutti o quasi han potuto comprar casa anche senza avere risparmi (ricordate la pubblicità di quello che entrava in banca con una porta e l’impiegato lo rassicurava dicendo “Il resto ce lo mettiamo noi”: ed infatti oggi, la banca si è ripresa la casa e non gli ha ridato indietro nemmeno la porta!), i prezzi degli immobili sono ben saliti al punto da formare una enorme bolla speculativa sul mattone, come si comprende dal seguente grafico:

 A fronte di questo mercato immobiliare drogato dalla liquidità delle banche, le statistiche dalla Banca d’Italia ci dicono che gli italiani sono ricchi perché posseggono una notevole ricchezza immobiliare ma è una falsità. E’ l’eccesso di credito che ha generato questa ricchezza fittizia, come si comprende dall’osservazione del seguente grafico.

 

I mutui son passati dai 60 miliardi erogati nel 2006 ai 26 del 2012!!! – 55% in appena 6 anni e la tendenza è per una continuazione della restrizione del credito. Neppure l’investimento sul mattone ci salverà dalla crisi, anzi è stato la sua origine. Con la diminuzione dei prezzi degli immobili, anche la ricchezza degli italiani svanirà così com’era comparsa.

Ok! Magari il reddito si è ridotto, la ricchezza si ridurrà a breve, ma in compenso con l’introduzione dell’euro  e della globalizzazione la disoccupazione sarà diminuita. Guardiamo dunque la prossima tabella:

 

Eh  no!!!  Dunque per adesso l’euro ci ha ridotto il reddito, la ricchezza ed ha creato maggiore disoccupazione!

Cavolo! Però vuoi vedere che  almeno all’industria avrà fatto bene  avere una moneta comune come l’euro, una valuta forte e rispettata sui mercati al contrario della nostra lira? Guardiamo con attenzione il seguente grafico:

 

… anche l’industria nazionale è stata distrutta dopo l’avvento dell’euro, tornando al livello del 1990 e se non invertiamo la marcia scenderà ancora.

L’euro è dunque un disastro su tutti i fronti !!

Ma si ecco…finalmente ho trovato!! l’euro ci ha fatto risparmiare miliardi d’interessi sul debito pubblico che già negli anni ‘90 stavano esplodendo. Infatti dai 156 miliardi di euro del 1993 oggi paghiamo “solo” 90 miliardi d’interessi l’anno. Peccato però che il debito pubblico oggi  sia  composto essenzialmente di soli interessi e ben presto, anche con l’euro torneremo sopra i 100 miliardi d’interesse annui. Inoltre, quale presa in giro finale, gli interessi sul debito pubblico li paghiamo noi attraverso le tasse e finiscono dritti  nelle tasche del sistema bancario globale, visto che ad oggi le famiglie italiane detengono solo il 10% del debito complessivo.

Tutto questa serie di nefandezze, di sofferenze, potrebbero finire nel breve volgere di alcune settimane.

Basterebbe  semplicemente applicare ciò che stiamo dicendo da tempo per tornare a crescere, per dare una speranza ai giovani, per ridare dignità ad un popolo che non merita di essere trattato come una massa di spendaccioni, ladri, evasori, nullafacenti, scansafatiche.

Ma occorre coraggio.

Dobbiamo tornare padroni del nostro destino, smettere di mendicare aiuti esterni, tornare a controllare la politica monetaria e ristabilire un sistema come quello che ha perfettamente funzionato fino al 1981.

Insieme ce la faremo.