Ci risiamo. Di nuovo le slides, di nuovo promesse, di nuovo numeri a casaccio. A questo punto è chiaro che il soggetto soffre di qualche tipo di alterazione della personalità, come giustamente lo psichiatra Paolo Cioni ha fatto notare:

“ …se Renzi non fosse, come politico, un professionista dell’apparire, cioè se parlassimo di una persona con un ruolo sociale normale e che si comporta spontaneamente, ci sarebbero due ipotesi di tipo psicologico, tra loro alternative, per spiegare il suo su descritto comportamento:

A -soggetto appartenente allo spettro bipolare, ovvero a un temperamento ipertimico (grandi energie, grandi idee, sopravvalutazione delle proprie capacità e mezzi, con pari incoscienza dei propri limiti e cecità ai propri insuccessi):

B - soggetto con un disturbo paranoico (che le moderne classificazioni psichiatriche, v. DSM-5, tendono sempre più ad ignorare), cioè una struttura mentale in cui il soggetto ha una percezione grandiosa ed irrealistica di se stesso, della propria missione, un po’ come Don Chisciotte, e come il cavaliere della Mancha è esposto al rischio di uno scontro improvviso e psicologicamente insostenibile con la realtà, e al conseguente crollo dell’umore (Don Chisciotte arriva a morte in questo modo, quando appunto rinsavisce)”

Per capire fino in fondo la marea di stupidaggini che il Governo del Buffone va dicendo e che i media rilanciano a sette colonne, non è necessario aver studiato ad Harvard, possedere chissà quali competenze, ma basta una sufficiente dose di buon senso.

Per capire, dobbiamo farci delle domande ed ottenere risposte adeguate.

Perché si fanno le riforme o meglio, per chi si stanno facendo le riforme?

Non per gli italiani cui non entrerà un solo centesimo nelle tasche, non vi saranno nuovi e migliori servizi pubblici (nella Sanità ad esempio, è in atto uno smantellamento progressivo delle prestazioni, chiusure di plessi, accorpamenti realizzati in ossequio ai tagli alla spesa per rientrare nei demenziali parametri dei Trattati, … ), né vi saranno più lavoro e redditi in aumento.

Le riforme del Governo Renzi servono solo a “rendere più attraente il nostro Paese e le sue ricchezze agli occhi di potenziali investitori stranieri”; così vendiamo l’Enel, l’Eni, Finmeccanica, Alitalia, le Poste solo per far cassa, perché questo Governo è nella realtà, la più becera espressione del sistema predatorio che vede al vertice della piramide il sistema bancario.

La riforma del Senato, della scuola, della giustizia non miglioreranno la nostra economia, non aumenteranno il reddito e non creeranno nuovi posti di lavoro.

Il tentativo di riforma del mercato del lavoro, con al centro sempre l’articolo 18, è poi una presa in giro. Questa gente, il ministro Poletti, Renzi, Padoan, i sindacati, le associazioni di categoria sembra che vivano su Marte. C’è chi vuol eliminare ogni forma di tutela a favore del dipendente e chi invece è arroccato per difenderle tutte, ed anzi ne pretende di nuove. Ma da dove venite? Quali interessi realmente difendete? Non certo quelli di chi oggi non lavora, di chi ha perso, a causa della crisi, il proprio impiego e fatica a ricollocarsi.

A questa marmaglia vociante, indifferente alle sofferenze degli italiani, vorrei far osservare il seguente grafico che dovrebbe aprire gli occhi a quanti si illudono che con due leggine, cancellando l’articolo 18 o creando l’ennesima fattispecie contrattuale, possa ripartire l’occupazione. Banda di fessi!

 

Questo che vedete sopra è il costo totale per ora lavorata in diversi paesi del mondo. Si va dai 4 dollari l’ora dei messicani, ai 0,40 centesimi di dollari dei lavoratori etiopi. Nel complesso, mi sembra importante osservare che le poche nazioni riportate in questo grafico assommano ad una offerta di manodopera totale di ben 3 miliardi di anime.

In Italia, il costo medio per ora lavorata è di circa 28 euro!! Il costo di un’ora di lavoro in Italia, equivale a 90 ore di lavoro in Etiopia.

Ora cerchiamo di essere realisti; se qualcuno di voi dovesse avviare un’azienda per realizzare una qualsiasi produzione industriale (scarpe, bottiglie, minuteria, vetro,…), sulla base di condizioni come quelle sopra esposte, dove il costo del lavoro presenta differenze enormi, chi tra voi avvierebbe l’attività in Italia o anche in Europa?

Potete voi pensare che basteranno le promesse di riforma di Renzi per creare le premesse per nuovi posti di lavoro in Italia?

Con ciò non si vuole dire che si deve pagare meno il dipendente in Italia, anzi l’esatto contrario; è parte integrante della nostra visione del sistema economico nel suo complesso, quello di prevedere per i dipendenti del settore privato, un salario netto minimo di 10 euro l’ora. Ciò che si vuol porre nuovamente in evidenza, è come la globalizzazione, voluta dalla politica, dai sindacati, dalla multinazionali ha distrutto in modo definitivo la speranza di un futuro dignitoso per intere generazioni, che oggi si trovano a dover competere con 3 miliardi di persone che guadagnano 50 euro al mese.

E Renzi, Poletti e compagnia bella, anziché dire che “la globalizzazione è stata la più grande follia della storia dell’umanità”, propongono riforme e stupidaggini varie, senza tener conto del fatto che il mondo non coincide con l’Italia, che la produzione va dove è più conveniente ed il capitale si sposta dove ha maggior remunerazione.

Che Dio ci protegga dalla stupidità.