In qualche modo lo avevamo già previsto: dopo aver dato libero sfogo allo “stampar moneta”, leggasi QE per salvare il sistema bancario al collasso, dopo aver imposto l’Austerity per tenere sotto controllo i conti pubblici e cercare di ridurre il debito  con risultati a dir poco  penosi, restava loro da giocare solo un’ultima decisiva carta.

Il prelievo forzoso sui depositi, già sperimentato nella piccola isoletta di Cipro e proposto dal FMI, per il momento sarebbe limitato al 10% (ma  state  certi che non basterà il 10, forse neanche il 20% per avere un impatto significativo sui debiti pubblici).

Il documento nel quale è messa nero su bianco la nuova fantastica iperbolica proposta è il Fiscal Monitor dell’Ottobre 2013, un testo di circa 106 paginette dove a pagina 49 si trova il suggerimento in tema di  tassazione del FMI:

 

Dunque, dopo aver spremuto all’inverosimile lavoratori ed imprese, dopo aver artificialmente sottratto moneta al sistema economico riducendo il credito bancario al settore privato ( famiglie ed imprese), dopo aver indotto il Parlamento nazionale a legarsi il cappio al collo inserendo in Costituzione il Fiscal Compact e la folle idea del pareggio di bilancio, ora stanno programmando di raschiare il fondo del  barile attraverso  la patrimoniale sui depositi.

Cosa altro devono fare perché si comprenda che stiamo soccombendo in una guerra in cui siamo purtroppo nudi e disarmati? Che cosa tiene ancora a freno il popolo italiano? Occorrerà forse vedere realizzata la privatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale per far sì che qualcuno decida di alzare con forza la propria voce? O che vengano magari bloccate le erogazioni di pensioni e prebende varie?

Dobbiamo comprendere una volta per tutte che:

1-    La nostra classe politica è inconsistente quando non collusa col sistema che la mantiene;

2-    La nostra rappresentatività, passando necessariamente attraverso costoro, è prossima allo zero assoluto;

3-    I sindacati, le organizzazioni e le associazioni di categoria, dimostrano di non comprendere dopo anni di crisi, la globalità del problema, impegnate come sono a cercare di salvaguardare quel che resta del loro orticello.

Dobbiamo far comprendere che il problema di base, il vero nemico contro cui combattere è il sistema bancario nel suo complesso, la creazione di moneta lasciata in mano alle banche commerciali e sottratta al controllo dello Stato, la capitalizzazione degli interessi sul debito totale (debito pubblico, delle famiglie, delle imprese e delle banche) che essendo pari a 326% del PIL, comporta una spesa annua per interessi complessiva superiore al 13% del PIL!!

Sono numeri impressionanti: ogni anno spendiamo più di 200 miliardi di euro per ripagare debiti mentre il Governo fa manovre di circa 10/15 miliardi e non trova i soldi per assicurare copertura finanziaria ad un taglio “ridicolo” del cuneo fiscale!! 

Siamo destinati ad una lenta e dolorosa agonia.

La soluzione della crisi finanziaria non è complessa, non richiede sacrifici, lacrime e sangue, ma solo buon senso, competenza e coraggio.

Il coraggio di fare l’interesse delle persone e non quello delle banche; il coraggio di denunciare un sistema basato sull’usura e sull’interesse in cui prevale la finanza sull’economia.

Queste idee, questa impostazione, non è frutto di personali deduzioni ma trovano riscontro in buona parte del mondo  accademico economico, tanto che anche il vincitore del premio Nobel per l’Economia, Robert Shiller, ha teorizzato l’inefficienza dei mercati e la pericolosità di questi nel produrre ciclicamente boom economici e depressioni.

Andiamo avanti con determinazione, avendo chiaro il nostro obiettivo: la Sovranità Monetaria, la possibilità di emettere moneta di Stato senza interesse.