La proposta che segue è tratta da una formulazione di Ron Unz, politico repubblicano Usa e fondatore di Wall Street Analitycs, che ha sviluppato questa idea nel corso di alcuni anni.

Già nel 2007, all’indomani della crisi finanziaria che ha travolto il sistema bancario americano , colpevole di aver creato una gigantesca bolla immobiliare fornendo credito e mutui al settore, Unz aveva iniziato a proporre l’idea di un salario minimo netto per i dipendenti del settore privato di 12 dollari l’ora.

Questa proposta è tutt’oggi dibattuta negli Stati Uniti e vede contrapposti, da un alto economisti ortodossi liberisti, fautori del libero mercato e della globalizzazione, e dall’altro coloro che come Unz ed il Prof. Wadha  ritengono possibile migliorare le condizioni di vita dei lavoratori americani imponendo per legge un salario orario minimo.

Ad una riforma del sistema bancario, all’uscita dall’euro ed alla sottrazione dell’Italia al ricatto dei mercati finanziari, dovrebbe seguire contestualmente una riforma del mercato del lavoro che introduca nel settore privato un salario minimo orario netto di 10 euro (10 Nuove Lire).

Questa misura è di gran lunga da preferirsi all’introduzione di un reddito di cittadinanza perché avrebbe la forza dirompente di stimolare la ricerca del lavoro e non la ricerca dell’ozio e della passività.

Il ragionamento alla base della proposta è semplice: bisogna operare per spostare radicalmente l'asse dell'economia e della società dalla rendita parassitaria, quella dei politici e degli alti burocrati, quella della rendita finanziaria dei BTP che rendono un 3,5% al netto dell'inflazione senza rischio, quella della rendita immobiliare, al lavoro. Ma l'85% del lavoro è dipendente e circa il 70% di questo viene retribuito sempre meno, a causa essenzialmente dell’insostenibile livello della tassazione  e della globalizzazione che fornisce riserve illimitate di manodopera a basso costo.

Se dunque lo Stato contestualmente ricominciasse  a creare moneta, per una cifra di 150 miliardi di euro sui circa 700 che incassa oggi di imposte, si potrebbero ridurre i contributi a carico alle aziende di almeno 2 euro all'ora e in generale dimezzare Irpef, Irap e IVA per cui il costo del lavoro verrebbe ridotto e la competitività delle imprese migliorerebbe.

Un salario minimo orario a 10 euro (10 Nuove Lire)  avrebbe effetti dirompenti sulla società e sull’economia perché:

1 – consentirebbe ai giovani italiani di mettere su famiglia, di guadagnare abbastanza da avere figli, quindi invertirebbe il declino demografico che sta facendo sparire gli italiani come popolo.

2 -  bloccherebbe indirettamente l'immigrazione, perché una volta che le aziende private si accorgeranno di dover pagare i lavoratori  decentemente, la preferenza per assumere il filippino, il nigeriano, l'albanese si ridurrebbe  molto in fretta. Non ci sarebbe bisogno di fare leggi restrittive nei confronti dell’immigrazione come si possono permettere in Asia o di pagare per rimpatriarli come fanno in Gran Bretagna, basterebbe  imporre che in Italia la gente venga pagata di più.

3 – motiverebbe gli italiani, specialmente giovani, a lavorare di più e meglio, al contrario di oggi dove i lavoratori ricevono stipendi “da fame”, che non permettono ai più condizioni di vita dignitose;

4 – stimolerebbe  la domanda di prodotti italiani in Italia, aumenterebbe la spesa ed i consumi, sostenendo la crescita dell'economia;

5 – si sposterebbe  l'asse dell'economia dal pubblico al privato, che finirebbe col pagare salari maggiori rispetto agli impieghi pubblici;

6 – si opererebbe una sorta di redistribuzione del reddito tra fasce e classi sociali, privilegiando i giovani e chi ha voglia di crescere, impegnarsi, lavorare, metter si famiglia.

Dunque, in buona sostanza, da un lato le aziende private vedrebbero ridursi i costi grazie ad una forte detassazione e dall’altro però sarebbero tenute a garantire un salario minimo orario di 10 euro l’ora, che da un lato stimolerebbe i dipendenti a lavorare di più e meglio, ed in secondo ordine permetterebbe ai lavoratori di ricominciare a spendere, consumare rimettendo in moto l’economia.

E' una questa una proposta socialista? Non direi; è sociale di sicuro perché riguarda i lavoratori del settore privato. E' anche una proposta che potrebbe essere definita nazionalista, nel senso migliore del termine, perché permetterebbe di eliminare l'immigrazione ed ostacolare la globalizzazione.

La proposta  riguarda esclusivamente il settore privato, perché nel settore pubblico più o meno 8 euro all'ora è ancora il salario reale; il problema drammatico del crollo del salario di chi lavora oggi lo si avverte  nel comparto privato. Se però si imponesse per legge che nel privato si arrivi a pagare i lavoratori come nel settore pubblico (o di più) , avremmo anche  l'effetto di spostare l'asse dell'economia tra pubblico e privato.

Chi oggi chiede invece l’introduzione di un reddito di cittadinanza, come il Movimento Cinque Stelle sbaglia, perché  i 600 euro al mese sono funzionali al degrado del Paese ed abituano a pensare che questo è quello che ti devi aspettare nella vita oggi in Italia e non stimola la produzione ed il lavoro. Anzi.

Non permette di programmare il proprio futuro con dignità ed autonomia, mentre limita inevitabilmente le proprie ambizioni, aspettative perché non permette il raggiungimento di un livello di benessere accettabile.