Passano i giorni, settimane, mesi, anni e tutto resta come prima. Anzi, a ben vedere le cose peggiorano e peggioreranno sempre di più. Aziende che chiudono, disoccupazione crescente, orde di sfiduciati che non provano neanche più a cercare un impiego. Il dato di questa settimana sulla produzione industriale è l’ennesima pietra tombale sulle presunte velleità di ripresa della nostra economia. Il comunicato ISTAT recita “A marzo 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,8% rispetto a febbraio. Nella media del trimestre gennaio-marzo l’indice ha registrato una flessione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2013, l’indice è diminuito del 5,2% in termini tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di marzo 2012). Nella media del primo trimestre dell’anno la produzione è scesa del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.”

Per meglio capire ecco di seguito un grafico che raffigura l’andamento della produzione industriale in Italia:

 

Insomma pare evidente che NON ci sono segnali di ripresa ed anzi, stiamo continuando ad affondare sempre di più in termini di impoverimento del nostro sistema industriale.

La cosa preoccupante è che adesso la frenata dell’economia comincia ad essere evidente persino in paesi che fino ad oggi avevano approfittato della debolezza dell’Italia per conquistare quote di mercato, per approvvigionarsi di denaro a costi pari ad 1/5 di quelli delle imprese nostrane.

 

Ora quali sono i rimedi proposti per stimolare la ripresa e tornare a crescere proposti dal Governo Letta?

In primo luogo abbiamo l’abolizione dell’IMU ( forse solo la sospensione o magari la riduzione ma comunque trattasi di appena 4 miliardi, praticamente ininfluente), in secondo ordine la restituzione dei crediti che le imprese private hanno nei confronti del settore pubblico per 40 miliardi da finanziarsi solo a certe condizioni e che  comunque impatteranno sul debito complessivo del Paese obbligandoci a subire nuovamente  i diktat della Troika, poi  ci sono provvedimenti di stimolo alla domanda interna per favorire la ripresa dei consumi. Quali?...non è dato sapere. Certo  non si potrà sperare nel ritorno dell’erogazione  del credito bancario perché a ben vedere gli ultimi dati di Banca d’Italia sono piuttosto negativi; i prestiti sono in forte contrazione, le sofferenze aumentano ed i depositi in conto corrente crescono. ( attenzione  perché dopo il recente pesante abbassamento del rating di Banca MPS,se tanto mi da tanto , non dovrebbe poi essere molto remota l’ipotesi di una bella tassa sui depositi  dei correntisti  per concorrere a  ripianare i debiti della banca, come Cipro insegna!!)

 

Il teatrino della politica ci sta regalando una triste rappresentazione in cui la fa da padrone l’enorme  sforzo (si fa per dire) che si starebbe compiendo per tagliare l’IMU sulla prima casa che rappresenta appena lo 0.5% della spesa pubblica. O addirittura il rifinanziamento per 1.5 miliardi di euro della cassa integrazione che, come denunciato dalla stessa INPS e dalle parti sociali, sarebbe ormai agli sgoccioli. Insomma fanno fatica a trovare 5,5 miliardi di euro!

E mentre si stanno compiendo salti mortali per far credere all’opinione pubblica che i soldi non si trovano, lo Stato, nel silenzio più assoluto dei media,giornali e tv, versa un’altra quota di 2.8 miliardi di euro al fondo salva stati ESM, che si vanno a sommare agli oltre 40 miliardi già versati tra il 2011 e 2012. Evviva!!!

Siete più sereni? Avete fiducia nel Governo Letta (leggasi Monti bis)? Credete abbiano la forza e le capacità per tirare il Paese fuori da questo triste ed agonizzante declino?

Non esiste soluzione che permetta di espandere l’economia ed incrementare il benessere della popolazione restando all’interno dell’Euro e di questa Europa, concepita male e finita peggio. Il conto alla rovescia è partito, la nave sta affondando e le scialuppe di salvataggio sono  poche; i primi riusciranno a salvarsi limitando i danni, ma qualcosa mi dice che noi  non saremo tra quelli.

Uniti, determinati, consapevoli, scardineremo questo sistema fallimentare che in poco più di un decennio, ci ha eroso gran parte del nostro livello di benessere economico e sociale, realizzando un vero e proprio crimine nei confronti della collettività.

Viva l’Italia.

Viva Io Amo l’Italia.