Buongiorno amici. L'onestà significa dire e agire coerentemente a valori in cui si crede e che si traduce nel bene comune. L’onestà è pertanto il contrario di ipocrisia, menzogna, malaffare. L’onestà in definitiva è il fondamento mentale, valoriale e comportamentale che ispira lo stato di diritto e che legittima chi è preposto a governare lo Stato e le istituzioni pubbliche.

Eppure l’onestà è del tutto assente nella cultura e nella prassi della classe politica al potere. All’opposto si è affermata la consapevolezza che per conquistare il potere bisogna essere spregiudicati e falsi: dire una cosa oggi e l’esatto opposto domani; assecondare a parole i desideri degli elettori e poi tradirli nei fatti una volta eletti. Nella realtà la politica, anziché essere il buon governo dello Stato e delle istituzioni pubbliche, è diventata la conquista del potere costi quel che costi. L’unico dio di fronte a cui i politici si prostrano è il sondaggio. A secondo di ciò che ispira il sondaggio i politici virano a destra, al centro o a sinistra. La politica diventa così la negazione dell’onestà. Più i soggetti politici o comunque personaggi investiti di una pubblica responsabilità si avvicinano al potere, più cresce la facoltà di decidere autonomamente il destino altrui, più diventa forte la tentazione di allungare la mano nel fiume abbondante delle risorse pubbliche, e più si rivelano disonesti. 

La storia ci insegna che in politica gli unici onesti sono quelli che non hanno ancora avuto l’opportunità di essere disonesti, perché esclusi dal potere. L’abbiamo visto con il Partito Comunista Italiano, che si vantava di essere l’unico partito dalle “Mani pulite”, quando in realtà riceveva ingenti finanziamenti dall’Unione Sovietica e poi dalle Cooperative rosse o dalle banche ad esso legate. È successo ai partiti di Centro e anche alla Lega Nord e alla Destra una volta entrati nel Palazzo del Potere.

Ebbene oggi il Movimento 5 Stelle con il volto affabile di giovani vergini di politica e contestatori nullafacenti e nullatenenti di professione, ha la presunzione di ribaltare la realtà della storia presentandosi come l’unico “Partito dell’Onestà”. Innanzitutto dico che è già disonestà pretendere di assumere una carica pubblica senza averne i requisiti, come è il caso del loro candidato a Capo del Governo, Luigi Di Maio, che non ha adeguati titoli di studio, non ha mai svolto lavori qualificati, non ha mai amministrato nulla e non sa nemmeno parlare correttamente l’italiano. 

Mattia Feltri, sulla Stampa dello scorso 6 aprile, nella sua rubrica “Buongiorno” con il titolo “Uno, nessuno e Di Maio”, ha elencato ben 23 diverse e contrastanti affermazioni di Di Maio sul Partito Democratico. Eccole:

Di Maio 1: «Il Movimento è nato in reazione al Pd, al loro modo di fare politica. E oggi offre uno stile nuovo». 

Di Maio 2: «Il Pd ha un’idea perversa del concetto di democrazia». 

Di Maio 3: «Il Pd è un partito di miserabili che vogliono soltanto la poltrona». 

Di Maio 4: «Il Pd si fa pagare da Mafia Capitale». 

Di Maio 5: «Il Pd profana la democrazia». 

Di Maio 6. «Nel Pd hanno una questione morale grande come tutto il Pd». 

Di Maio 7. «Nel Pd sono ladri di democrazia». 

Di Maio 8: «Il Pd è il simbolo del voto di scambio e del malaffare». 

Di Maio 9: «Nel Pd ci sono gli assassini politici della mia terra, sono criminali politici». 

Di Maio 10: «Il Pd fa politiche che favoriscono i mafiosi». 

Di Maio 11: «Il Pd è da mandare via a calci». 

Di Maio 12: «Il Pd ha i mesi contati, mandiamoli a casa». 

Di Maio 13: «Il Pd è il partito dei privilegi, della corruzione e delle ruberie. A casa». 

Di Maio 14: «Il Pd sta con le banche, manda sul lastrico i risparmiatori». 

Di Maio 15: «Il Pd è responsabile di questo schifo». 

Di Maio 16: «Il Pd è il male dell’Italia». 

Di Maio 17: «Le misure economiche del Pd sono infami». 

Di Maio 18: «Siamo noi l’unica alternativa al Pd». 

Di Maio 19: «L’unica cosa che possiamo fare è invitare i cittadini a liberare l’Italia dal Pd». 

Di Maio 20: «Non ci fidiamo del Pd». 

Di Maio 21: «Parlare con il Pd è un suicidio». 

Di Maio 22: «Escludo categoricamente qualsiasi alleanza col Pd». 

Di Maio 23: «Il nostro primo interlocutore è il Pd con l’attuale segretario e con le persone che in questi anni hanno lavorato bene». 

Cari amici, la verità è che il M5S è disonesto né più e né meno come lo sono tutti i partiti interessati a conquistare il potere costi quel che costi. La radice del male è in una concezione del potere che prevarica il popolo, che spoglia il popolo della sovranità, che tradisce la fiducia del popolo. Noi tutti, compresi gli 11 milioni di italiani che hanno votato il M5S percependolo come il simbolo del cambiamento, dobbiamo mobilitarci su un fronte culturale affinché il governo dello Stato sia servizio al popolo e non più lo strapotere dei partiti, la democrazia sia fondata sul voto di preferenza che garantisce il rapporto fiduciario tra l’elettore e l’eletto, la politica sia una missione che si adempie volontariamente e non una professione finalizzata a depredare le risorse pubbliche. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo.