Cari amici, oggi per me è un giorno di festa. Festeggio con gioia il conferimento della cittadinanza onoraria di Cascina. Ringrazio il sindaco Susanna Ceccardi, l'Assessore alla Cultura Luca Nannipieri, il Consiglio Comunale di Cascina. 

Sono arrivato in Italia da immigrato all'età di 20 anni per ragioni di studio nel 1972. Sono orgogliosamente cittadino italiano dal 1986. Ho contribuito con la mia attività di intellettuale, giornalista e scrittore alla crescita culturale della nostra Nazione. 
Sono stato musulmano per 56 anni, fino a quando non ho abiurato l'islam dopo essere stato reiteratamente condannato e minacciato di morte da terroristi islamici e da sedicenti musulmani moderati nel nome dell'islam. Ho preso atto che i musulmani come persone possono essere moderati se antepongono laicamente la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, ma che l'islam come religione per ciò che Allah prescrive nel Corano e per ciò che ha detto e ha fatto Maometto non è moderato. Ringrazio lo Stato che da 14 anni tutela la mia incolumità fisica assegnandomi una scorta e una vigilanza affidate all'Arma dei Carabinieri a cui sono particolarmente riconoscente. J

Mi sono convertito al cristianesimo nel 2008, con il dono immenso di ricevere il battesimo, la cresima e l'eucarestia dalle mani del Papa Benedetto XVI. Ho manifestato da spirito libero le mie riserve nei confronti della Chiesa che legittima l'islam e promuove l'auto-invasione di clandestini islamici. 

Nel più assoluto rispetto dei clandestini e dei musulmani come persone, pur condannando nel modo più assoluto ogni forma di discriminazione o criminalizzazione della persona a prescindere dalla sua etnia o fede, sono convinto che gli italiani e gli europei debbano affrancarsi dalle ideologie del globalismo, dell'immigrazionismo e dell'islam. In questa fase storica critica in cui gli europei e in particolare gli italiani sono a rischio di estinzione come società e come civiltà, perché afflitti dal tracollo demografico, dalla perdita della certezza di chi siamo, dal crescente impoverimento economico, dobbiamo mobilitarci per porre fine allo strapotere della finanza speculativa globalizzata, dell'auto-invasione di clandestini e della proliferazione di moschee, che stanno promuovendo la fine degli Stati nazionali, la sostituzione delle nostre popolazioni con un meticciato antropologico e l'islamizzazione della nostre società. 

In seno al nostro Paese si stanno confrontando due tesi circa il nostro futuro. 
La sinistra, i cattolici e i cristiani di sinistra, la Chiesa di Papa Francesco, i liberali relativisti favoriscono la prospettiva della sostituzione della nostra popolazione con il meticciato antropologico attraverso l'auto-invasione di milioni di clandestini provenienti dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia, che sono prevalentemente giovani di sesso maschile tra i 20 e i 30 anni e sono prevalentemente musulmani; così come promuovono la fine dell'Italia come Stato nazionale sovrano e la sua dissoluzione negli Stati Uniti d'Europa, abbattendo le frontiere e le identità nazionali e localistiche, nel contesto di un mondo globalizzato con una umanità omogeneizzata e uniformata, retta da un Nuovo Ordine Mondiale con un Governo centralizzato espressione della dittatura finanziaria e della dittatura informatica, con l'assoggettamento dell'economia reale, l'eliminazione del ceto medio, lo scardinamento della famiglia naturale, con il risultato di ridurre ciascuno di noi a semplici strumenti di produzione e di consumo della materialità, sostanzialmente dei tubi digerenti privi di un'anima.

All'opposto la destra, i cristiani tradizionalisti, i laici conservatori, gli autonomisti e tutti coloro che favoriscono il localismo, operano per la salvaguardia della specificità della nostra società senza escludere pregiudizialmente l'accoglienza, così come sono impegnati nella difesa dell'Italia come Stato nazionale e sovrano e delle identità localistiche, senza paura del confronto con la presenza di persone che provengono da altri Paesi che hanno religioni, culture e lingue diverse. In parallelo si difende l'economia reale dallo strapotere della finanza speculativa globalizzata, le micro, piccole e medie imprese dall'essere fagocitate dalle multinazionali. Più in generale si afferma un nuovo modello di Stato, di sviluppo e di società che mettano al centro la persona, la famiglia naturale, la crescita della natalità della popolazione autoctona, la comunità locale, l'economia reale che produce beni e servizi, la salvaguardia delle micro, piccole e medie imprese, un sistema di valori che affianchi i diritti e le libertà con i doveri, le regole, la responsabilità e il sacrificio. 

Ritengo che in seno a una società civile sia assolutamente legittimo il confronto sulle idee relative alla prospettiva. Questo confronto sarà positivo e costruttivo se in partenza si converge su una corretta e oggettiva rappresentazione della realtà e se come punto d'approdo si converge sul bene comune. 

Noi oggi abbiamo il dovere di dire a voce alta e con estrema chiarezza la verità in libertà. Siamo una società a rischio di estinzione. Su circa 500 milioni di abitanti dei 28 Stati membri dell'Unione Europea, solo il 16 per cento, pari a 80 milioni, hanno meno di 30 anni. Il Ministero della Salute ci dice che se gli italiani non faranno figli più di quanti non ne facciano attualmente, nel 2050, cioè tra soli 34 anni, l'84 per cento degli italiani saranno anziani inattivi; se ne deduce che solo il 16 per cento degli italiani saranno in età lavorativa; si conclude che in poco più di una generazione non solo non ci saranno più i soldi per pagare le pensioni, ma non ci saranno più gli italiani, non ci sarà più la civiltà italiana. L'Istat ci informa che nei primi 6 mesi del 2016 in Italia sono nati 14 mila italiani in meno. È come se in 6 mesi a Roma non fosse nato nessun bambino. Nel 2015 il saldo demografico, ovvero la differenza tra i nati e i morti, è stato di 160 mila persone in meno. È come se la popolazione di una città come Livorno scomparisse all'improvviso. Sempre nel 2015 oltre 100 mila italiani, di cui un terzo con meno di 30 anni, hanno definitivamente abbandonato l'Italia per l'assenza di un lavoro dignitoso. 

Contemporaneamente l'Italia ha accolto 175 mila clandestini, intesi giuridicamente come persone che si presentano alla frontiera sprovvisti di documenti, nel 2014, 150 mila nel 2015, mentre nel 2016 abbiamo già superato quota 160 mila. Ebbene mentre per ragioni economiche e culturali gli italiani fanno sempre meno figli e abbandonano l'Italia, lo Stato riserva sempre più risorse per favorire l'accoglienza di centinaia di migliaia di giovani clandestini che arrivano alla frontiera sprovvisti di documenti, in gran parte entrano nel territorio nazionale senza essere identificati, garantendo loro gratuitamente vitto, alloggio, vestiario, sanità, istruzione, sigarette, wi-fi, due euro e mezzo al giorno per le spese personali. Le guerre e la povertà in Africa, in Medio Oriente e in Asia ci sono sempre state. Ma se è solo ora che si traducono in questo esodo epocale di milioni di giovani che si riversano in Europa, ciò non accade per caso, non è un fenomeno spontaneo paragonabile all'emigrazione degli uccelli, ma è bensì il risultato di una strategia deliberata, pianificata e da noi finanziata. Se in passato l'Europa ha sfruttato l'Africa e il Terzo mondo economicamente, oggi li sta sfruttando demograficamente. Chi ci governa, a partire dalla grande speculazione finanziaria globalizzata, il Fondo Monetario Internazionale, l'Unione Europea, hanno deciso che il vuoto demografico dell'Europa debba essere colmato non aiutando le nostre famiglie, le nostre madri e i nostri giovani, ma spalancando incondizionatamente le frontiere a milioni di altri giovani che provengono da aree del mondo dove i figli si fanno a prescindere. 

Cari amici, noi oggi abbiamo il dovere di assumere la storica missione di salvaguardare la nostra società per tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti l'unica civiltà al mondo che si fonda e che esalta la sacralità della vita, la pari dignità tra le persone, la libertà di scelta. Abbiamo il dovere di prevenire che la nostra civiltà si dissolva come accadde all'Impero romano a causa del calo della natalità, dell'apertura delle frontiere ai barbari, delle difficili condizioni economiche dei cittadini romani. 

Ciò che sta accadendo non è un bene per nessuno, né per noi né per l'Africa e il Terzo mondo. Se veramente abbiamo a cuore la sorte dei giovani che accogliamo e se vogliamo garantire un futuro di benessere alle loro popolazioni, dobbiamo aiutarli a vivere dignitosamente a casa propria. Così come dobbiamo aiutare noi stessi per poter essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Solo così realizzeremmo adeguatamente e integralmente l'esortazione evangelica "ama il prossimo tuo così come ami te stesso".

Cari amici, siamo tutti sulla stessa barca. Se vogliamo poter continuare a avere idee diverse e a poterle esprimerle liberamente, dobbiamo tutti rimboccarci le maniche per impedire che la barca affondi. Rispettando le idee diverse e senza criminalizzare chi le manifesta, nel momento che rappresentano correttamente la realtà, sono espressione della buona fede e perseguono il bene comune. 

Grazie di cuore a tutti voi che avete scelto di condividere questa manifestazione per commemorare Oriana Fallaci e conferirmi la cittadinanza onoraria. Grazie al Sindaco Susanna Ceccardi, all'Assessore Luca Nannipieri, alla Giunta e al Consiglio comunale. Grazie a Andrea Buscemi, presidente della Fondazione Sipario Toscana, a Matteo Arcenni, il vice-presidente della Fondazione. Grazie alle attrici Martina Benedetti e Livia Castellana. Grazie a Patrizia Ennas, assistente di Luca Nannipieri. Grazie a Valentina Del Moro che si è resa disponibile a diffondere il mio nuovo libro "Io e Oriana". Grazie al giovane Lorenzo Gasperini. Grazie alle forze dell'ordine che sono qui presenti per tutelare la nostra sicurezza. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo!