Buongiorno amici. Svelato l'arcano. Ora sappiamo che in Arabia Saudita un giocatore di calcio è stato costretto, prima di scendere in campo, a tagliarsi la cresta di capelli perché l'ha ordinato Maometto.

Secondo un detto attribuito a Maometto, un giorno incrociando un bambino con la testa in parte rasata e in parte no, aveva condannato questa pratica emettendo questa sentenza: "I capelli o vanno tutti rasati o vanno tutti lasciati crescere". Di conseguenza i teologi islamici ortodossi condannano la cresta, che è il risultato del taglio laterale dei capelli lasciando crescere la parte centrale.

Per i teologi ortodossi, tra cui spiccano quelli wahhabiti in Arabia Saudita, non si può in alcun modo trasgredire a ciò che Allah prescrive in modo letterale e integrale nel Corano e a ciò che Maometto ha detto e ha fatto. L'ideologia wahhabita, dal nome del predicatore islamico Muhammad Abdul Wabbab, è fermamente contraria a qualsiasi contaminazione dell'islam con le innovazioni della modernità. In passato il clero wahhabita, che nel 1932 fondò la monarchia saudita insieme al re Abdul Aziz, si oppose all'introduzione nel Regno del telegrafo, della fotografia e della televisione. Il loro peso continua ad essere forte, così come attesta la loro pesante interferenza persino nel gioco del calcio imponendo ai giocatori il divieto di farsi crescere la cresta.

Cari amici, questo fatto conferma che i musulmani possono essere moderati solo se antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, mentre l'islam come religione non è moderato. Per salvarci dalla dittatura dell'islam dobbiamo esigere che tutti i musulmani, al pari di tutti i cittadini, rispettino le leggi laiche dello Stato, ottemperino alle regole su cui si fonda la civile convivenza, condividano i valori che sostanziano la nostra civiltà. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!