Buongiorno amici. Ieri sera, prima dell'incontro pubblico a Voghera di cui ringrazio l'amico Federico Taverna per la riuscitissima organizzazione, ho partecipato in collegamento alla trasmissione “Dalla vostra parte” condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4. 

Si è parlato della nuova tragedia che ha colpito 66 persone a bordo di un aereo dell'Egyptair, in volo fra Parigi e Il Cairo, probabilmente esploso in volo quando si trovava a 280 chilometri dalle coste egiziane. Si tratta quasi certamente di un attentato terroristico. 
I passeggeri erano 56, di cui 30 egiziani, 15 francesi, un britannico, un belga, due iracheni, un kuwaitiano, un saudita, un sudanese, un portoghese, un algerino, un canadese e un ciadiano. Inoltre c'erano 3 addetti alla sicurezza e 7 membri dell'equipaggio.

Questo probabile attentato ricorda quello del 31 ottobre 2015 quando un aereo russo esplose in volo poco dopo il decollo dall'aeroporto di Sharm el Sheikh nel Sinai. Fu un meccanico, cugino di un terrorista dell'Isis, a piazzare la bomba nella stiva dell'aereo russo, provocando la morte di 224 persone. 

Ho ricordato nei miei due brevi interventi che c'è una strategia finalizzata a destabilizare il regime del presidente egiziano Al Sisi e a nuocere ai rapporti tra l'Egitto e i suoi principali alleati. L'attentato dell'aereo russo ha nuociuto ai buoni rapporti tra la Russia e l'Egitto. Il brutale assassinio di Giulio Regeni, rapito al Cairo il 25 gennaio e il cui corpo tremendamente mutilato fu rinvenuto il 3 febbraio, ha danneggiato gli eccellenti rapporti tra l'Egitto e l'Italia, tenendo presente che l'Egitto è il principale partner economico, commerciale ed energetico dell'Italia in Africa. L'attentato di ieri all'aereo dell'Egypt Air, qualora dovesse essere ufficialmente confermato, mira a indebolire gli stretti rapporti che ci sono tra la Francia e l'Egitto.

Così come ho sostenuto che non dobbiamo dimenticarci che siamo in guerra, una guerra sferrata dal terrorismo islamico globalizzato. Che pertanto è sbagliato immaginare che ogni attentato sia un fatto isolato, va invece contestualizzato nella realtà della guerra in atto. Così come è sbagliato continuare a concepire il terrorismo islamico come una realtà reattiva, immaginando che se loro sgozzano, decapitano, massacrano e si fanno esplodere, la colpa è in qualche modo nostra. Il terrorismo islamico, espressione della violenza che è connaturata all'islam come religione, c'è sempre stata nei 14 secoli di vita dell'islam, perché Maometto è stato violento e i musulmani credenti e praticanti devono sottometterci a ciò che Allah prescrive nel Corano e devono emulare le gesta di Maometto. 

Ho infine auspicato che se dovesse essere confermata la realtà dell'attentato terroristico islamico, la comunità internazionale lo condanni senza se e senza ma, schierandosi in modo compatta al fianco dell'Egitto e della Francia. Guai a fare distinzioni tra attentati da condannare e attentati da giustificare perché le vittime se la sarebbero cercata. 

Cari amici, dobbiamo sostenere e schierarci dalla parte del presidente laico Al Sisi. Sta combattendo una feroce guerra contro il terrorismo islamico, sia quello dei Fratelli Musulmani sia quello dell'Isis. Questi ultimi sono presenti in forze nel Sinai e in Libia. I Fratelli Musulmani ce l'hanno a morte con Al Sisi perché furono loro a nominarlo nell'agosto 2012 a Capo di Stato Maggiore e ministro della Difesa. Ed è stato proprio Al Sisi a deporre il presidente Mohammad Morsi, espressione dei Fratelli Musulmani, il 3 luglio 2013 sull'onda di una rivolta popolare che portò 24 milioni di egiziani a scendere in piazza in tutto l'Egitto per chiederne le dimissioni.

La posta in gioco è quindi il futuro di un governo laico in Egitto. Lo si vuole abbattere a suon di attentati terroristici. Guai a consentire che nel maggiore e più potente Stato arabo tornino al potere i terroristi islamici dei Fratelli Musulmani, purtroppo sostenuti dalla Turchia di Erdogan, dagli sceicchi del Qatar, a cui si sono finora accodati acriticamente gli Stati Uniti di Barack Hussein Obama, quest'Europa sottomessa ai banchieri e ai burocrati, i nostri governuncoli fatti di personaggi mediocri, venduti e traditori.