Buongiorno amici. Ora che tocchiamo con mano l'incompatibilità tra la Turchia del dittatore islamico Erdogan e l'Europa, Giuseppe De Lorenzo sul sito del Giornale ricorda che il cardinale Joseph Ratzinger, prima d’essere eletto Papa, si espresse contro l'ingresso della Turchia in Europa.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/quando-benedetto-xvi-diceva-turchia-stia-fuori-dalleuropa-1287712.html

Sandro Magister aveva riportato nel suo blog il testo di due interventi critici del cardinale Joseph Ratzinger del 2004 sul rapporto storico tra la Turchia e l'Europa e soprattutto sulla prospettiva dell'ingresso della Turchia in Europa. Secondo Ratzinger la Turchia non ha nulla a che fare con l'Europa e disse che "l'ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2006/11/30/promemoria-ratzinger-ieri-e-oggi-sulla-turchia-nell’ue/?refresh_ce

Il primo è un passaggio di un’intervista a “Le Figaro Magazine” del 13 agosto 2004:

“L'Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. [...] In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l'Europa. Ci sono state le guerre con l'impero bizantino, la caduta di Constantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l'Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti. Significherebbe una perdita di ricchezza la scomparsa della cultura in favore dei benefici in campo economico. La Turchia, che si considera uno stato laico, ma fondato sull'islam, potrebbe tentare di dar vita a un continente culturale con alcuni paesi arabi vicini e divenire così la protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere. Questa idea non si oppone a forme di associazione e di collaborazione stretta e amichevole con l'Europa e permetterebbe il sorgere di una forza comune che si opponga a qualsiasi forma di fondamentalismo”.

Il secondo è un passaggio di un discorso del 18 settembre 2004 agli operatori pastorali della diocesi di Velletri, riportato dal quotidiano cattolico di Lugano, “Il Giornale del Popolo”:

“Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l'Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell'Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L'Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l'impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l'Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell'antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall'Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l'ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico ”.

Cari amici, impariamo da un grande filosofo e teologo, costretto a rassegnare le dimissioni da Papa proprio perché ha avuto il coraggio di dire la verità sull'islam.