“Considero positivamente il fatto che le Associazioni dei balneari oggi convergano sulla prospettiva della sdemanializzazione del terreno su cui insistono gli stabilimenti e sul diritto di prelazione per il tratto balneare antistante. In tal modo si consentirà da un lato allo Stato di incamerare risorse importanti in un momento di forte necessità di liquidità e da un altro alle imprese di salvaguardare le proprie attività. Solo difendendo le imprese balneari italiane potremo tutelare anche tutto l’indotto del settore”. E' quanto ha dichiarato Magdi Cristiano Allam, deputato di Io amo l’Italia del gruppo ELD del Parlamento Europeo durante un incontro con la delegazione delle imprenditrici balneari dell’Associazione Culturale Donnedamare e con alcuni rappresentanti del Comitato Salvataggio Imprese e Turismo Italiano che si è svolto ieri nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.

“L’unico modo per costringere Governo ed Europa a evitare l’esproprio delle attività degli imprenditori balneari, facendo fallire il piano criminale che si attuerebbe con la famigerata Direttiva Bolkestein, è di unire tutte le forze ed essere compatti e coesi. Imprenditori e lavoratori balneari, operatori dell'indotto attivi nei settori alberghiero, della ristorazione e del commercio, sindaci e amministratori locali, parlamentari italiani ed europei, aderiscano ad una imponente manifestazione a Roma il prima possibile. Governo ed Unione Europea si persuaderanno a salvaguardare l'interesse legittimo degli imprenditori balneari solo se saranno costretti a farlo”.

Magdi Cristiano Allam, da tempo impegnato nella lotta al fianco dei balneari contro i direttiva Bolkestein dell’Unione Europea, ha spiegato che “non possiamo permettere che in nome dell’abbassamento dei costi si voglia fare una liberalizzazione che in Italia già esiste e che avrebbe come unica conseguenza lo smantellamento del tessuto imprenditoriale turistico italiano. La nostra vera ricchezza sono le micro, piccole e medie imprese che costituiscono il 97% della nostra imprenditoria. Così facendo verrebbero avvantaggiate solo le grosse multinazionali straniere e la criminalità organizzata che dispongono di ingenti capitali da investire. Inoltre esiste il rischio che fondi di investimento stranieri rilevino tutte le nostre attività rivendendole a prezzi maggiorati ai nostri imprenditori. Non lo permetteremo! Prima gli italiani!”