Buongiorno amici. Dobbiamo prendere atto che in Italia i veri proletari, costretti a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, semplicemente per sopravvivere senza beneficiare di un compenso per se stessi ma per consentire ad altri di poterne fruire, sono diventati i datori di lavoro, specificatamente i micro e piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, il popolo delle partite Iva, gli artigiani. 
Mentre i veri borghesi sono i dipendenti pubblici o privati tutelati dai sindacati, che hanno garantiti stipendio, dodicesima, ferie, contributi familiari, indennità malattia e permessi lavorativi. 

Così come dobbiamo prendere atto che in Italia si è persa la cultura del lavoro come dovere personale e responsabilità sociale, prevalendo la cultura del lavoro come diritto che sottintende che il compenso va corrisposto anche a prescindere dalla consistenza e dalla qualità della prestazione lavorativa.

Ed è così che i nuovi borghesi arrivano a percepire il lavoro come un'ingiustizia, si auto-convincono che non è giusto faticare per guadagnarsi il pane. Perché effettivamente a loro non è il pane che manca, bensì il superfluo, quale le scarpe di marca, la seconda macchina o l'ultimo modello di cellulare. Il lavoro diventa un "posto" e l'azienda si trasforma in un "postificio", dove vi si accede per raccomandazione e non vi è spazio alcuno per la meritocrazia.

La conseguenza è che in Italia gli stranieri hanno occupato gran parte dei posti di lavoro dove è richiesto un impegno fisico o semplicemente una serietà e affidabilità nella prestazione lavorativa. 

Per fortuna ci salverà Beppe Grillo con l'offerta del miraggio del "reddito di cittadinanza", ovvero stipendi regalati agli italiani che preferiscono oziare anziché lavorare. Lo straordinario successo elettorale del M5S è la conferma della perversione intellettuale e del baratro morale in cui sono sprofondati gli italiani. La vera catastrofe è che ad essere raggirati sono soprattutto i giovani, che finiscono per bruciare il loro presente e per precludersi un futuro dove poter esprimere il meglio di se stessi.

Cari amici, per porre un argine a questo declino l'Italia ha bisogno di una rivoluzione culturale che ripristini la cultura del lavoro come dovere, auto-realizzazione, responsabilità sociale, promozione del benessere dell'insieme degli italiani.