Prendo atto che le Prefetture sono diventate il principale strumento in ambito locale dell'auto-invasione demografica finalizzata alla sostituzione della popolazione italiana con una umanità omogeneizzata all'insegna del meticciato antropologico globalizzato. La mia denuncia non concerne i singoli prefetti, io stesso ho conosciuto tra loro persone perbene, bensì una istituzione che storicamente e inequivocabilmente è parte integrante di un sistema di potere centralistico, accentratore e autoritario.

È un dato di fatto che ormai le Prefetture dispongono di poteri straordinari, operano da anni come se in Italia vigesse uno stato di emergenza che tuttavia, ed è una contraddizione in termini, si applica in modo ordinario. Gestiscono un fiume di denaro pubblico che alimenta il giro d'affari in assoluto il più lucroso della nostra storia contemporanea, con profitti che si impennano all'ennesima potenza senza neppure l'obbligo di rendicontare la propria attività. I soldi di tutti noi italiani vengono elargiti con grande magnanimità dalle Prefetture a enti che si sono ingrassati a dismisura grazie al cosiddetto “business dell'accoglienza”. Per la prima volta nella Storia d'Italia le Prefetture si sono trasformate in una sorta di “agenzia immobiliare” del tutto particolare, in cui non è il locatario che paga per la nuova sistemazione di cui beneficia, ma è il locatore che mette a disposizione generosamente tutto e di più: alloggio comprensivo di acqua, luce, riscaldamento e spese condominiali, vitto, abbigliamento, wi-fi, sigarette e contanti per gli acquisti personali, in aggiunta alla sanità, all'istruzione, ai trasporti e a qualsiasi altra necessità. Tutto gratuitamente, tutto senza chiedere assolutamente nulla in cambio.

Il caso della palazzina in via Asiago 8/D a Monza è l'emblema della vocazione al suicidio della nostra Italia. Si tratta di 34 residenti italiani, che hanno acquistato degli appartamenti nuovi e ben rifiniti, ultimati nel 2013, accollandosi un congruo mutuo e supportando sacrifici, che si ritrovano ad essere assediati da circa un centinaio di stranieri, ospitati negli altri appartamenti ovviamente a nostre spese. Questo Stato ladrone, corrotto, inefficiente e aguzzino sta palesemente istigando al razzismo gli italiani perché discrimina i propri cittadini, di cui dovrebbe occuparsi in via primaria destinando loro le risorse che sono il frutto del lavoro degli italiani.    

Questi stranieri, prevalentemente giovani maschi africani, sono stati calati dall'alto da un giorno all'altro a partire dal novembre 2015, senza interpellare né i condomini né il Comune. Si è trattato di un atto arbitrario e irresponsabile della Prefettura. Perché era del tutto prevedibile che avrebbero costituito un danno economico per i proprietari italiani, che ora si ritrovano con degli appartamenti fuori mercato e in ogni caso con il loro valore dimezzato. Così come era risaputo che avrebbero fatto esplodere un serio problema sia nella convivenza con i condomini italiani, sia nella sicurezza in seno alla comunità locale.

Dobbiamo all'amministratrice dello stabile, Gabriella Porta, professionista seria e determinata, italiana fiera e coraggiosa, se l'opinione pubblica viene informata del comportamento incivile degli “ospiti” stranieri e se non è stata affossata la legittima causa dei residenti italiani. Sabato scorso ha presentato due esposti ai carabinieri
per denunciare il furto di biciclette, bottiglie rotte, spazzatura gettata per terra, sputi sulle pareti delle scale, infine il rinvenimento di un cartello con la scritta “Noi uccidiamo donne e puttane bianche”, firmato: “Islam”. Ho incontrato Gabriella e apprezzo il suo solido senso civico e la sua indomita fede nella difesa della nostra civiltà. Da oltre un anno denuncia soprattutto il fatto che agli “ospiti” stranieri si consenta di tutto e di più “in deroga” alle nostre leggi e alle più elementari norme della civile convivenza. Ed è proprio la Prefettura a esigere e a imporre che ai sedicenti “migranti” e solo a coloro che gestiscono la loro “accoglienza” sia riservato un trattamento privilegiato, al di sopra e in contrasto con le leggi e le regole a cui sono sottoposti tutti i comuni cittadini. 

Mai come in questo ambito le Prefetture si evidenziano come incompatibili con lo stato di diritto, con la democrazia, con la Costituzione della nostra Repubblica parlamentare. Oggi più che mai è doveroso procedere all'eliminazione delle Prefetture nel contesto di una riforma dello Stato che metta al centro la salvaguardia del bene degli italiani.