(Il Giornale, 3 luglio 2016) - Non è la prima volta che i terrroristi islamici massacrano indiscriminatamente musulmani e non musulmani, condannati quali miscredenti, infedeli, eretici e apostati. Non è la prima volta che i terroristi islamici massacrano solo i non musulmani, condannati pregiudizialmente, separandoli dai musulmani concepiti come gli unici ad avere diritto alla vita. Non è la prima volta che i terroristi islamici massacrano nel mese del Ramadan, del digiuno islamico, che per l'islam corrisponde al mese più sacro perché vi fu rivelato il Corano. Non è la prima volta che i terroristi islamici massacrano nella Notte del Destino, Lailat al Qadr, che per l'islam è la notte più sacra perché in essa Allah attraverso l'Arcangelo Gabriele dettò a Maometto i primi versetti del Corano. Non è la prima volta che i terroristi islamici massacrano sgozzando e decapitando nel nome di “Allah è il più grande”, evocando nei comunicati con cui rivendicano le loro atrocità ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Non è la prima volta che i terroristi islamici massacrano specificatamente gli italiani, condannandoci come “crociati” e promettendo che “Roma sarà sottomessa all'islam”. Eppure finora chi ci governa ha puntualmente ripetuto che i terroristi islamici non hanno nulla a che fare con l'islam.  

Ebbene ora che a Dacca i terroristi islamici nella Notte del Destino, nel mese del Ramadan, hanno massacrato deliberatamente degli italiani dopo averli separati dai musulmani sulla base della capacità o meno di recitare i versetti del Corano, condannandoli aprioristicamente come nemici dell'islam, mutilandoli con il machete inneggiando ad Allah e a Maometto, chiediamo tutti insieme a viva voce a chi ci governa di smetterla definitivamente di ripetere che i terroristi islamici non hanno nulla a che fare con l'islam. Chiediamo a chi governa lo Stato, la politica, l'economia, l'istruzione, la cultura, la società, la magistratura, i mezzi di comunicazione, la difesa e la sicurezza, chiediamo alla Chiesa di Papa Francesco, alle Chiese cristiane e alle varie fedi, chiediamo agli stessi musulmani laici che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, di prendere atto che i terroristi islamici non solo non sono delle schegge impazzite o dei folli, ma sono quelli che più onestamente ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.

È arrivato il momento che chi ci governa impari finalmente la lezione dell'11 settembre 2001, e cioè che l'arma vera del terrorismo islamico non sono le bombe, i kalashnikov o le cinture esplosive, ma il lavaggio di cervello che trasforma le persone in robot della morte. Che prenda atto che il lavaggio di cervello si sostanzia di un'ideologia di odio, violenza e morte, che viene inculcata nelle moschee e in siti virtuali dove si propaganda la guerra santa islamica. Che è una pia illusione e una vocazione al suicidio immaginare che per salvarci dai terroristi tagliagole, ci si debba affidare ai terroristi taglialingue, che sono ancor più pericolosi perché ci impongono di non usare la ragione, di legittimare l'islam a prescindere dai suoi contenuti, di concedere loro sempre più moschee, di farci auto-invadere demograficamente.

Ora è il momento del lutto. Abbassiamo la bandiera a mezz'asta e l'Italia tutta si stringa attorno ai nostri imprenditori martiri. Ma domani risolleviamo con determinazione e sventoliamo con orgoglio il tricolore per assumerci la storica misione di combattere una guerra che stiamo subendo, per sconfiggere non solo il terrorismo islamico ma soprattutto l'ideologia islamica che lo legittima.