(Il Giornale, 17 aprile 2016) - Ci vuole tanto, ma proprio tanto coraggio, per chiedere a 11 milioni di greci, che soltanto dal 2015 hanno accolto un milione di clandestini, di accoglierne ancor di più. Sarebbe come se in Italia in un solo anno sbarcassero 5 o 6 milioni di clandestini e si esortassero gli italiani ad essere ancor più accoglienti.

Così come ci vuole tanto, ma proprio tanto coraggio, a pretendere che proprio il popolo più stremato dall'Eurocrazia, condannato più degli altri alla miseria per ottemperare ai folli parametri di un'austerità suicida, si mostri ancor più generoso nei confronti degli stranieri quando mancano le risorse per soddisfare le necessità degli autoctoni.

Ma soprattutto ci vuole tanto, ma proprio tanto coraggio, per un Papa essere a tal punto ossessionato dalla condizione dei clandestini da definirla "la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale", da mettere in secondo piano il genocidio dei cristiani perpetrato dagli islamici che sta culminando nella loro scomparsa proprio nelle terre dove nacque Gesù, arrivando a privilegiare 12 clandestini musulmani che si è portato con sé al rientro da Lesbo a Roma. 

Possibile che a Papa Francesco non gli sorga neppure il dubbio che sta benedicendo l'eutanasia dei greci promuovendo un'auto-invasione di clandestini e imponendo l'insana logica secondo cui si dovrebbe concedere ai clandestini ciò che non è nella disponibilità dei cittadini, così come sta impartendo il colpo di grazia ai cristiani d'Oriente che giustamente si sentono abbandonati e traditi? 

Possibile che Papa Francesco non sia al corrente che la gestione dei clandestini è diventata un giro d'affari esorbitante, che oltre alle associazioni della Chiesa e alle cooperative prevalentemente catto-comuniste, coinvolge il terrorismo islamico che controlla le coste libiche, gli scafisti che - così come è stato confermato dagli arresti operati dalla Procura di Palermo due giorni fa - incassano tra i 1.200 e i 3.500 euro da ciascun clandestino in partenza dalle coste libiche, una taglia che oscilla tra i 5.000 e 8.000 euro a clandestino in partenza dalla Turchia, ovviamente con la complicità del regime di Erdogan che è ben felice di promuovere l'islamizzazione demografica dell'Europa?

Possibile che il Papa sia d'accordo con la strategia dei poteri forti, a cominciare dalla grande finanza speculativa globalizzata, del Fondo Monetario Internazionale, dell'Eurocrazia, dei Fratelli Musulmani, di governi nazionali asserviti a questi poteri tra cui quello greco di Tsipras e quello italiano di Renzi, che mirano attraverso l'auto-invasione dei clandestini a sostituire le nostre società con una umanità omogeneizzata all'insegna del meticciato antropologico, così come perseguono l'obiettivo di abbattere le frontiere e le identità nazionali per sottomettere il mondo alla dittatura finanziaria, relativista e informatica?

Da un Papa ci attenderemmo che elevi la propria voce a difesa dei cristiani perseguitati, non dei clandestini che sono quasi tutti musulmani, che difenda gli stati nazionali che in Europa incarnano l'unica civiltà che esalta la vita, la dignità e la libertà, che promuova una strategia basata sull'aiuto dei bisognosi nei loro paesi in modo che ciascuno possa vivere dignitosamente a casa propria.

Si rende conto Papa Francesco che per conquistarsi il favore dei clandestini e la simpatia degli islamici, favorirà l'esplosione di una guerra intestina scatenata dai nostri poveri e allontanerà sempre di più i fedeli cattolici dalla Chiesa? Com'è possibile che un Papa ignori tutto ciò e operi in modo contrario al bene di tutti noi, che non siamo né clandestini né islamici ma non abbiamo più la certezza di chi siamo neppure dentro casa nostra?

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