Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha lanciato ieri una pesante invettiva contro le forze antieuropeiste colpevoli di difendere la sovranità nazionale: “Fermarsi a guardare la pagliuzza della differenza che c'è tra noi e i tedeschi, tra i francesi e gli inglesi, tra i portoghesi e gli sloveni, rispetto alla grandissima sfida globale che ci attende, è pura miopia”. “Farlo – ha specificato Letta - può servire a vincere una campagna elettorale, ma alla fine costruirà solo macerie”.

Secondo Letta “il problema è che è venuto meno proprio il sogno europeo. Da un lato, siamo tutti impegnati a discutere su un’Europa fatta di particolari tecnici, dall'altra si sentono violente invettive antieuropee. In mezzo manca l’anima, il cuore e i sentimenti”.

La prospettiva degli Stati Uniti d’Europa, secondo Letta, s’impone perché “il mondo è completamente cambiato. Si sono affacciati nel mondo, nei centri decisionali, nuovi paesi che sono il doppio dell’Europa e che prima non erano seduti al tavolo delle decisioni’’, pertanto “nei prossimi dieci anni l’Europa deve capire se essere decisiva e influente o divisa e ininfluente’’.

Ebbene rivolgo un appello a Letta affinché cooperi per accreditare in Italia la cultura politica del rispetto delle idee di chi non condivide l’euro, questa Unione Europea, la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa, il supergoverno euromondialista della Troika formato dalla Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, l’orientamento a una società meticcia favorita dall’immigrazionismo e dal multiculturalismo. Se vuole responsabilmente partecipare alla promozione di una democrazia sostanziale, Letta accetti il confronto civile con chi invece crede nella sovranità monetaria, legislativa, giudiziaria e nazionale, nella libertà di scelta dei propri governanti da parte dei popoli, nel localismo anziché nel globalismo come filosofia di vita mettendo al centro la persona anziché la moneta, la famiglia anziché le banche, la comunità locale e le imprese anziché i mercati, facendo prevalere i valori, le regole e il bene comune rispetto al Pil, al debito e allo spread. Letta accetti la realtà di una dialettica che vede oggi questi due schieramenti, i fautori degli Stati Uniti d’Europa e della sovranità monetaria, confrontarsi sostituendosi alle categorie ormai caduche di sinistra, centro e destra.

Mi auguro di cuore che Letta mi ascolti e lo faccia. Se non dovesse succedere vorrà dire che ha altre intenzioni e persegue altri obiettivi diversi dal civile confronto e dalla costruzione di un’Italia migliore. Dal canto nostro noi italiani che amiamo l’Italia, che siamo impegnati a salvare gli italiani e a far rinascere un’Italia libera, sovrana e localistica, andremo avanti. Insieme ce la faremo!