Buon Natale a tutti. Con tutto il cuore. Ognuno sotto l’albero trovi quello che vuole, un posto di lavoro per il figlio, ricchezza ma soprattutto libertà, perché senza libertà nessun’altra cosa è possibile, qualcuno con cui condividere la vita, il denaro necessario per pagarla, avere un figlio, uscire dall’ospedale. Felicità, salute e ricchezza a tutti, e soprattutto libertà, perché senza libertà nessuna gioia è possibile e la vita non sarebbe dignitosa.

Qualcuno ricco, qualcuno povero, qualcuno sano e qualcuno un po’ meno, questa notte andremo tutti a dormire in bianchi letti puliti. È anche possibile che non siano bianchi: ormai imperano i colori più assoluti e più totali anche in quella che prima si chiamava “biancheria”. Quello che invece resta è un dato fisso, questi letti si trovano in camere confortevoli, riscaldate, senza scarafaggi e senza sorci e cimici. Noi andremo a dormire dopo l’ultimo calice con il panettone. Quella di questa sera è la cena della vigilia, quello di domani il pranzo di Natale. Tra i due eventi per molti la messa di mezzanotte, per tutti un sonno tranquillo in letti puliti, dentro camere confortevoli.

Buon Natale in Nigeria, Buon Natale in Sudan, buon Natale in Siria.

Buon Natale a lei signora Asia Bibi, che da quattro anni è in prigione in Pakistan (http://it.wikipedia.org/wiki/Asia_Bibi)

Lei è stata accusata di blasfemia, la stessa persona che l’ha accusata ha già ritirato le accuse, eppure lei è sempre prigione.

Il potere ottuso e corrotto che ha condannato una donna a morte per la sua fede religiosa, che la tiene rinchiusa in condizioni spaventose, non può essere perseguito. L’ONU non può intervenire a suo favore perché ha rinnegato l’universalità della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel 1990. Nessuna voce si sentirà dall’Occidente perché lei signora, mi perdoni la brutalità, non è abbastanza carina, non è abbastanza interessante, non è abbastanza cool per entusiasmare nessuno dei nostri registi e nessuno dei nostri intellettuali. Su gli uomini politici sorvolo. Le gerarchie ecclesiastiche si stanno impegnando a tessere deliziose relazioni diplomatiche, per distrarsi. E poi le nostre stesse gerarchie ecclesiastiche affermano che “non dobbiamo fare proseliti”, non dobbiamo convertire. Lei signora, con la sua fede rischiava di evangelizzare. Ha mancato di diplomazia.

Restiamo noi signora Asia, per quello che valiamo. Ci impegniamo tutti questa sera a ricordare il suo nome. Lo ricorderemo attorno alle nostre tavole, lo pronunceremo nelle nostre chiese, nei post su Facebook, sul blog, ovunque potremo. Metteremo un nastro giallo, il simbolo del ricordo dei prigionieri di guerra nei presepi e sull’albero. E il primo proposito dell’anno nuovo, signora Asia, e che parleremo talmente di lei che riusciremo a tirarla fuori. La forza di una catena è quella del suo anello più debole. La forza di un popolo è quella del suo anello più forte. Fino a quando c’è anche uno solo che non si è piegato, quel popolo resiste.

Buon Natale signora Asia, e Pace in Terra agli Uomini di Buona Volontà, che sono coloro che affermano la verità, i coraggiosi. Perché la buona volontà senza il coraggio non vale molto, e diventa in continuazione alleanza con il male, condiscendenza all’arbitrio. Quindi chiederemo all’anno nuovo che trasformi i vili in valorosi e doni la vista agli imbecilli. E la ricorderemo sempre, signora Asia, tutti noi: l'anno prossimo festeggeremo Natale insieme.