di Magdi Cristiano Allam
da Il Giornale di Reggio 

Chiarisco subito che non sono mai stato berlusconiano, non lo sono e non lo sarò mai. Non ho mai considerato Berlusconi uno statista capace e neppure seriamente intenzionato a promuovere un’autentica riforma liberale né condivido un comportamento esibizionista e megalomane nella sua vita privata e sessuale. Chiarito ciò, da cittadino italiano che ha a cuore le sorti della nostra democrazia e del nostro stato di diritto denuncio che oggi è in atto un colpo di stato “democratico” che mira a scalzare dal potere il capo del governo legittimamente eletto dagli italianisenza il ricorso alle urne.

Stiamo assistendo allo spettacolo inaudito dell’assassinio incruento della nostra democrazia messo in scena dalla più ampia coalizione di attori della vita pubblica che l’Italia abbia avuto dal dopoguerra ad oggi, formata da finanzieri spregiudicati, imprenditori predatori, sindacalisti ipocriti, politici immorali, magistrati ideologizzati, giornalisti irresponsabili e sacerdoti relativisti. Che si traduce in un sodalizio contro-natura tra soggetti che non hanno nulla in comune se non lo sposare la scelta di essere “tutti uniti contro Berlusconi”, costi quel che costi, indifferenti al fatto che è stato voluto dagli italiani e che continua a godere di una maggioranza in Parlamento.

Cominciamo con il prendere atto che all’insegna della guerra totale e ad oltranza contro Berlusconi abbiamo sostanzialmente cessato di essere una Repubblica parlamentare e ci siamo di fatto trasformati in una Repubblica presidenziale. Ormai il vero potere esecutivo in Italia è nelle mani di Giorgio Napolitano ed il Quirinale si è trasformato nella sede istituzionale dove si assumono le decisioni rilevanti per la nostra politica interna, estera, economica e militare. Mai dalla caduta del fascismo ad oggi un capo dello Stato ha avuto un simile potere esecutivo e di condizionamento della vita pubblica dell’Italia. Personalmente sono favorevole ad una Repubblica presidenziale ma prendo atto che questa svolta si sta realizzando senza modificare la nostra Costituzione, anche se a parole viene sacralizzata proprio dagli oppositori di Berlusconi al punto da essere stata definita da Carlo Azeglio Ciampi come la “Bibbia laica”.

Passiamo alla persecuzione giudiziaria che sta subendo Berlusconi. Certamente come qualsiasi cittadino egli deve rispondere alla giustizia dei reati commessi. Tuttavia ammettiamolo che un capo di governo che tutti i santi giorni o deve presentarsi in tribunale per un processo o viene rinviato a giudizio per un secondo processo o riceve un avviso di garanzia per un terzo processo o subisce il linciaggio mediatico con la pubblicazione delle sue conversazioni telefoniche private ed intime inerenti a un quarto processo i cui atti dovrebbero essere secretati, viene messo nell’impossibilità concreta di governare o più semplicemente di sopravvivere con un minimo di serenità. Chiunque al posto di Berlusconi, senza i milioni di euro che dispone per difendersi ed una buona capacità di resistenza psico-fisica, sarebbe già crollato da tempo.

Arriviamo all’incredibile sodalizio tra finanzieri, imprenditori, sindacalisti, politici e sacerdoti, una massa dove dentro c’è tutto e il contrario di tutto, ma che hanno deciso di coalizzarsi per dare la spallata finale a Berlusconi. Non si era mai visto nella storia d’Italia che il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, e il segretario nazionale del maggior sindacato, la Cgil di Susanna Camusso, sedessero allo stato lato del tavolo come fronte unitario contrapposto al governo. Non si era mai registrato una simile coralità nel richiedere, un giorno sì e l’altro pure, di “staccare la spina a Berlusconi”, “riforme subite o governo a casa”, “via il Cavaliere o ci scappa il morto”. Non si era mai visto che cardinali che dovrebbero essere pronti al martirio per testimoniare la fede nei valori non non negoziabili che sono il fondamento del cristianesimo scendano nell’arena politica per far vincere dei candidati sindaci comunisti che violano in modo flagrante questi valori non negoziabili, uniti soltanto dall’avversione nei confronti di Berlusconi.

Infine i mezzi di comunicazione di massa che a getto continuo ci sommergono  con  quantità impressionanti di veleni mediatici distampo sensazionalistico e scandalistico nell’opera quotidiana di demonizzazione di Berlusconi, che finiscono per abbruttirci nell’animo e nel trasformarci in prigionieri dei nostri bassi istinti.

In definitiva è evidente che questo contesto lacerante che blocca tutto il Paese non può andare avanti. Ma perché non seguire la via della democrazia? Vogliamo proprio uccidere la democrazia pur di disfarci di Berlusconi? Perché non attendere che Berlusconi cada venendo meno la maggioranza in Parlamento o la fine naturale della legislatura affidandoci tutti al responso delle urne? Vogliamo fidarci del voto degli italiani e restituire dignità alle nostre istituzioni legittimamente elette?