Cari amici. Picchiare la propria moglie è legittimato da Allah nel Corano nel versetto 34 della Sura 4:
“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele*. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”.

Ed è per questa ragione che il Grande Imam della Moschea-Università islamica di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, considerato il “Papa dell’islam maggioritario sunnita”, abbracciato da Papa Francesco in Vaticano, ha legittimato la violenza dei mariti sulle proprie mogli: ”Secondo il Corano prima si ammonisce, poi si dorme in letti separati, infine si colpisce". Colpire significa "percosse leggere", come "dare un pugno" o "spintonare".

Anche il Presidente del Consiglio dell’ideologia islamica, il pachistano Mualana Muhammad Khan Sherani, ha spiegato ai fedeli che "picchiare delicatamente non rappresenta violenza". "Se tu vuoi che lei modifichi i suoi comportamenti, prima glielo devi dire a parole. Se lei si rifiuta, allora bisogna smetterla di parlarle. Se poi rifiuta di essere conforme, bisogna smetterla di condividere il letto con lei. E se le cose non cambiano, bisogna diventare più severi". Bisogna cioè “colpirla con qualcosa di leggero, come un fazzoletto, un cappello o un turbante, ma non va colpita sul volto o sulle parti intime. E non bisogna causare alcun danno fisico o graffi , vanno usate cose leggere, nulla di serio".

Gli islamici sono misogini, maschilisti e violenti con le mogli perché glielo ordina Allah nel Corano, a prescindere dalla propria cultura. Il musulmano credente e praticante non può disattendere ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto, che è stato appunto un marito violento con le proprie 11 mogli e con tutte le concubine, schiave sessuali, legittimate da Allah nel Corano. La sua moglie prediletta, Aisha, che Maometto sposò quando lei aveva 6 anni e consumò il matrimonio quando aveva 9 anni, ha confessato: “Io non ho mai visto nessuna donna soffrire tanto quanto le donne credenti”. Le “credenti” sono solo le donne musulmane. 

Cari amici, come possiamo immaginare di legittimare l’islam come religione e addirittura di introdurre la sharia, la legge coranica, nel nostro ordinamento giuridico? Come è possibile che non si preda atto della totale incompatibilità dell’islam con le nostre leggi, con le regole della civile convivenza, con i valori che sostanziano la nostra civiltà tra cui figura la pari dignità tra uomo e donna?