Lenin osservava come i cittadini possono anche votare con i piedi. E descriveva due possibilità.
La prima = i cittadini possono votare con i piedi camminando, cioè farsi emigranti e dirigere verso altri Paesi.
La seconda = i cittadini possono votare con i piedi correndo, cioè farsi profughi e cercare salvezza verso altri Paesi.
Magdi Cristiano ALLAM è un esempio di emigrante di successo. E inserito così ammirevolmente bene nel Paese dove decise di emigrare, da essere divenuto molto più Italiano di tanti “indigeni”. Complimenti.
Ma riconoscerà come una emigrazione di successo vada praticata da ogni persona entro circa il venticinquesimo anno di età al massimo. Dopo tale età è praticamente impossibile emigrare. Dopo tale limite anagrafico non si è più emigranti: al massimo si sarà profughi, e ciò per motivi tanto evidenti che non occorre io Te li spieghi.
L’Italia è in agonia. Coloro che hanno oggi meno di venticinque anni possono ragionevolmente valutare la prospettiva della emigrazione. Quelli che hanno oltre venticinque anni, potrebbero soltanto scappare. Ma con la prospettiva di una esistenza miserabile ovunque essi approderanno, e recando seco lo sfregio d’una fuga a connotazione prevalentemente vigliacca.
Esiste tuttavia -a prudente parere del Polemista Polemologo- una terza possibilità di votare con i piedi.
La possibilità di cacciare via dal nostro Paese “A CALCI NEL SEDERE” i rinnegati che ci hanno ridotti nelle presenti condizioni.
Facciamo “emigrare” o meglio: costringiamo a divenire “profughi” coloro che hanno rovinata l’Italia. Conosciamo chi sono. Cosa aspettiamo ?
Mi scuso per questo “cri de cœur” … presuppone la capacità di compiere una vera e propria rivoluzione civile. Attitudine che alla maggior parte degli italiani è praticamente ignota, o comunque estranea.
E io probabilmente mi illudo.
Anche se in faccende umane spesso i grandi incendi sono nati da piccole scintille.
E forse “Noi” di “Io amo l’Italia” potremmo tentare di appiccare il fuoco.
Circa quattro anni or sono un imprenditore torinese, che aveva appena chiuso la propria impresa per cause di forza maggiore, mi disse:
“Qui ( intendeva in Italia, ovviamente ) le persone in gamba non vorranno più restare. Anderanno via. Resteranno i peggiori e tutt’al più i mediocri, e naturalmente i vecchi; e arriveranno da noi soltanto dei bisognosi, degli incapaci, e anche -purtroppo- dei male intenzionati. E addio società libera, civile e moderna. Gestiremo solo sottosviluppo e caos sociale”.
Un icastico e tragico epitaffio nazionale, temo.
Non abbiamo tempo da perdere. Abbiamo ancora una possibilità “democratica” (?)
Le prossime elezioni. Poi, probabilmente, più niente. Salvo la “rivoluzione civile”. 
Tentiamo: Noi saremo forse i classici RARI NANTES IN GURGITE VASTO  …  ma potremo così almeno portare innanzi al tribunale della Nostra COSCIENZA la consolazione di avere tentata una reazione (legittima oltre che doverosa, in base al principio di autoconservazione ).