L’esito della elezione per il “parlamento europeo” è noto: [(100,00-58,70 votanti) = 41,30 astenuti] (Italia) e [(100,00-42,90 votanti) = 57,10 astenuti] (totale Stati “u.e.”).

Con il 57 percento di cittadini aventi diritto al voto saggiamente astenutisi dall’esercitarlo, la elezione è politicamente fallita. Fallita senza appello. Indiscutibile. Si mettano il cuore in pace, gli “europeisti” i quali sono delegittimati dal risultato.

E per ciò che attiene a coloro che comunque sono stati eletti -dal mediocre 43 per cento circa degli aventi diritto al voto senza considerare le schede nulle presenti-

con il 20 percento di voti attribuiti ai movimenti “euroscettici” ovvero “sovranisti” sta soffiando su quel tragicomico castello di carte che è la “u.e.” il vento giustiziere della nemesi.

Il castello di carte crollerà ben presto.

E quella avventura scriteriata e criminale di tentar di amalgamare popoli in tutto differenti e non di rado storicamente antagonisti -contro la loro volontà- finirà ben presto, come già finirono altre avventure tentate da buoni a nulla capaci di tutto, nella discarica della Storia. É l’avvenire di una illusione.

Ai nostri amici “deputati sovranisti” al “parlamento europeo” ora incombe il dovere di procedere secondo mandato.

A loro dico: dovrete “spendere” bene quel che avete “guadagnato” apparentemente male. Male nel senso che a rigor di numeri Voi formate soltanto il 20 percento circa del corpo degli eletti (quindi numericamente siete minoranza). Tuttavia se vogliamo considerare come gli astenuti abbiano inteso con il loro “non voto” sancire la fine della “u.e.” poiché tanto il “non voto” sottende, ebbene Voi -scorporata una soglia fisiologica di astenuti non per scelta politica consapevole ma per cause diverse, soglia comunemente accettata e accettabile nel 15 percento circa- rappresentate ben di più del 55 percento degli elettori complessivi.

Quindi procedete a demolire la maledetta “u.e.” e a proclamare il conseguente “rompere le righe”. Ora tocca a Voi. Buon lavoro. Vedremo.