Verso le istituzioni della “Unione Europea” domina oramai la diffidenza. Era ora. Sono sempre più numerosi i cittadini dei vari Stati europei che si domandano quali interessi muovano questi “governanti” in gran parte sconosciuti e dotati di una legittimazione assai discutibile, e se valga la pena sostenerli.

 

Hans Magnus Enzensberger ha di recente scritto un testo che attacca duramente l'Unione Europea. Una mossa apparentemente inspiegabile da parte di uno degli intellettuali più europeisti del panorama continentale. Pare non sia una provocazione, la sua, ma un allarme. Comunque sia, un grido contro la burocrazia velenosa di Bruxelles, il “mostro buono” che, con la pretesa scriteriata di armonizzare le differenze, sta corrodendo gli ideali -palesemente traditi- sui quali la Ue si sarebbe dovuta fondare. Il «deficit democratico» che da più parti viene diagnosticato alle istituzioni comunitarie è solo un pietoso eufemismo per celare una messa sotto tutela dei cittadini europei loro malgrado, ovvero una vera e propria pericolosissima e odiosa dittatura solo in parte dissimulata. La conseguenza del fiorire di istituzioni nascoste dietro sigle e acronimi misteriosi, o del proliferare di leggi demenziali sulle dimensioni dei sedili dei trattori, sulla curvatura media dei cetrioli o sui conti correnti da trentaquattro cifre, è il progressivo annientamento del senso civico degli abitanti di «Eurolandia». Ebbene, ripeto: ERA ORA.

 

La “Nomenklatura” oligarchica della Ue sta tentando da anni di trasformare quell’organizzazione tra Stati sovrani che iniziò nel 1957 come bene-intenzionata, genuina e limitata sinergia di cooperazione economica, in una “cosca” sovra-statale che calpesta le Nazioni distruggendone le virtù.

 

Tuttavia, recenti sondaggi svolti in Austria, Francia, Danimarca, Gran Bretagna, BeNeLux e altri Paesi, evidenziano come i partiti politici nazionali che si oppongono allo strapotere della maledetta Ue stiano rapidamente guadagnando consensi. I cittadini rifiutano di essere ridotti a popolazioni succube di un oscuro e informe super-stato.

 

I deputati al “Parlamento europeo” [istituzione priva di senso reale poiché -a differenza di TUTTI i Parlamenti legittimi degli Stati del pianeta- esso non produce leggi bensì si limita a ratificare passivamente l’operato della famigerata “Commissione Europea” : A PROPOSITO : COSA VUOLE DIRE “COMMISSIONE EUROPEA” ? Già questo goffo e ambiguo nome puzza di frode da lontano. Proprio come il melenso straccio celeste col cerchio di stelle gialle al centro che si pretende sia simbolo della Ue] -almeno quelli dei partiti che esprimono il senso della difesa di interessi nazionali- tengano ora bene presente che saranno eletti a quella istituzione non già per rafforzarla, bensì per limitarla severamente e in prospettiva per demolirla (giacché essa non è riformabile). Avranno un incarico preciso e a tempo limitato. La “Unione Europea” del XXI Secolo è la metastasi della “Unione Sovietica” del XX Secolo. E farà la stessa fine. E la Nemesi , forse, partirà dalla Francia.