Cari amici buongiorno e buon fine settimana. In Iran, se per ipotesi avesse successo la rivolta delle donne contro l'obbligo del velo e di ampi strati della popolazione contro il carovita, se per ipotesi il regime teocratico islamico al potere da 44 anni collassasse per implosione, qual è l'alternativa che realisticamente potrebbe succedergli al potere, qual è il soggetto politico che ha le credenziali per assumere il potere?

Nel febbraio 1979 l'ayatollah Khomeini, di ritorno dal suo esilio in Francia, si presentò a capo di un ampio fronte dell'opposizione, dai liberali ai comunisti, uniti solo dalla volontà di scalzare dal potere lo scià Reza Pahlavi. Il piano riuscì grazie al sostegno del Dipartimento di Stato americano a dispetto della contrarietà della Cia. Alla fine Khomeini represse tutte le forze d'opposizione e eliminò il suo stesso “Partito della Repubblica Islamica”, sostituendo la “sharia” alla democrazia.

Ed è dagli Stati Uniti che il primogenito dello scià, Reza Ciro Pahlavi, 62 anni, sta cercando di creare un fronte delle forze che si oppongono alla teocrazia islamica, unite dalla prospettiva di un sistema politico democratico. Reza Ciro non ha tuttavia il carisma del leader. È sconosciuto ai giovani e non è benvenuto dagli strati meno abbienti. È osteggiato in particolare dai curdi iraniani, che furono discriminati e repressi dallo scià.

Un secondo soggetto politico che aspira a sostituirsi alla Repubblica Islamica sono i “Mojahedin del popolo iraniano” di ispirazione islamo-socialista, che dopo essere stati costretti ad abbandonare l'Iran, dopo essere stati accolti e poi cacciati dall'Iraq di Saddam Hussein, hanno ora il loro quartier generale con circa 4 mila militanti in Albania, protetti dagli Stati Uniti. I leader sono Massoud e Maryam Rajavi, marito e moglie, che hanno imposto un sistema autoritario incentrato sul culto della loro personalità.

Piaccia o meno ma, al momento, non esiste una forza di opposizione autorevole e credibile in grado di rovesciare il regime teocratico islamico e di assumere il potere in Iran.
Mi ero posto questa domanda partecipando ieri a Firenze, dove sono stato invitato a tenere una conferenza a un incontro, organizzato dalla Lega, dal titolo “Donne iraniane: tra passato e presente – Quale futuro?”.

Nella mia conferenza ho chiarito che essendo il velo delle donne prescritto da Allah nel Corano, per il regime teocratico islamico che concepisce il Corano come fonte incontrovertibile della giurisprudenza, mantenere o revocare l'obbligo del velo delle donne è una questione di vita o di morte. È evidente che la sua legittimità si fonda sull'ottemperanza letterale e integrale di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Ho ricordato che le popolazioni musulmane hanno conosciuto decenni di laicità, senza donne velate, nel contesto di Governi e di leggi laiche, contrastando radicalmente gli integralisti islamici.
Ho sostenuto che l'Europa, se vuole salvaguardare la propria civiltà laica e liberale. deve esigere che anche i residenti musulmani si attengano alle stesse leggi, regole e valori a cui sono tenuti tutti i cittadini, senza accordare loro prerogative e privilegi nel rispetto della specificità dell'islam. Sostanzialmente la mia conclusione è che, nel rispetto dei musulmani come persone che ci rispettano, dobbiamo mettere fuori legge l'islam come religione dentro casa nostra, perché è un sistema di potere del tutto incompatibile con la nostra civiltà, con lo stato di diritto e con la democrazia sostanziale.

Ebbene, due donne iraniane presenti tra il pubblico, a cui è stata comprensibilmente data ampia possibilità di parola, dopo essersi qualificate come «atee», hanno speso gran parte del loro intervento per contestare la mia posizione sull'islam.
La loro tesi è che l'attuale «dittatura» in Iran non va confusa con l'islam; che l'islam non avrebbe a che fare con il regime teocratico islamico; che la «dittatura» non è specifica di una religione, che loro condannano sia la dittatura nel nome dell'islam sia nel nome del cristianesimo; che loro condannano sia la dittatura in Iran sia la dittatura negli Stati Uniti dove si vieterebbe alle donne di poter esercitare il loro “diritto all'aborto”.
Successivamente, in conclusione, hanno sostenuto che l'Occidente dovrebbe rompere tutti i rapporti con la Repubblica Islamica dell'Iran, che i diritti delle donne iraniane sono parte integrante dei diritti dell'umanità, perché «siamo un Mondo unico».

Ho preso atto che queste due donne iraniane, dichiaratamente «atee», vicine al Partito Radicale, che in Italia è stato e continua ad essere la lunga mano della grande finanza speculativa globalizzata che ha programmato e sta attuando il Nuovo Ordine Mondiale, scardinando le fondamenta della nostra civiltà dalle radici ebraico-cristiane che mette al centro la cultura della vita, la persona, la famiglia naturale, l'economia reale, i valori e le regole, erano più interessate a propagandare una visione della vita a livello globale, che non a difendere la causa specifica delle donne iraniane.

L'aspetto paradossale è che, nel promuovere la prospettiva del Nuovo Ordine Mondiale, le due donne iraniane hanno finito per salvaguardare l'islam, negando che abbia a che fare con la dittatura islamica iraniana, così come hanno condannato il cristianesimo mettendolo sullo stesso piano dell'islam, esattamente come fanno gli atei che non credono in Dio e condannano indistintamente, aprioristicamente e acriticamente tutte le religioni.

Alla fine mi sono sentito avvilito, toccando con mano che, piaccia o meno, oggi come oggi non esiste una forza d'opposizione autorevole e credibile per sostituirsi alla dittatura della Repubblica Islamica dell'Iran.
A questo punto, l'importante, è combattere con tutte le nostre forze affinché anche l'Italia e l'Europa non facciano la stessa fine dell'Iran, cioè essere sottomessi alla dittatura islamica, ritrovandoci con chi tra noi assolverà l'islam, per limiti o disonestà intellettuale o per paura umana di dire la verità in libertà.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Sabato 4 febbraio 2023