Cari amici, mentre il primo ministro francese Manuel Valls condanna il burkini perché non è  "solo" un costume da bagno, ma è "espressione di un'ideologia basata sull'asservimento della donna", quindi è "incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica", il ministro dell'Interno Alfano non condanna il burkini perché "non c'è violazione della legge". 
Per Valls il burkini è una flagrante violazione della dignità della donna e una provocazione: "Le spiagge, così come ogni altro spazio pubblico, devono essere preservate dalle rivendicazioni religiose. Il burkini non è una nuova linea di costumi da bagno, una moda. E' la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondato tra l'altro sull'asservimento della donna. Dietro il burkini c'è l'idea che per natura le donne sarebbero impudiche, impure, che dovrebbero dunque essere completamente coperte. Questo non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica. Di fronte alle provocazioni, la Repubblica deve difendersi".
All'opposto Alfano critica Valls sostenendo che la posizione della Francia sarebbe ideologica e che sarebbe la Francia a provocare i musulmani: "Non facciamo provocazioni su questioni che non investono l'ordine pubblico, realizzate come atto ideologico e che possono apparire come provocazioni che possono attirare reazioni violente".
Cari amici, io sono certo che abbia ragione Valls e che Alfano si sbagli di grosso. Ci rendiamo conto che il ministro dell'Interno italiano legittima il fatto che una donna s'immerga in mare o in piscina, che sono spazi pubblici, completamente coperta perché l'islam concepisce la donna come un essere inferiore e che il corpo della donna sia di per sé criminalizzante e debba pertanto essere occultato dalla vista dei maschi che potrebbero esserne provocati?