Cari amici buongiorno. Anche oggi proseguono in tutt'Italia le manifestazioni di protesta dei commercianti, ristoratori e ambulanti, a cui si aggregano i piccoli imprenditori, le partite Iva, i liberi professionisti. A Napoli in Piazza del Plebiscito gli aderenti alla Confesercenti hanno innalzato quindici croci di legno per testimoniare il calvario di altrettante categorie commerciali, benzinai, ambulanti, orafi e gioiellieri, moda, esercenti pubblici, imprese balneari, guide turistiche e interpreti, case vacanza e ostelli, parrucchieri ed estetiste, federazione turismo, sindacato delle discoteche.

A Firenze sono giunti 1.280 furgoncini dei commercianti ambulanti per la manifestazione organizzata dall'associazione Assidea per chiedere le riaperture dei mercati. «La nostra richiesta è di poter lavorare - ha spiegato Antonio Gualtieri, portavoce degli ambulanti del mercato di Pistoia - perché i ristori non sono sufficienti e a non tutti arrivano, quindi abbiamo assoluto bisogno di lavorare».

Ovunque si mostrano i cartelli e si scandiscono le parole d'ordine «Vogliamo lavorare», «Non possiamo più aspettare», «Riaprire subito e tutti», «Libertà».

Resterà nella nostra triste Storia contemporanea l’immagine di Lorena, 62 anni, titolare di un bar a Bologna, che alla manifestazione di protesta il 6 aprile dei piccoli imprenditori in Piazza Montecitorio a Roma di fronte al Parlamento si è messa in ginocchio in lacrime davanti al cordone della Polizia per supplicare di poter tornare a lavorare. Lorena inginocchiata in lacrime che supplica di poter lavorare resterà un simbolo del fallimento di questo Stato che sta perpetrando il crimine epocale di trasformare l'Italia ricca in italiani poveri.

In ginocchio con le lacrime agli occhi Lorena ha detto ai poliziotti: «Sono qui per me e per i miei figli. Noi siamo come voi. Non siamo negazionisti. Vogliamo solo lavorare e poter riaprire. Ormai lavoro per un euro all'ora. Gli investimenti di una vita erano nel mio bar. Ho investito tutti i miei soldi nel mio bar a Bologna aperto 15 anni fa. Ero qui per una protesta che non perdesse il rispetto delle istituzioni, io ci credo ancora ma dovete ascoltarci».

I micro, piccoli e medi imprenditori, che in Italia rappresentano oltre il 90% del sistema dello sviluppo, sostanziano l'economia reale che produce beni e servizi, così come sono la principale fonte di sostentamento dello Stato attraverso le fin troppo cospicue tasse che gravano sui loro introiti. Ebbene è veramente paradossale che chi tiene in piedi la nostra economia reale e chi nutre uno Stato voracissimo, oggi sia costretto a inginocchiarsi per supplicare in lacrime lo Stato di essere lasciato libero di lavorare. 

Tutti gli italiani che amano l'Italia non possono che essere totalmente solidali con Lorena e con i milioni di piccoli imprenditori che costituiscono il fulcro del nostra sistema di sviluppo, la linfa vitale dell'economia reale che produce beni e servizi. Sono i tantissimi piccoli che da sempre fanno grande l'Italia. 

Cari amici è arrivato il momento di prendere atto che siamo tutti vittime di un crimine epocale frutto di una strategia deliberata, pianificata e ordinata dallo strapotere della grande finanza speculativa globalizzata, con la connivenza di politici prezzolati e di multinazionali che idolatrano il denaro, che hanno tradito l'Italia e non perseguono il bene degli italiani. Dobbiamo prendere atto del fallimento assoluto di questo Stato oneroso, inefficiente, corrotto, vessatorio e aguzzino. Dobbiamo prendere atto del fallimento di questa democrazia così come attesta in modo inequivocabile il consociativismo di una partitocrazia che per la prima volta nella Storia d'Italia vede quasi tutti i partiti uniti nello stesso governo, facendo venir meno il principio dell'alternanza al potere tra partiti che hanno proposte politiche diverse, facendo definitivamente prevalere la spartizione del potere sull'affermazione della specificità valoriale, identitaria e ideale che dovrebbe connotare i partiti. 

Dobbiamo prendere atto che la nostra amata Italia è da ricostruire dalle fondamenta perché è strutturalmente marcia, che non è riformabile dal proprio interno, che è del tutto velleitario immaginare che dei governanti che non hanno a cuore l'interesse supremo dell'Italia possano operare per il bene primario degli italiani.

Ecco perché invito gli imprenditori e tutti gli italiani perbene che vivono onestamente grazie al lavoro che produce beni e servizi di liberarci dal rito delle proteste finalizzate allo sfogo in piazza a beneficio dei mezzi di comunicazione di massa che comunque sostanziano una dittatura mediatica che è parte integrante della dittatura finanziaria, politica e sanitaria. Non servono le proteste ma le proposte. Dopo circa un anno e mezzo di una gestione criminale di una pandemia che come unica certezza ha trascurato i malati che nella stragrande maggioranza muoiono per patologie diverse dal Covid-19, ha devastato la nostra economia, ha destabilizzato la nostra società, ha radicato la paura nelle persone, prendiamo atto che è illogico immaginare che proprio chi ha consapevolmente e deliberatamente perpetrato questo crimine epocale possa essere al tempo stesso chi potrà risollevare le sorti dell'Italia e degli italiani. 

  Cari amici non servono le proteste ma le proposte. Non servono le proteste contro Governi responsabili del fallimento dello Stato, servono le proposte per riscattare l'Italia e salvare gli italiani. Non serve sfogarsi in piazza, serve mobilitarsi per concretizzare un nuovo modello di Stato, di sviluppo, di società e di civiltà. È arrivato il momento di passare dalla menzogna alla verità, dalla denuncia alla proposta, dalle parole ai fatti per riscattare l’Italia come Stato nazionale indipendente e sovrano, affermare il primato del bene degli italiani, far rinascere la nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe. Liberiamoci dalla «denuncite», la sterile denuncia fine a se stessa, che è l'unica vera epidemia che sta suicidando gli italiani. 

Impegniamoci su un fronte culturale e di mobilitazione civile per convergere sulle idee, i valori e la prospettiva che realizzino il miracolo della rinascita dell'Italia come Paese numero 1 al mondo per la qualità della vita. Abbiamo tutti i requisiti per farcela: i nostri ineguagliabili, inestimabili, non clonabili e non delocalizzabili patrimoni ambientale, culturale e umano. La missione di tutti gli italiani di buona volontà è di affermare una cultura e una classe politica dediti all'interesse supremo dell'Italia e al bene primario degli italiani. Promuoviamo una vera rivoluzione popolare assolutamente pacifica e nel rispetto dello spirito della nostra Costituzione per amore dell'Italia e per il bene degli italiani.

Noi amiamo l’Italia. Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

8 aprile 2021