Cari amici, sembra proprio che nel processo di riscatto degli italiani dalla dittatura sanitaria vigente da oltre un anno, che ci obbliga a vivere confinati in casa e a non lavorare, in prima linea si affermano i micro e piccoli imprenditori e tra loro spiccano le donne. 

Donne arrabbiate e determinate come Rosanna Spatari, più semplicemente Rosy, titolare della “Torteria” a Chivasso, in Provincia di Torino, in via Orti 14C con affaccio su piazza d’Armi. 

Rosy non ha mai chiuso la sua Torteria nonostante ben 150 multe finora ricevute e che Rosy contesta sulla base dell’incostituzionalità dei Dpcm (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) con cui a partire dal 31 gennaio 2020 è stato promulgato lo stato d’emergenza, così come hanno decretato i Tribunali di Roma, Reggio Emilia e il Giudice di pace di Frosinone, in quanto atti amministrativi che non possono violare la libertà personale sancita dall’articolo 13 della Costituzione che recita: “Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”. 

Nel video in allegato dello scorso 10 aprile si vede una Rosy fuori di sé e indomita che da sola fronteggia una decina tra carabinieri e agenti della Polizia comunale, che fanno irruzione nel suo negozio per comminarle l’ennesima multa. Rosy difende se stessa ma soprattutto difende i suoi clienti. Contesta l’irruzione delle Forze dell’ordine all’interno della sua “proprietà privata”. Rivendica il suo diritto di lavorare evocando l’articolo 1 della Costituzione: “Siete qui anziché essere dai criminali. Vogliamo solo lavorare. Siamo noi che vi manteniamo con il nostro lavoro. Vergognatevi. Siete delle merde”. Invita i carabinieri e la polizia locale a studiare la Costituzione: “Non potete portare la divisa senza conoscere la Costituzione. Non siete in onore. Non dovete prendere ordini incostituzionali”. Contesta l’incostituzionalità dei Dpcm e dice alle Forze dell’ordine che dovrebbero stare dalla parte dei cittadini onesti e non di un Governo repressivo: “Siete il braccio armato della politica. Senza di voi non ci sarebbe la dittatura”. Nega la realtà della pandemia e l’obbligo delle mascherine. Afferma che questa è una dittatura. Poi raggiunge le decine di persone che si sono accalcate nella piazza antistante e li sprona a ribellarsi: “Voi siete nati liberi, nessuno vi può tenere in dittatura. Cominciate a dire di no”.

I toni coloriti di Rosy possono non piacere ma si giustificano con l’esasperazione di una donna sola che difende il proprio diritto a lavorare, a guadagnarsi onestamente il pane, a dare da mangiare alla propria famiglia. La frustrazione di Rosy è accentuata dalla disapprovazione degli altri piccoli imprenditori che operano nella sua stessa attività e che l’accusano di “concorrenza sleale”, anziché fare fronte comune per costringere il Governo a restituire il diritto al lavoro e la libertà di vivere alla stragrande maggioranza degli italiani che per fortuna stanno bene e non si sono ammalati di Covid-19 a un anno e mezzo dall’esplosione della pandemia. Eppure Rosy è ammirevole per il suo essere portavoce di diritti collettivi sanciti dalla Costituzione. Si sta battendo anche per il diritto a riaprire l’attività degli imprenditori che la contestano. 

Cari amici, io difendo la legittima battaglia civile di Rosy e di milioni di piccoli imprenditori per il diritto a lavorare e a guadagnarsi onestamente il pane, fermo restando il dovere di curare l’esigua minoranza di italiani, circa il 2% su 60 milioni di abitanti, che si sono ammalati, che sono in quarantena, che sono ospedalizzati o in terapia intensiva, che sono purtroppo morti. Il linguaggio usato da Rosy è tutt’altro che “politicamente corretto”. Ma è di una straordinaria efficacia al punto da paralizzare letteralmente i carabinieri e i poliziotti locali che finiscono per ascoltarla subendo senza reagire. Perché quello che dice, al di là di qualche parola che può urtare, è sostanzialmente corretto. Rosy ci fa toccare con mano il potere straordinario della parola se è supportata da contenuti solidi, da un vigore incrollabile, da una causa incontestabile. Il suo ripetere alle Forze dell’ordine “Studiate!”, “Non potete portare la divisa senza conoscere la Costituzione”, fa emergere il ruolo cruciale della cultura nella comune missione per riscattare l’Italia e restituire la libertà agli italiani. 

Questa mattina, di fronte al suo negozio, hanno esposto un drappo con questa scritta a mano: “É il coraggio delle persone comuni che cambierà la Storia. Grazie Rosanna”. Firmato: Vale e Deny. Rosy si è fatta immortalare al fianco di questo omaggio, un’attestazione di stima e gratitudine. Rosy è una persona comune, un’italiana vera, che sta dando il proprio contributo per cambiare la Storia della nostra amata Italia.

Noi amiamo l’Italia. Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Domenica 18 aprile 2021