Buongiorno amici. Il messaggio che arriva dalle recenti elezioni è che gli italiani vogliono l’uomo forte e il potere forte. Lo straripante consenso personale di Luca Zaia, concepito come “Il Doge” di un agognato Veneto il più possibile autonomo, attesta in modo chiaro il consenso all’uomo forte. Il successo straripante del “Sì” al Referendum per il taglio dei parlamentari, con la convergenza di tutti i partiti della maggioranza e dell’opposizione, evidenzia l’adesione a un potere concepito come forte per la sua coesione su una questione premiata dagli italiani perché si tradurrebbe nella riduzione della spesa pubblica. 

In un contesto in cui è crescente il disorientamento che alimenta la paura e che sfocia nella rassegnazione, l’uomo forte e il potere forte vengono percepiti come la certezza necessaria per ristabilire dei punti di riferimento. 

È evidente che questa scelta degli italiani è dettata dall’emergenza che si sostanzia del degrado in cui versano le istituzioni dello Stato e della decadenza della nostra civiltà. Scommettere sulla bontà delle stesse istituzioni dello Stato che hanno provocato il degrado è un atto di disperazione. Gli italiani hanno rinnovato la loro fiducia nella partitocrazia che li ha privati della sovranità popolare escludendo il voto di preferenza, che ha istituito il consociativismo che impone il monopolio del potere assicurando alla maggioranza e all’opposizione la propria fetta di potere, che ha generato l’instabilità cronica dello Stato non consentendo la governabilità con un premio di maggioranza al vincitore delle elezioni. Gli italiani si sono ancora una volta fatti raggirare acconsentendo a legittimare la partitocrazia in cambio della promessa di un risparmio pari allo 0,007 per cento della spesa pubblica.

Paradossalmente l’investitura dell’uomo forte va in senso opposto alla legittimazione della partitocrazia che, insieme alla magistrocrazia e alla burocrazia, si sono impossessati dello Stato, gestendo in modo arbitrario il potere politico, la finanza pubblica e l’amministrazione dei cittadini. Zaia, ma anche Toti e De Luca, sono stati investiti di pieni poteri dai loro elettori per affrancarli dal collasso del Governo nazionale e riscattare spazi sempre più ampi di autonomia decisionale e di risorse finanziarie. É come tirare dalla propria parte una coperta che è comunque corta. Senza il riscatto della sovranità monetaria, legislativa e giudiziaria l’Italia non potrà mai avere dei soldi che rilancino lo sviluppo e non si traducano in un nuovo debito, delle leggi che realizzino autenticamente il bene degli italiani e non l’interesse della grande finanza speculativa globalizzata.

Cari amici, ancora una volta queste elezioni ci hanno fatto toccare con mano ciò che veramente manca agli italiani: la cultura. Dobbiamo mobilitarci su un fronte culturale affinché gli italiani acquisiscano la consapevolezza di ciò che realmente sta accadendo, recuperino i valori che ci fortificano dentro, individuino la prospettiva che corrisponda all’interesse supremo dell’Italia e al bene primario degli italiani. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.