Buongiorno amici. Ieri mattina ho ricevuto sul mio cellulare l’ennesima condanna a morte: “Mi piacerebbe sgozzarti brutta merda. Murted. Quello che meriti e sola la morte. Verrà anche la tua ora”. 

L’accusa specifica è di essere un “murted”, cioè un apostata, un musulmano che ha rinnegato l’islam. Nel Corano Allah prescrive che l’apostata è condannato all’inferno per l’eternità e Maometto ha ordinato la condanna a morte dell’apostata. Così come dovevano essere uccisi tutti gli adepti al neonato culto del solo dio pagano Allah che tradivano la “tribù dei musulmani” costituita da Maometto a Medina nel 622 dopo essere stato cacciato dai suoi concittadini dalla città natale della Mecca, tutti i musulmani che tradiscono l’islam devono essere uccisi. Tutti i teologi islamici concordano sul fatto che l’apostata deve essere ucciso, anche se questa condanna non è recepita da tutti gli Stati a maggioranza islamica. Uccidere l’apostata è un dovere sancito dalla sharia, la legge islamica. Significa che qualsiasi musulmano non solo può ma deve uccidere l’apostata nella consapevolezza di adempiere alla volontà di Allah e di Maometto. 

La nuova minaccia di morte è islamicamente corretta perché specifica che l’apostata deve essere sgozzato. “Mi piacerebbe sgozzarti brutta merda. Murted”. Perché solo sgozzando e decapitando l’apostata, recidendo la testa dal corpo e dissanguandolo fino a toglierli lo spirito vitale, si renderà impossibile la sua ricomposizione e l’ascesa nel Paradiso di Allah.

Non so chi sia il terrorista islamico che mi ha condannato a morte per apostasia e che non vede l’ora di sgozzarmi. Ma so che potrebbe essere un musulmano qualsiasi che ottempera letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. 

Così come era un semplice cameriere tunisino di 56 anni che lo scorso 8 ottobre nei pressi di “Piazza dei Miracoli” a Pisa per due volte mi ha pubblicamente condannato urlando “Sei un venduto!”, e poi ha scandito l’appello “Viva l’islam”. Il “venduto” è sempre l’apostata, chi ha tradito l’islam e di conseguenza si è venduto ai nemici dell’islam, nella convinzione che l’islam sia l’unica vera religione e tutte le altre religioni siano miscredenze da condannare e i loro adepti da ripudiare, odiare e uccidere. 

Cari amici, temo che i nostri magistrati che non conoscono la sharia, la legge islamica che si sostanzia di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto, che ragionano solo in termini cartesiani, che hanno come unico riferimento la nostra Costituzione e le nostre leggi laiche, e magari sono ideologicamente relativisti e islamofili nel senso che mettono tutte le religioni sullo stesso piano e concepiscono positivamente l’islam a prescindere dai suoi contenuti, non comprendono la gravità della condanna a morte per apostasia che mi viene periodicamente sentenziata anche da musulmani insospettabili, come quello che ieri mattina mi ha scritto “Mi piacerebbe sgozzarti brutta merda. Murted”, cioè “apostata”, e come il cameriere tunisino che nel centro storico di Pisa lo scorso 8 ottobre mi ha condannato “Sei un venduto! Viva l’islam!”. Chiedo comunque al Ministro dell’Interno di adeguare le misure di protezione che lo Stato mi accorda da 18 anni, e di ciò sono infinitamente grato, al livello delle condanne a morte che mi sono state reiterate recentemente. La realtà manifesta di musulmani residenti in Italia apparentemente insospettabili ma che sono pronti a uccidermi in quanto apostata, venduto, nemico dell’islam, va considerata con la massima serietà.