Cari amici buongiorno. Ho partecipato nel 2018 a alcune manifestazioni pubbliche a Pisa contro la costruzione di una grande moschea. Lo feci su invito di amici rappresentanti locali della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. 

Lo feci soprattutto perché sono fermamente contrario alla presenza e alla proliferazione delle moschee in Italia, nella consapevolezza che le moschee, diversamente dalle chiese e dalle sinagoghe, non sono luoghi di culto ma di aggregazione, di indottrinamento, di occupazione territoriale con il fine di islamizzare l’Italia, l’Europa e l’insieme dell’umanità conformemente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. 

Lo feci evidenziando che ad oggi l’islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano perché non ottempera all’articolo 8 della nostra Costituzione che sancisce che in Italia le religioni sono pari di fronte alla legge solo se il loro ordinamento giuridico non è in contrasto con le leggi italiane e solo se hanno stipulato un’intesa con lo Stato. 

Ebbene l’ordinamento giuridico dell’islam, la Sharia, è totalmente incompatibile con i valori dell’inviolabilità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta individuale compresa la libertà religiosa, sancite dalle nostre leggi e che sostanziano la nostra civiltà. Ugualmente l’islam non ha sottoscritto alcuna intesa con lo Stato italiano a causa del contrasto tra le varie organizzazioni militanti islamiche sui contenuti dell’intesa e sulla spartizione del potere al loro interno. Ebbene se noi fossimo uno Stato di diritto che rispetta la propria Costituzione, non essendo l’islam una religione riconosciuta dallo Stato, a rigore in Italia non dovrebbe esserci neppure una sola moschea, perché le moschee dovrebbero essere una prerogativa accordata a un islam riconosciuto dallo Stato.

Avevo inoltre sostenuto agli amici del Centrodestra pisano che in ogni caso il progetto di una nuova grande moschea a Pisa doveva essere sottoposto a un referendum cittadino, perché i pisani hanno il diritto di essere consultati e di manifestare la loro scelta considerando l’estrema problematicità della presenza delle moschee nel territorio in cui sorgono sul piano urbanistico, del degrado ambientale, la fuga dei residenti italiani, il crollo dei valori degli immobili, la nascita di ghetti islamici in cui si finisce per imporre la Sharia, l’esplosione di violenze legate al fanatismo islamico e alla criminalità organizzata al punto da sottrarre il territorio non solo al controllo delle forze dell’ordine ma alla sovranità nazionale. 

Questa realtà è già presente in Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, negli Stati europei che ci hanno preceduto nell’accoglienza degli immigrati islamici e che hanno consentito l’islamizzazione principalmente attraverso la proliferazione delle moschee. Ma è una realtà che si manifesta anche in Italia, a partire dalla zona di Porta Palazzo nel centro storico di Torino e dalla zona della Stazione centrale di Napoli.

Ebbene giovedì 15 aprile il Sindaco di Pisa Michele Conti della Lega, eletto il 24 giugno 2018 a capo di una Giunta insieme a Fratelli d’Italia e a Forza Italia, ha approvato la costruzione della grande moschea. 

Queste le parole del Sindaco Conti: «La delibera di oggi è un atto dovuto che dà seguito alla sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della comunità islamica di Pisa sulla moschea. Nella motivazione della sentenza, infatti, si legge che: “L’Associazione ricorrente è portatrice dell’interesse alla realizzazione di un edificio di culto, l’unico, nel Comune di Pisa, destinato a soddisfare le necessità di quanti pratichino la religione islamica. Si tratta di un interesse particolare in quanto espressamente considerato dall’art. 8 della Costituzione, e riguardante la pratica di una delle religioni più diffuse al mondo, negli ultimi decenni ampiamente praticata anche in Italia”.»

Il Sindaco Conti chiarisce che la sua contrarietà non è alla moschea ma alla ubicazione della moschea nel quartiere Porta a Lucca: «Rimaniamo fermamente convinti che le valutazioni di carattere tecnico-amministrativo che abbiamo svolto in questi due anni e mezzo portano tutte alla medesima conclusione, quell’area non è adatta a ospitare qualsiasi luogo di culto. Lo abbiamo sostenuto in ogni sede e ribadito anche nell’aggiornamento delle linee di mandato definendo, nero su bianco, che in merito alla moschea a Porta a Lucca questa amministrazione ha, da sempre, preso una posizione non favorevole considerando la zona non idonea per la realizzazione della struttura. In questo modo abbiamo provato a sostenere le nostre ragioni pur tenendo sempre aperto un canale di dialogo con la comunità islamica per valutare localizzazioni alternative e, indipendentemente dall’iter amministrativo relativo al permesso a costruire a Porta a Lucca, sono ancora in corso interlocuzioni con la comunità islamica e i professionisti di parte».

Porta a Lucca sta a circa due chilometri da Piazza dei Miracoli, patrimonio dell’umanità dal 1987, uno dei più rilevanti gioielli del patrimonio culturale italiano comprendente il Campanile, la Cattedrale, il Battistero e il Campo Santo. Di fatto i turisti che affollano Piazza dei Miracoli oltre ad ammirare la Torre di Pisa, che è il Campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta, ammireranno anche la cupola  e il minareto della limitrofa grande moschea di Pisa, una novità che si scontra con la realtà dell’Europa che per 1400 anni ha dovuto combattere per respingere le invasioni e aggressioni islamiche, per salvaguardare la propria civiltà cristiana. Una realtà dimenticata anche dalla Chiesa cattolica il cui clero a Pisa si è schierato a favore della costruzione della grande moschea.

Mi spiace prendere atto che né il giudice del Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale, né il Sindaco di Pisa conoscono l’articolo 8 della Costituzione italiana. Ecco il testo dell’articolo 8 della Costituzione italiana:

«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze».

Le argomentazioni presenti nella sentenza del giudice del Tar relative alla «pratica di una delle religioni più diffuse al mondo, negli ultimi decenni ampiamente praticata anche in Italia», non hanno nulla a che fare con l’articolo 8 della Costituzione. 

Invito il Sindaco Michele Conti a riconsiderare la sua decisione di consentire la costruzione di una grande moschea a Pisa sulla base della motivata evidenza dell’errore presente nella sentenza del Tar relativo all’articolo 8 della Costituzione. Invito la Giunta comunale di Centrodestra di Pisa a fare ricorso al Consiglio di Stato e indire subito un referendum consultivo che coinvolga i cittadini pisani in una scelta che stravolgerà in peggio la loro vita all’interno del proprio territorio. 

Cari amici, nel più assoluto rispetto dei musulmani che scelgono di condividere la nostra amata Italia nel rispetto delle nostre leggi, ottemperando alle regole della civile convivenza, facendo propria la nostra civiltà, noi che amiamo l’Italia dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di promuovere la messa fuori legge dell’islam come religione perché è totalmente incompatibile con le nostre leggi, regole e valori. È sbagliato addurre motivazioni urbanistiche per opporsi alle moschee, la ragione principale è l’islam, che storicamente ha dimostrato di essere una realtà autoritaria, aggressiva, violenta e guerrafondaia, che non ha mai rinunciato all’obiettivo di sottomettere l’Europa. 

Noi amiamo l’Italia. Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

17 aprile 2021