Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
Il Primo Maggio non c'è nulla da festeggiare. Anche il fatto di definirla indistintamente “Festa del lavoro” o “Festa dei lavoratori”, come se fosse lo stesso concetto, ci fa toccare con mano l'arbitrio e la faziosità con cui in Italia si interpretano e si attuano la Costituzione, le leggi, le sentenze, le norme morali che ispirano il “bene comune”.
I cosiddetti “Padri costituenti” si scontrarono sin dall'articolo 1 della Costituzione che sostanzia l'identità della Nazione.
Il Partito Comunista agli ordini dell'Unione Sovietica, capeggiato da Palmiro Togliatti che aveva tradito l'Italia e rinnegato l'italianità acquisendo la cittadinanza sovietica, avrebbe voluto che recitasse “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sui lavoratori”.
La Democrazia Cristiana, agli ordini degli Stati Uniti, capeggiata da Alcide De Gasperi, nato cittadino austriaco ed ex membro del Parlamento austriaco, impose il compromesso “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Il “lavoro” è l'insieme dell'attività produttiva, che necessariamente coinvolge e valorizza come soggetto centrale il datore del lavoro.
“I “lavoratori” sottintende la loro centralità e implicitamente l'esclusione del datore del lavoro, concepiti dall'ideologia marxista come i “capitalisti” da combattere con la “lotta di classe” fino all'avvento della “dittatura del proletariato”.
Ebbene, nonostante che il compromesso conseguito, per un verso concepisca che l'identità della Nazione risieda nella dimensione materiale dell'attività produttiva e, per l'altro verso, metta al centro l'insieme della dimensione del “lavoro”, il Primo Maggio si festeggia puntualmente i “lavoratori”, a prescindere dall'inarrestabile deterioramento della realtà del “lavoro”.
Ugualmente si interpreta in modo arbitrario e fazioso l'articolo 4 della Costituzione che concepisce il lavoro sia come “diritto” sia come “dovere”. Questo è il testo:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Invece, mettendo al centro “i lavoratori” e non il “lavoro”, e limitandosi a considerare il lavoro come un “diritto” e non un “dovere”, il risultato che i Governi che si sono susseguiti dall'avvento della Repubblica nel 1946, i Sindacati che dovrebbero tutelare l'interesse dei lavoratori, l'Unione Europea che ci ha spogliato della nostra sovranità monetaria e ci ha imposto leggi finanziarie e economiche suicide, hanno affossato l'economia reale, condannato a morte la micro, piccola e media impresa che rappresenta il fulcro del sistema produttivo, impoverito i lavoratori, marginalizzato i giovani, radicata l'insana dottrina del parassitismo sociale che concede denaro pubblico senza richiedere in cambio una adeguata prestazione lavorativa.
Da ciò conseguono una serie di devianze economiche e sociali che in ultimo hanno ridotto l'Italia ricca in italiani poveri. Il risultato è che il Primo Maggio gli imprenditori e i lavoratori piangono, i “parassiti sociali” festeggiano.
Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà
Mercoledì 1 Maggio 2024
La Casa della Civiltà è un'Associazione di Promozione Sociale (APS), fondata da Magdi Cristiano Allam nel 2021.
Promuove la “Federazione di Comunità locali”, nel contesto dell'Italia elevata a “Nostra amata Patria”.
Organizza un percorso di Formazione culturale, Mobilitazione civile e Azione politica costruttiva, per dare certezze sul piano dell'informazione responsabile, fortificare gli animi, infondere determinazione, con l'obiettivo di far rinascere la nostra civiltà decaduta, salvare gli italiani dall'estinzione demografica, riscattare lo Stato collassato, trasformando l'Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita.
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