Cari amici buongiorno, Shabbat Shalom, buon fine settimana. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
Chi siamo noi italiani? 
Non siamo una “razza” perché, si legge nell'Enciclopedia Treccani, «il concetto di razza umana è considerato destituito di validità scientifica, dacché l’antropologia fisica e l’evoluzionismo hanno dimostrato che non esistono gruppi razziali fissi o discontinui».
Non siamo una “etnia” perché, si legge nell'Enciclopedia Treccani, «il gruppo etnico viene percepito nell’immaginario collettivo come un aggregato sociale omogeneo, i cui membri condividono una cultura, una storia, una lingua, un territorio, una religione ecc. e rivendicano per questo una identità comune»; mentre in realtà «più che una comune “sostanza”, gli appartenenti a un gruppo etnico condividerebbero una contrapposizione con altri gruppi etnici o nazionali».
Potremmo definirci una “nazione”, da intendersi secondo l'Enciclopedia Treccani come «il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica»; ma dato che evoca il “nazionalismo” e che in Italia è sinonimo di “fascismo”, è preferibile non concepirci come “nazione”.
Potremmo definirci appartenenti a una “patria”, inteso secondo l'Enciclopedia Treccani come «territorio abitato da un popolo, al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni»; tuttavia viene in definitiva assimilato al concetto di “nazione”, già bocciato. 
Potremmo identificarci come un “popolo”, inteso nell'Enciclopedia Treccani come  «complesso degli individui di uno stesso Paese che, avendo origine, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti comuni, sono costituiti in collettività etnica e nazionale»; tuttavia in Italia è assai sottile la linea di demarcazione tra il concepirsi come “popolo” e l'essere tacciati di “populismo”, che fa sempre rima con “nazionalismo” e quindi “fascismo”.
Non ci resta che concepirci come parte della “umanità”, intesa nell'Enciclopedia Treccani come «il complesso di tutti gli uomini viventi sulla terra, il genere umano». Questa definizione si concilia con il pensiero egemone. Gli italiani sono parte della “umanità” e l'Italia è parte del Mondo. 
E se l'umanità è l'unico soggetto e il Mondo è l'unico oggetto accreditati, ciò significa che tutti, indistintamente e incondizionatamente, possono scegliere di vivere ovunque. L'Italia ne è già una conferma: abbiamo abolito il concetto stesso di clandestinità, ci siamo trasformati in una terra dove chiunque può entrare, scorrazzare, uscire a piacimento. In un Mondo senza cittadini, siamo tutti migranti.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Sabato 13 maggio 2023