Cari amici, l'ennesimo attentato terroristico a Londra, finora senza rivendicazione anche se non ci sono dubbi sulla sua matrice islamica, non deve portarci a sminuirne la gravità per il fatto che al momento si contano "solo" 22 feriti. 

Dobbiamo aver chiaro che il terrorismo islamico, ormai autoctono ed endogeno essendo l'Europa diventata una "fabrica del terrorismo", ha un obiettivo psicologico non militare. Il ricorso a esplosivi artigianali, ai coltelli o ai camion, evidenzia che lo scopo è di inculcare in noi la paura. I terroristi islamici sono consapevoli che non potrebbero mai sconfiggere militarmente gli eserciti europei. Ma contano di sconfiggerci nel momento in cui la paura sarà a tal punto radicata in noi che finiremo per subire senza reagire, per farci sottomettere senza combattere.

Detto ciò è del velleitario il messaggio ufficiale dei governi europei con cui si invitano i cittadini a non cambiare le proprie abitudini per non piegarsi alla paura costi quel costi. È troppo facile a dirsi da parte di chi abitualmente non usa la metropolitana, non frequenta i supermercati e non passeggia nelle piazze pubbliche.

Cari amici, gli Stati hanno il dovere di reprimere il terrorismo islamico contrapponendo la forza legittima alla violenza criminale di chi disconosce il valore della sacralità della vita di tutti. Stiamo subendo una guerra. E in questa guerra noi dobbiamo combattere per salvaguardare il nostro inalienabile diritto alla vita, alla dignità e alla libertà.