Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.

Il voto di ieri all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a favore del riconoscimento dello “Stato della Palestina” è un atto surreale. Non è la prima volta che accade, dentro e fuori le Nazioni Unite. 
Come si fa a riconoscere uno “Stato della Palestina” che non esiste, che non è mai esistito, che ciascuno concepisce diversamente e che, di fatto, nessuno vuole?

Gli stessi palestinesi quando parlano di “Palestina libera”, intendono esplicitamente una entità che si estende dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, cancellando Israele dalla carta geografica. Ed anche quando dicono di accettare un territorio limitato ai confini del 1967, che in realtà sono linee armistiziali di Rodi del 1949, sottintendono che si tratterebbe di una soluzione transitoria, di una stratagemma alla stregua della tregua tattica prima di infliggere il colpo mortale al “nemico sionista” con cui, mai e poi mai, si farà la pace, ispirandosi alla “Tregua di Hudaybiyya” sottoscritta da Maometto con i suoi nemici meccani nel 628, prima di sconfiggerli nel 630. 

Lo disse apertamente Arafat, il fondatore dell'Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), immaginato a livello mondiale come un “laico”, ma in realtà legato al Movimento estremista islamico dei Fratelli Musulmani, a cui aderisce ufficialmente il Gruppo terroristico islamico palestinese di Hamas. 
Subito dopo la storica stretta di mano tra Rabin ed Arafat alla Casa Bianca il 13 settembre 1993, Arafat in un sermone pronunciato in una moschea in Sudafrica, disse che l’accordo con Rabin aveva lo stesso valore dell’accordo stipulato e poi disatteso da Maometto nel 628 con i suoi nemici meccani.
Il significato profondo è che con i nemici dell’islam si può fare una tregua ma mai la pace. Nel caso specifico significa che si può stipulare una tregua con Israele, ma mai e poi mai si deve riconoscere il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico. 

Ad oggi l’odio nei confronti di Israele è l’unico collante che tiene uniti gli Stati islamici. Anche quei rari Stati islamici che hanno allacciato relazioni diplomatiche con Israele, pur riconoscendo Israele come un dato di fatto, non riconoscono il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico.

Il Corano è un testo profondamente ed esplicitamente anti-ebraico perché Maometto è stato profondamente e violentemente anti-ebraico. Nel Corano leggiamo che Allah disse a Maometto che gli ebrei sono le «bestie peggiori» in quanto «miscredenti». Gli ebrei vengono qualificati come «i più feroci nemici di coloro che credono», «coloro che Allah ha maledetto», perché «uccidevano ingiustamente i profeti», «praticano l’usura», «con falsi pretesti divorano i beni della gente», coloro che Allah «ha trasformato in scimmie e porci», che «somigliano a un asino».

Il voto di ieri è l'ennesima conferma che si dovrebbero chiudere le Nazioni Unite, l'entità sovranazionale più corrotta al Mondo. 
Così come ci fa toccare con mano l'inconsistenza e l'ipocrisia dell'Unione Europea, i cui membri si sono divisi tra favorevoli (tra cui Francia e Spagna), astenuti (tra cui Germania e Italia), e contrari (Ungheria e Repubblica Ceca).

L'altra fandonia politica, che viene rievocata come un mantra paradossalmente dopo la strage perpetrata dai terroristi islamici palestinesi di Hamas il 7 ottobre 2023, è la soluzione dei “due Stati per due popoli”.
Tutti dimenticano che proprio questa soluzione fu offerta da Rabin ad Arafat nel 1993, formalizzata nel 1994 con gli Accordi di Oslo, e che trovò il suo epilogo a Camp Davide nel 2000. Fu l'allora premier israeliano, anche lui laburista, Ehud Barak, che offrì ad Arafat uno “Stato della Palestina” sul 97% dei territori del 1967, con la capitale all'interno del settore orientale di Gerusalemme.
Eppure, all'ultimo istante, Arafat preferì rinunciare alla nascita concreta di uno “Stato della Palestina”, per la prima volta nella Storia, pur di non riconoscere Israele come Stato del popolo ebraico.

Arafat ripetè la scelta degli Stati arabi nel 1948, che mossero la guerra contro Israele perché non ne riconoscevano il diritto ad esistere, finendo per impedire la nascita del nuovo “Stato arabo” contemplato dalla risoluzione 181 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947. 
È da rilevare che la risoluzione sancisce la spartizione del territorio geograficamente denominato “Palestina Mandataria”, in quanto affidato al Mandato della Gran Bretagna, in due Stati, specificando uno “Stato ebraico” e uno “Stato arabo”. 
Per le Nazioni Unite fino al 1947 non esisteva la nozione di “Palestina” o di “popolo palestinese” intesi politicamente.

La verità storica è che non è mai esistito uno Stato della Palestina, così come Gerusalemme non è mai stata né la capitale di un inesistente Stato della Palestina, né un luogo di culto sacro dell'islam.
Ecco perché, riconoscere il fantomatico “Stato della Palestina”, proclamato come indipendente da Arafat ad Algeri il 15 novembre 1988, significa prendersi in giro, ammettendo la propria ignoranza della Storia. 
La verità profonda è che più che un voto “per” lo Stato della Palestina, è un voto “contro” Israele e gli ebrei. Non è un voto ispirato dall'amore, ma dettato dall'odio. Non contempla una finalità costruttiva, ma distruttiva.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Sabato 11 maggio 2024

La Casa della Civiltà è un'Associazione di Promozione Sociale (APS), fondata da Magdi Cristiano Allam nel 2021. 
Promuove la “Federazione di Comunità locali”, nel contesto dell'Italia elevata a “nostra amata Patria”. 
Organizza un percorso di Formazione culturale, Mobilitazione civile e Azione politica costruttiva, per dare certezze sul piano dell'informazione responsabile, fortificare gli animi, infondere determinazione, con l'obiettivo di far rinascere la nostra civiltà decaduta, salvare gli italiani dall'estinzione demografica, riscattare lo Stato collassato, trasformando l'Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita.

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