Cari amici buongiorno. La cosiddetta pandemia di Covid-19 è stata di fatto una pandemia “procurata” per due ragioni principali. 

Innanzitutto il divieto al medico di base di prestare assistenza ai malati nelle loro abitazioni e di curarli conformemente a una diagnosi specifica, con l'obbligo di attenersi all'unica prescrizione ministeriale «Tachipirina e vigile attesa», che inevitabilmente ha favorito la diffusione dell'infezione polmonare, ha costretto al trasferimento dei malati in ospedale in una fase di infiammazione polmonare avanzata, ha di fatto condannato a morte dei malati che avrebbero potuto guarire se curati subito con i farmaci adeguati a un'infezione polmonare.

Inoltre il divieto a eseguire le autopsie, che avrebbero consentito da subito di individuare che la causa del decesso delle persone affette dal virus Sars-Cov-2 era la trombosi, la formazione di micro-coaguli di sangue che ostacolavano l'ossigenazione dei polmoni, che pertanto sarebbe stato necessario somministrare degli anti-coagulanti, mentre averli intubati in questa condizione si è tradotto nel colpo di grazia.

Ecco perché si configura una “strage di Stato”, di cui sono state vittime anche gli oltre cento morti per Covid-19 tra i medici e gli infermieri, assoggettati anch'essi alle direttive ministeriali, anche se responsabili per aver tradito il “Giuramento di Ippocrate” rinunciando a prestare assistenza ai malati secondo «scienza e coscienza».

In questo contesto, apprendiamo dall'Agenzia giornalistica Agi, che la Procura di Busto Arsizio, sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri di Saronno in Provincia di Como, ha disposto a due sanitari dell'Ospedale di Saronno il divieto di esercizio della professione medica; a quattro funzionari il divieto dall’esercizio della professione di impresario funebre; ad altri due la sospensione dall’esercizio di mansioni di addetto all’obitorio con divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione.

I reati ipotizzati sono corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. 
Concretamente cosa hanno fatto? Leggiamo:  
«Mazzette ai dipendenti dell’obitorio di Saronno per consentire ai loro familiari di vedere le salme  positive al Covid, in violazione delle norme per limitare il contagio».
«Mazzette di 50 euro per aver raso la barba a una salma».
«Mazzetta di 50 euro per avere vestito la salma di una donna».
«Mazzetta di 50 euro essersi attivato per conoscere l’esito del tampone sulla salma di un uomo, giunto in una body-bag, così da accelerare le procedure di ritiro e trasporto a cassa aperta». 
«Mazzetta di 50 euro per avere mostrato alla figlia il corpo del padre prima di chiudere la bara».

In parallelo figurano altre contestazioni. Quattro titolari delle pompe funebri avrebbero pagato alcuni dipendenti dell'ospedale di Saronno per “orientare” i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa a cui affidare il servizio funebre, ottenere informazioni, vestire e ricomporre le salme.
A due medici viene contestato di avere rilasciato falsi certificati di malattia a dipendenti pubblici e privati che venivano stipendiati senza lavorare. Un’addetta dell’obitorio dell’ospedale di Saronno, messa ai domiciliari, durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia avrebbe lavorato come dipendente negli studi dei medici dai quali sarebbe stata certificata come finta malata. Infine due dipendenti dell’obitorio avrebbero rubato materiale sanitario e di pulizia dell’ospedale di Saronno per venderlo. 

La Procura di Saronno ha emesso le misure restrittive sulla base della Circolare del Ministero della Salute del 2 maggio 2020. Nel paragrafo B, «Precauzioni da adottare in via generalizzata per tutti i defunti per i quali non si possa escludere la contrazione in vita di Covid-19», al punto 4 si legge:
«Sono vietati il cosiddetto trasporto “a cassa aperta”, la vestizione del defunto, la sua tanatocosmesi, come qualsiasi trattamento di imbalsamazione o conservativo comunque denominato, o altri quali lavaggio, taglio di unghie, capelli, barba e di tamponamento».

Ebbene, ritengo che sia illegale sul piano del diritto che la Magistratura continui a attenersi a delle circolari del Ministero della Sanità del 2020 in un contesto in cui l'insieme dei decreti governativi del 2020 e del 2021 concernenti la gestione della procurata pandemia di Covid-19 sono stati bocciati da sentenze di vari Tribunali. 

Ma sia soprattutto immorale sul piano civile concepire un reato l'essere stati costretti a pagare per vedere la salma del proprio caro estinto, l'aver voluto che prima della sepoltura gli venisse rasa la barba o vestito dignitosamente. 
Oltretutto, nella stessa circolare si esclude che la salma possa essere contagiosa: «Premesso che con il decesso cessano le funzioni vitali e si riduce nettamente il pericolo di contagio (infatti la trasmissione del virus è prevalentemente per droplets e per contatto) e che il paziente deceduto, a respirazione e motilità cessate, non è fonte di dispersione del virus nell'ambiente».

Ci auguriamo che il Governo Meloni mantenga l'impegno di fare luce sulla criminale gestione di una procurata pandemia, e che la nuova Commissione d'inchiesta non si risolva nel nulla come regolarmente accade, ad eccezione di fruttare ulteriori compensi ai suoi membri. 

I fatti sono fatti. Noi cittadini italiani, compresi i medici, gli infermieri e il personale sanitario costretti a sottomettersi all'obbligo vaccinale, abbiamo il diritto di far prevalere la verità per salvaguardare la salute di tutti, soprattutto dei nostri figli e dei nostri nipoti anch'essi nel mirino della gestione criminale della procurata pandemia.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Mercoledì 30 novembre 2022