Cari amici buongiorno. Ieri l'inaugurazione della stagione lirica del Teatro della Scala, l'evento culturale più prestigioso d'Italia, con il capolavoro del compositore russo Modest Petrovic Musorgskij, l'opera “Boris Godunov”, basata sul dramma omonimo di Aleksandr Sergeevic Puskin, cantata in lingua russa, ispirato alla musica popolare russa distante dallo stile operistico italiano, con interpreti russi, dal basso Ildar Abdrazakov, al soprano Anna Denisova, è una scelta non solo culturale, ma anche politica.

Esponenti della Comunità ucraina in Italia hanno inscenato una manifestazione di protesta di fronte al Teatro della Scala. Proprio ieri il ministro della Cultura ucraino, Oleksandr Tkachenko, ha invitato gli alleati occidentali a boicottare la cultura russa: «È un passo importante. Non si tratta di cancellare Čajkovskij, ma piuttosto di sospendere le esecuzioni delle sue opere fino a quando la Russia non cesserà la sua sanguinosa invasione. I luoghi culturali ucraini lo hanno già fatto con lui e altri compositori russi. Chiediamo ai nostri alleati di fare lo stesso».

Ma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente all'evento, ha risposto: «Sono posizioni che non condivido sia sul piano culturale sia su quello politico. La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. È un elemento che non si può cancellare. Mentre la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura».

Anche il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha detto: «Penso che i compositori russi come Musorgskij o Cajkovskij siano fantastici cosi come Tolstoij o Dostoevskij. Non dovremmo permettere che Putin distrugga questo fantastico Paese. Per questo non vedo l'ora di assistere a quest'opera».

Le ha fatto eco il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche lei presente alla Scala: «Noi non ce l'abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l'abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. È una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni».

Il clima politico è diverso da quello che lo scorso 2 marzo portò il Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, il francese Dominique Meyer, a esonerare il Maestro russo Valery Gergiev, tre giorni prima della rappresentazione dell’opera La dama di picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Che si trattò di un esonero per ragioni politiche è implicito nella nota che venne diramata dal Teatro della Scala: «Nella mattinata del 24 febbraio, in seguito all’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito russo avvenuta nella notte, il Sovrintendente, d’intesa con il Sindaco e Presidente della Fondazione, aveva scritto al Maestro una lettera invitandolo a pronunciarsi in favore della risoluzione pacifica delle controversie, in linea con il dettato della nostra Costituzione. Non avendo ricevuto risposta a sei giorni di distanza, e a tre dalla prossima rappresentazione, risulta inevitabile una diversa soluzione. Il Teatro alla Scala ribadisce la sua vicinanza ai cittadini ucraini vittime dell’aggressione e ai tanti cittadini russi che in questi giorni hanno coraggiosamente espresso la loro condanna della guerra. Il nostro Teatro resterà sempre un luogo di confronto e di dibattito tra diverse tradizioni e culture».

Cari amici, così come lo scorso 2 marzo fu una scelta politica a esonerare il Maestro russo Valery Gergiev, è ugualmente una scelta politica quella di riservare la Prima della Scala all'opera di un compositore russo, cantata in russo, interpretata da cantanti russi.
Considero comunque un errore la sopraffazione della politica e la sottomissione della cultura. La libertà che è insita nella manifestazione culturale non deve mai essere asservita agli interessi del potere politico.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l'aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l'Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Giovedì 8 dicembre 2022