Cari amici, ieri l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un comunicato in cui si attesta che l’età media dei 105 pazienti deceduti fino al 4 marzo e risultati contagiati dal Coronavirus è di 81 anni e che l’85 per cento dei deceduti aveva due o tre patologie preesistenti. Ecco perché l’indicazione scientifica che ne consegue è di definirle morti “legate al Coronavirus” e non “di Coronavirus”. Il dato di fondo, sottolineato dal Corriere della Sera in un articolo di Cristina Marrone è che “il Coronavirus non è di per sé una malattia”, si può averlo in corpo senza conseguenze, ma è un fattore patogeno che può provocare la malattia e anche la morte di persone immunodepresse o che presentano altre patologie.

Il comunicato dell’Istituto Superiore della Sanità precisa che dei 105 pazienti deceduti il 14,1 per cento aveva oltre 90 anni, il 42 per cento tra gli 80 e 89 anni, il 32,4 per cento tra i 70 e i 79 anni, l’8,4 per cento tra i 60 e i 69 anni, il 2,8 per cento tra i 50 e i 59 anni.

Per quanto concerne le patologie preesistenti, il comunicato precisa che il numero medio di patologie presenti nei pazienti deceduti è di 3,4. Il 67.2% presentava 3 o più patologie; il 18.3% ne presentava 2; il 15.5% presentava una patologia o non presentava alcuna patologia. Il 74,6 per cento dei pazienti deceduti soffriva di ipertensione, il 70,4 per cento erano affetti da cardiopatia ischemica e il 33,8 per cento avevano il diabete mellito.

Questa è la realtà del Coronavirus attestata dall’Istituto Superiore della Sanità che, di per sé, non giustifica lo stato di emergenza imposto dal Governo Conte all’Italia come istituzione e agli italiani come persone. In parallelo prendiamo atto che gli ospedali italiani preposti alla cura dei pazienti contagiati dal Coronavirus operano in un effettivo stato di emergenza. I medici e gli infermieri lavorano eroicamente in condizioni di estrema difficoltà, a causa dell’inadeguatezza delle strutture e della scarsità del personale specializzato. Mancano i posti letto, in particolare quelli in terapia intensiva, mancano i medici specializzati in infettivologia e virologia. Questa è la conseguenza di tagli per circa 37 miliardi di euro alla Sanità nell’ultimo decennio e della mala gestione della Sanità a livello locale. 

Resta il fatto che la comune influenza è finora risultata più letale per gli italiani. Sempre l’Istituto Superiore della Sanità, l’11 dicembre 2019, poco prima che in Italia irrompesse il Coronavirus, annunciò che gli italiani colpiti dall’influenza erano 887 mila, mentre mediamente ogni anno tra i 5 e gli 8 mila italiani muoiono per complicazioni causate dall’influenza, tra cui primeggia la polmonite. Per contro le cifre odierne dell’influenza di Coronavirus sono al confronto modeste: 4.636 contagiati, 197 morti, 523 guariti. 

Cari amici, la conclusione è che l’emergenza non è causata dalla diffusione del nuovo Coronavirus ma dalla conclamata inadeguatezza della Sanità pubblica. A maggior ragione tutti gli italiani non possono che manifestare ammirazione, plauso e gratitudine per la dedizione eroica con cui si stanno prodigando giorno e notte i medici e gli infermieri. Ebbene se il problema è l’insufficienza di personale medico specializzato e di posti letti e specificatamente quelli in terapia intensiva, il Governo devolva subito tutte le risorse necessarie per le assunzioni e per riattivare le strutture o i reparti esistenti e che sono stati sconsideratamente chiusi, o per creare con procedure d’urgenza e in tempi rapidi delle nuove strutture. Ma sempre da subito il Governo ponga fine ad un’emergenza che rasenta lo stato d’assedio, che ha paralizzato l’insieme delle attività produttive a partire dal Turismo e i comparti ad esso collegati, che nuoce all’Istruzione dei nostri figli e all’insieme delle attività sociali e culturali, che ha diffuso la paura e fatto esplodere comportamenti isterici tra gli italiani. Gli scienziati non hanno alcun dubbio che entro l’estate sarà pronto il vaccino e in ogni caso il Coronavirus scomparirà con il caldo. Ma se non poniamo subito fine allo stato di emergenza, di assedio, di paralisi, di blocchi, di paura e di isteria le conseguenze le subiremo per lunghi anni. Il senso di responsabilità che il Governo Conte chiede a tutti gli italiani, noi lo chiediamo al Governo Conte. Tutti ci auguriamo che a ispirare l’azione del Governo Conte sia l’interesse supremo dell’Italia e il bene primario degli italiani e non le indicazioni politiche dei sondaggi.