Cari amici buongiorno. Il cane a sei zampe, una chimera mitologica che il fondatore dell’Eni Enrico Mattei scelse nel 1952 per rappresentare la forza, l’energia e l’ottimismo dell’Ente Nazionale Idrocarburi preposto a trainare il miracolo economico dell’Italia del Dopoguerra, da sempre detta legge e le sue decisioni s’impongono sulle scelte dei Governi. Nel Dopoguerra l’Eni impose una strategia filo-araba per la necessità vitale di accedere alle forniture di petrolio e di gas dagli Stati della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo.
Ora nonostante la propaganda anti-russa e la vendita di armi all’Ucraina promossa dal Governo di Mario Draghi con l’avvallo della stragrande maggioranza del Parlamento, l’Eni ha imposto concretamente al Governo e al Parlamento di continuare a fornirsi del gas russo e a pagarlo in rubli così come richiesto dalla Russia.
Come potrebbe l’Italia rinunciare al gas russo che copre circa la metà del proprio fabbisogno? Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, recita il detto per evidenziare che è la realtà concreta a imporsi.
Come sempre il nostro bravissimo Alex ha colto nel segno con una magistrale vignetta in cui rappresenta il doppio volto di Draghi: il suo lato A diffonde la propaganda anti-russa; il suo lato B si piega alle richieste della Russia ottemperando alle decisioni dell’Eni.
Cari amici, l’Italia deve certamente affrancarsi dalla dipendenza energetica dall’estero e in particolare dagli idrocarburi che è comunque una fonte limitata. Ma la nostra autonomia energetica va pianificata privilegiando le fonti pulite, rinnovabili e sicure, a cominciare dal riciclaggio a emissioni zero dei rifiuti che rappresentano il vero oro del futuro e dal nucleare di ultima generazione. Tutte le altre fonti legate allo sfruttamento del sole, dell’aria e dell’acqua sono utili ma non potrebbero essere esaustive. Purtroppo di ciò in Italia non se ne parla proprio.

Magdi Cristiano Allam

Mercoledì 18 maggio 2022