Cari amici, Papa Francesco per l'ennesima volta pone al centro del suo apostolato l'accoglienza dei clandestini. In un colloquio con il Corriere della Sera arriva a concepire i clandestini come il seme miracoloso che consentirà all'Europa di tornare ad essere fertile sul piano demografico.

Addirittura paragonando i clandestini alla grazia divina che in tarda età permise a Sara, la moglie di Abramo, di avere un figlio. Secondo Papa Francesco, "l'Europa è come Sara", la moglie sterile di Abramo, "che prima si spaventa ma poi sorride di nascosto" e la speranza è che l'Europa "sorrida di nascosto" agli immigrati. 

Papa Francesco valuta positivamente la prospettiva di un'Europa caratterizzata dal meticciato antropologico e culturale, conseguente alla mescolanza degli europei autoctoni con i clandestini: "L'Europa deve e può cambiare. Deve e può riformarsi. Se non è in grado di aiutare economicamente i paesi da cui provengono i profughi, deve porsi il problema di come affrontare questa grande sfida che è in primo luogo umanitaria, ma non solo".

Cari amici, noi non siamo affatto d'accordo sull'eutanasia delle popolazioni europee e il suicidio della civiltà laica e liberale dalle radici ebraiche, cristiane, greche, romane e illuministe della nostra civiltà. Siamo convinti che si debba promuovere una strategia per la rinascita demografica e civile delle popolazioni europee, mettendo al centro la persona, la famiglia naturale, la comunità locale, l'economia reale, i valori e le regole. Riteniamo che i clandestini vadano aiutati affinché possano vivere dignitosamente a casa propria. Ci dispiace Papa Francesco: non siamo d'accordo. Resta la domanda: perché questo Papa insiste tutti i giorni sull'accoglienza incondizionata dei clandestini?