Cari amici, ricorre oggi il 74esimo anniversario del referendum che sancì la scelta della Repubblica nel referendum istituzionale sulla forma dello Stato all'indomani della caduta del regime fascista. Gli italiani con il 54,3% dei consensi posero fine alla monarchia, che fu sostenuta dal 45,7% degli elettori. Ma si deve alla monarchia sabauda la nascita dello Stato italiano il 17 marzo 1861, 159 anni fa.

Oggi non c'è nulla da festeggiare. L'Italia ha perso concretamente la propria sovranità e di fatto non è più uno Stato indipendente. Nulla accade per caso. La cultura dominante e la classe politica promuovono la dissoluzione dell'Italia come Stato nazionale sovrano e la sua fagocitazione da parte della macro-dimensione dell'Unione Europea e del Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata. A partire dal Presidente della Repubblica in giù vengono messi al bando e criminalizzati i concetti di «nazionalismo» e di «sovranità». Così come sono spariti dal lessico politico ufficiale i concetti di «Nazione», «Patria» e «Civiltà» italiana, che sostanziano le nostre radici e che esistono da millenni, ben prima dell'unificazione dello Stato e dell'adozione della Repubblica. 

Ebbene oggi, di fronte al sostanziale fallimento dello Stato, alla devastazione della nostra economia, allo sgretolamento della nostra società e alla crisi profonda della nostra civiltà, dobbiamo recuperare le nostre radici per costruire un modello di Stato, di sviluppo, di società e di civiltà qualitativamente migliori, risanando le ferite provocate dalla modalità traumatica con cui si unificò lo Stato e si affermò la Repubblica. 

Per quanto concerne il nuovo modello di Stato bisogna garantire, da un lato, la governabilità dello Stato unitario e, dall'altro, la sovranità popolare a partire dal basso, dalla micro-dimensione dei Comuni che rappresentano l'unico ambito dove sussiste un rapporto fiduciario autentico e continuativo tra gli elettori e gli eletti. La micro-dimensione è la vera anima dell'Italia: su 8 mila Comuni, 6 mila Comuni hanno meno di 5 mila abitanti. Il Sindaco è l'unico rappresentante politico che corrisponde alla libera volontà dei propri concittadini, che ogni giorno deve rendere conto del proprio operato direttamente ai propri cittadini. Luca Zaia è il Governatore più amato d'Italia perché si comporta come se fosse il Sindaco del Veneto, recependo e sostenendo le istanze dei propri imprenditori e cittadini. Il nuovo modello di Stato, secondo il Movimento culturale e politico «Insieme ce la faremo» che sto costituendo, dovrà essere una «Repubblica Presidenziale dei Comuni», con un Capo dello Stato forte detentore del potere esecutivo a livello nazionale e i Comuni forti detentori dell'autonomia amministrativa e finanziaria a livello locale. 

Cari amici, questo 2 giugno non è una giornata di festa ma di riflessione. Abbiamo la necessità di conoscere correttamente la realtà per affrancarci dalla mistificazione della realtà di chi, dal Presidente della Repubblica in giù, vorrebbero farci credere che non solo non avrebbe più senso ma sarebbe addirittura deleterio amare, credere e sostenere l'Italia come Stato nazionale sovrano indipendente. Così come abbiamo la necessità di affrancarci dalla «denuncite», l'epidemia endemica che rende gli italiani succubi della sterile denuncia fine a se stessa, per elaborare la proposta e costruire l'alternativa. Io non ho alcun dubbio che la maggioranza degli italiani ama, crede e sostiene l'Italia, così come è radicata nella micro-dimensione della propria comunità locale. Noi possiamo e dobbiamo farcela. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.